Il tassista, ad esempio, ne ha cose da dire

L’Ospite di Autologia, Marcello Pirovano, giornalista, direttore di Japan Car Magazine, Europe Car Magazine, MotorPad TV e Motorpad.It

Non c’è davvero nessuno come chi passa un’intera giornata, e se è di turno anche tutta la notte, alla guida di un’auto nel traffico per conoscere la situazione e i problemi della circolazione in una grande urbana.
Il tassista, ad esempio, ne ha cose da dire, osservazioni da fare, idee da proporre, quantomeno dal particolare punto di vista della sua professione e durante una corsa ne abbiamo incontrato uno speciale, Emilio Boccalini, presidente di TaxiBlu 02-4040, la più importante cooperativa radio taxi di Milano con 1.800 vetture in servizio, e operativa dal 1999 quando ha fuso in sé quattro precedenti sigle.
Vi proponiamo l’interessante chiacchierata che ne è seguita.

1 – Ne abbiamo domande da farle, presidente, e su questioni che non riguardano tematiche solo milanesi ma, probabilmente, anche di carattere più generale.
Partiamo con un discorso un po’ provocatorio e del tutto ipotetico. Se non facesse il lavoro che fa e con tutta l’esperienza che può vantare, farebbe l’Assessore alla mobilità in una grande città? E se fosse, quali misure adotterebbe subito per decongestionare il traffico?
Emilio Boccalini: Non ho particolari competenze in Amministrazione cittadina, anche se non manca il mio impegno in politica, ma se fossi Assessore, un paio di proposte le avrei e cercherei di attuarle.
In particolare renderei più razionale il posizionamento delle piste ciclabili, per altro utili, dedicando più attenzione alla sicurezza di ciclisti e automobilisti, e prenderei esempio da città come Amsterdam e Copenaghen, che hanno una grande tradizione di traffico misto, per ricercare una maggiore scorrevolezza del traffico.
Realizzerei poi molti più parcheggi di interscambio per auto moto e bici, con la Metro e le stazioni e a costi accessibili.
2 – Le Amministrazioni cittadine, in generale, semplificano la vita e il lavoro di chi sta al volante tutto il giorno?
E.B: Cercano di farlo, ma spesso non hanno le necessarie conoscenze ed esperienze.
Un esempio su tutti: i cantieri per le nuove metropolitane. Si doveva cercare un dialogo più stretto e collaborativo con i comitati cittadini, con i commercianti e con i rappresentanti delle categorie interessate e si sarebbero evitati i problemi che sono sorti in tutta la città.

3 – Veniamo nello specifico. Come vanno le corsie preferenziali e, tra queste, le piste ciclabili, risolvono o, per assurdo, creano problemi?
E.B: Le corsie preferenziali per il trasporto pubblico a Milano sono in testa alle classifiche europee. Le direzioni sono logiche, a parte qualcuna. È vero che non tutte sono protette da invasioni improprie di mezzi privati, ma nel complesso funzionano.
Quanto alle piste ciclabili in parte ho già risposto; molte non sono sicure in quanto non protette e quindi pericolose, vedi quella sulla via Gallarate che porta al quartiere expo, o quella pericolosissima di viale Marche, che riducono in modo troppo drastico la carreggiata e non danno nessuna salvaguardia ai ciclisti. Troppo spesso sono terreno di conquista per scooter e moto che sfrecciano ad andature sostenute e le bici sono pochissime. Per non dire di ciclabili chiuse anche alle bici.

4 – Come trova la segnaletica stradale verticale? È chiara, leggibile, troppa, insufficiente?  E i semafori, specie su certe direttrici, non sarebbero più utili se meglio sincronizzati?
E.B: E’ incredibilmente ridondante. Troppe informazioni, concentrate in pochi metri, generano confusione. Ci sono piazze, strade e incroci dove non si sa a cosa fare attenzione. 
Recentemente anche il Corriere della Sera si è occupato del problema e se ne lamentano anche altre associazioni (come la Compagnia dell’Automobile n.d.r.) e semplici cittadini, ma la situazione invece di migliorare sembra peggiorare. Per non dire dei cartelli sradicati e abbandonati al suolo o sul punto di cadere che costituiscono anche un problema di degrado.

5 – Capita anche ad un tassista come lei di girare per ore senza incontrare un vigile urbano, ma solo addetti alle multe? E cosa pensa del diluvio di strisce blu in ogni angolo della città? Per voi tassisti ci sono abbastanza posteggi e correttamente posizionati? 
E.B: Capita eccome. E le strisce blu in moltissimi casi sono tracciate contro logica, buon senso e anche contro il Codice della strada innescando seri pericoli a ridosso di incroci e passaggi pedonali. C’è anche una sinfonia di colori, bianco, giallo e blu, che crea confusione, specie per chi viene da fuori. Quanto ai posteggi taxi penso siano sufficienti e ben posizionati, peccato che spesso sono le auto private ad occuparli, e questo riporta all’assenza di vigili per le strade.

