Che fare quando si eredita un’auto

Quando muore un parente stretto si vive uno dei momenti più difficili della vita. Il dolore per la perdita offusca tutto il resto. Ma poi arrivano anche i guai legati alla burocrazia e qui bisogna tornare fra i vivi e fare le cose per bene.
Per quanto riguarda il nostro mondo automotive, vediamo cosa succede all’auto quando il proprietario muore. Le domande sono tante: che cosa devono fare gli eredi ? Uno di essi può intestarsi l’auto del defunto ? Come bisogna procedere ?
Vediamo di trovare le risposte, sintetizzando quanto spiegato da Mario Rossi su Quattroruote.it
Partiamo dall’inizio. In Italia le automobili, ai sensi del Codice civile, sono beni mobili registrati. Esiste, cioè, un registro pubblico, il Pra (Pubblico registro automobilistico gestito dall’Aci, che contiene alcuni dati delle macchine, quelli utili a identificarle, anche dal punto di vista fiscale, (numero di telaio, targa, potenza e alimentazione) e, soprattutto, quelli del proprietario. Quando questi muore, la vettura, come ogni altro bene del defunto, entra a far parte dell’eredità. Gli eredi, ammesso che decidano di accettarla, hanno essenzialmente due possibilità: intestare l’auto a uno di essi oppure cederla a un terzo. In entrambi i casi l’operazione comporta il rilascio di un nuovo certificato di proprietà (digitale da poco più di un anno, il cosiddetto Cdpd) e l’aggiornamento della carta di circolazione (il libretto) mediante fustella adesiva da applicare sul documento. Insomma, bisogna fare un passaggio di proprietà. Anzi, formalmente bisogna farne due, il primo dal defunto agli eredi, il secondo dagli eredi a uno di essi o a un soggetto terzo. Il tutto, per non impazzire, è meglio farlo fare da un’Agenzia di pratiche auto
Ma facciamo un passo indietro, la prima cosa da fare è un atto di accettazione dell’eredità, il documento in cui gli eredi descrivono, indicandone targa e telaio, i veicoli di proprietà del defunto, dichiarano che l’intestatario è deceduto e di averne accettato l’eredità. L’atto è una semplice scrittura privata in bollo (16 euro), con le firme autenticate degli eredi. L’autentica delle firme può essere fatta, gratuitamente, da un funzionario Sta (Sportello telematico dell’automobilista), da un funzionario comunale incaricato oppure, a pagamento, da un notaio (cosa che anche molte agenzie di pratiche auto consigliano di fare proprio per la delicatezza della materia ereditaria). I facsimile si possono scaricare da internet, basta digitare sui motori di ricerca una stringa del tipo “atto accettazione eredità auto”.
L’atto di accettazione dell’eredità è indispensabile per procedere con la trascrizione. La domanda di trascrizione si fa compilando un modello predisposto dal Pra (l’NP-3C, anch’esso scaricabile da internet) a cui devono essere allegati l’atto di accettazione dell’eredità, appunto, il certificato di proprietà del veicolo (o il vecchio foglio complementare) e una dichiarazione sostitutiva del certificato di morte. L’operazione ha, ovviamente, un costo la cui voce più pesante è, in genere, l’Ipt, la famigerata imposta provinciale di trascrizione. Che è fissa (compresa, a seconda delle province, tra 151 e 196 euro) per le auto di potenza fino a 53 kW e proporzionale alla potenza (e compresa, a seconda delle province, tra 3,51 e 4,56 €/kW) per le auto con potenza superiore a 53 kW. Nelle circostanze in cui il passaggio di proprietà sia “mortis causa”, tuttavia, alcune Province hanno deliberato, bontà, loro, riduzioni o agevolazioni tariffarie. Oltre all’Ipt, bisogna pagare gli “emolumenti Pra”, pari a 27 euro, e un’altra imposta di bollo (pari a 16 euro). Questo primo passaggio burocratico avviene sempre, sia nel caso in cui gli eredi decidano di tenere per sé il veicolo del defunto sia nel caso in cui, invece, decidano di intestarlo solo a uno di essi oppure di cederlo a un soggetto terzo.
Nulla vieta, nel caso in cui gli eredi siano più d’uno, di intestare il veicolo a tutti. Ciò, tuttavia, può generare complicazioni in futuro (legate alla successiva vendita). Per questo motivo, in genere, il veicolo è intestato a un solo soggetto, uno degli eredi oppure una terza persona, estranea al circuito ereditario. Vediamo nel dettaglio.
Rispetto alla normale richiesta di intestazione del veicolo mortis causa a favore di tutti gli eredi, appena descritta, questa procedura comporta una seconda formalità (in genere i due passaggi burocratici, ancorché distinti, avvengono contemporaneamente): la prima, come abbiamo visto, riguarda la formale intestazione agli eredi, mentre la secondala riguarda la cessione di quote del veicolo tra questi ultimi. Anche nell’atto preliminare alla richiesta di trascrizione al Pra, nel caso in cui la cessione del veicolo a un solo erede avvenga contestualmente, deve risultare il trasferimento della proprietà a tutti gli eredi e la successiva cessione delle quote a quello tra essi (o a quelli) a favore del quale (o dei quali) sarà rilasciato il nuovo certificato di proprietà (digitale). La doppia formalità implica, ovviamente, il doppio pagamento dell’Ipt. Anche in questo caso, tuttavia, alcune amministrazioni provinciali hanno stabilito riduzioni “mortis causa”. Al termine dell’iter al nuovo proprietario sono rilasciati un nuovo Cdp (digitale) o, meglio, una ricevuta del Cdpd e la fustella con le proprie generalità da applicare sulla carta di circolazione.
Se si cede a un terzo la procedura è del tutto simile a quella descritta nel punto precedente. Anche in questo caso è necessaria la richiesta di due formalità consecutive, la prima riguardante l’intestazione a tutti gli eredi e la seconda relativa alla cessione del veicolo a un soggetto terzo non chiamato all’eredità. Anche in questo caso, la formulazione dell’atto preliminare deve avvenire in modo che risultino sia il trasferimento mortis causa agli eredi sia la cessione del veicolo a un’altra persona a cui sarà rilasciato il nuovo certificato di proprietà (digitale). Anche in questo caso, alcune Province hanno stabilito che la doppia Ipt sia determinata in misura inferiore a quella normalmente dovuta. Al termine dell’iter, al nuovo proprietario sono rilasciati un nuovo Cdp (digitale) o, meglio, una ricevuta del Cdpd, e la fustella con le proprie generalità da applicare sulla carta di circolazione.
Beh, forse è tutto un po’ più caro, ma se si da un ‘Agenzia di pratiche auto, probabilmente è meglio…

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