Sette domande a Kristian Ghedina (2a parte)

Sintesi della puntata precedente: Kristian Ghedina, uomo velocità, sciatore e pilota, spavaldo e simpatico cortinese, uno dei più grandi talenti italici nella discesa libera di sempre.

Oggi va in scena il Karma di Kristian, 2 puntata.

1-Ti consideri più sciatore o più pilota ?

Mi considero senza ombra di dubbio più sciatore che pilota perché ho fatto di una di quelle che erano tra le mie passioni, la mia carriera agonistica. Sono convinto però che se fossi nato in Emilia Romagna, terra dove c’è il culto dei motori, molto probabilmente sarei diventato un pilota professionista o un motociclista professionista perché ho avuto sempre fin da bambino l’infatuazione dei motori.

2-Rischio o prudenza cosa ha contraddistinto la tua vita agonistica ? E personale ?

La mia vita agonistica è stata sempre contraddistinta dal rischio e dal pericolo ma la cosa forse che mi ha aiutato a non avere grandi infortuni nonostante l’azzardo, è stata dettata dal fatto che ero sempre consapevole dei miei limiti e dei miei mezzi, ed è così anche per la mia vita personale.

3- Voltandoti indietro la scelta professionale più importante che hai fatto

La scelta professionale più importante che ho fatto e senz’altro quella di acquistare a 21 anni, dopo i miei primi successi in Coppa del Mondo, il ristorante pizzeria in centro a Cortina che tutt’oggi possiedo.

Questo è stato un opportunità che mi ha sottoposto mio padre dal momento in cui ha visto che ho iniziato a fare i miei primi contratti importanti e ha guadagnare i miei primi soldi.

Sono molto fiero che mi abbia sottoposto questa possibilità perché ad oggi almeno ho la tranquillità di poter avere un’attività per il mio futuro.

4- Neve dura, ghiacciata o fresca?

Asfalto asciutto, bagnato o sterrato ?

Ho sempre prediletto la neve un pò papposa fin dalle mie prime gare da bambino perché sulla neve dura e ghiacciata non riuscivo mai ad esprimermi come volevo, mentre col passare del tempo e soprattutto con l’evoluzione dei materiali, sono riuscito a fare delle belle gare anche sulla neve ghiacciata, mentre per sciare cosi a campo libero mi è piaciuto sempre molto anche la neve fresca ma non ho mai disdegnato la neve dura o ghiacciata nelle piste per turisti e non adibite alle gare.

Per l’auto invece è diverso e paradossale perché ho sempre preferito correre sull’asfalto asciutto perché l’asfalto bagnato mi ha sempre messo un pò a disagio per la poca aderenza che ha la macchina sulla pista, ma nonostante non mi piacesse correre sul bagnato, riuscivo anche lì come sulle piste da sci molto ghiacciate, a distinguermi fra i concorrenti in maniera egregia.

Lo sterrato nelle gare di turismo che facevo io non c’è chiaramente mai stato, e non esiste correre sullo sterrato perché lo si fa in altre discipline anche se però con le mie auto private e soprattutto quando erano a trazione integrale, non ho mai disdegnato nel fare dei bei traversi controllando l’auto, la sbandata e i pendoli con acceleratore, volante e freno.

5- Il rimpianto più grande, come pilota o come sciatore ?

Il rimpianto più grande come pilota è forse stato quello di non aver potuto iniziare prima la mia brevissima carriera da pilota perché vivendo in montagna ho portato avanti la professione dello sciatore professionista perché era senz’altro quella più semplice da praticare e quindi il mio rammarico, vista la mia grande passione per i motori, è quella di non aver potuto iniziare già da bambino a correre con i kart o con le auto, perché era molto complicato poter portare avanti una carriera coi motori per aspetti logistici.

Mentre il rimpianto più grande che ho della mia carriera sugli sci è quello di non aver mai vinto una Coppa del Mondo in discesa libera che mi è sfuggita per ben 3 volte, due volte dietro a Luc Alphand ed una dietro ad Hermann Maier.

Oltre a questori dispiace anche un sacco non aver mai vinto una medaglia olimpica, avendo preso parte a 5 edizioni, dove non sono mai riuscito ad andare oltre il sesto posto in due Olimpiadi come miglior risultato.

6-Agonismo, competizione, rischio, analogie e differenze tra auto e sci …

Ho sempre ritenuto che lo sci, tra i molteplici sport di velocità che ho praticato, è senz’altro quello che ti fa capire meglio le traiettorie da prendere che sono poi le stesse tra le auto e lo sci.

L’unica differenza è che in uno sport hai il motore, le marce e l’acceleratore mentre nello sci non hai niente di tutto questo e sbagliare una curva in un posto delicato, magari prima di un piano vuol dire senza ombra di dubbio perdere la gara.

Per quel che riguarda la concentrazione e la tensione della gara è molto simile in entrambi gli sport, l’unica differenza è che con le auto devi mantenerla per un periodo molto più prolungato mentre nelle gare di sci la durata massima della competizione non va mai oltre i due minuti e mezzo.

Per quel che riguarda il rischio sono entrambi sport molto molto pericolosi, c’è da dire però che nella discesa libera su 10 cadute che potresti fare, forse solo in una o due non ti faresti del male da compromettere una stagione o addirittura una carriera, mentre con 10 ipotetici incidenti in auto da gara, forse sono solo due o tre le volte che potresti farti del male serio.

7-E dietro la curva ?

Se hai fatto una ricognizione attenta sai perfettamente dove devi andare, mentre se non hai guardato bene il tracciato e non ricordi una curva e devi solo pregare che non sia troppo chiusa e che non ci siano sorprese, altrimenti, si salvi chi può!

Ps. Grazie a Franco Cunico per l’idea e il contatto diretto con Kristian.

E per chi si fosse perso la puntata precedente:

https://autologia.net/sette-domande-a-kristian-ghedina-1-parte/

 

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