6 – Voi vi chiamate Taxi Blu, ma siete bianchi come tutti gli altri. Non sarebbe utile e bello tornare ad una tinta di carrozzeria più caratterizzante e riconoscibile? Non sono pochi quelli che ancora rimpiangono i vecchi taxi verdi e neri.
E poi, perché no ad un tipo di vettura specifica per il servizio che deve svolgere? Penso ai cab inglesi o a quello che succede a New York.
E.B: Sono d’accordo, abbiamo un po’ perso l’identità del servizio e la riconoscibilità. Quanto ad una tipologia unica di modello bisognerebbe trovare un accordo e aiuti concreti dalle Amministrazioni e dai Costruttori; a New York una proposta in questo senso è arrivata proprio da una marca giapponese. (Nissan n.d.r.)

7 – Perché, parlando di emissioni, non date il buon esempio e utilizzate solo auto elettriche o, almeno, ibride? Che aiuto sarebbe utile a questo proposito dallo Stato, dalle Amministrazioni locali e dai Costruttori?
E.B: Il parco milanese di Taxi ibridi è già attorno al 50% (Toyota n.d.r.). Quanto all’elettrico temo si debba attendere la prossima generazione, quella che assicurerà più autonomia, ricariche più veloci e stazioni di ricarica più diffuse. A Milano siamo anche penalizzati da un aeroporto, la Malpensa, a 50 chilometri dalla città.

8 – Ha voglia d parlare di Uber? Dove sta il problema?
E.B: Certo, e mi capita spesso di farlo. Il problema più grosso è che Uber non è un vero concorrente.
Lo ha stabilito con ben tre sentenze anche il tribunale di Milano. Per esercitare il servizio taxi sono infatti richiesti  dei requisiti come la licenza, l’idoneità fisica e la provata conoscenza del Codice della strada, dei regolamenti e soprattutto della toponomastica, Cose che Uber non garantisce. Per il tassista non vale poi il limite di tolleranza di un tasso di alcool dello 0,5% mentre è alla guida. Quanto alla tariffazione questa viene stabilita dall’Amministrazione comunale, a tutela della clientela, e non dalla valutazione, opinabile e spesso speculativa, di un intermediatore privato. Risultano, ad esempio, tariffe di 2/3 volte aumentate quando piove o si verificano eventi straordinari, in eventi tragici di altro tipo, per esempio gli attentati di Parigi, i tassisti sono stati tutti solidali nell’offrire corse gratuite ai cittadini spaventati. Cosa che altri non hanno fatto. Anzi.

9 – In giro per il mondo si cominciano a sperimentare taxi a guida autonoma. Premesso che non si tratta di un’auto che arriva da sola sotto casa e magari citofona per segnalare che è arrivata, quali problematiche si aprono? Non sarebbero un aiuto per diminuire anche la vostra fatica quotidiana?
E.B: Sicuramente ci farebbe fare meno fatica. Ci sono però enormi problemi legali e etico-morali da risolvere. Mi spiego meglio: se un bambino sfugge al controllo e attraversa la strada di corsa per inseguire un pallone con dietro magari la nonna chi decide cosa fare? Io che sono al volante posso prendere anche la decisione di schiantare il taxi contro il muro per salvare tutti, ma un software, quindi un programma scritto a priori da una persona, come si comporta? E in caso di denuncia chi è il responsabile? Colui che ha scritto il software? La casa automobilistica? Il proprietario? Chi era seduto sul sedile di sinistra? Come vede la materia è piuttosto complessa, e non sono ancora entrate in campo le assicurazioni.

10 – Una domanda che viene dal pubblico. La corsa si paga ovviamente a tassametro, ma non ci sono tariffe in qualche modo agevolate anche per i comuni utilizzatori? Penso in particolare a disabili, pensionati, donne incinte. E perché, come avviene in molte metropoli del mondo, non viene automaticamente rilasciata un ricevuta utile ufficialmente per un rimborso o una scrittura contabile?  
E.B: Tutti i radio-taxi hanno tariffe e abbonamenti per situazioni e categorie particolari. Il problema va posto con l’Amministrazione comunale che potrebbe, ad esempio riattivare i “buoni corsa” per anziani e disabili o per altre situazioni. Lo stesso vale per lo “scontrino” automatico che, per altro, in qualche caso è già in funzione.

11 – E come sta la categoria, per quanto riguarda le lingue da parlare con i turisti stranieri?
E.B: In anni passati, insieme alla regione Lombardia, sono stati utilizzati fondi europei che hanno portato il parco taxi milanese a superare il 50% di tassisti certificati con conoscenza di almeno una lingua straniera, l’inglese in prevalenza.

12 – E infine cosa risponde a chi sospetta che il tassista scelga sempre il percorso più lungo o congestionato?
E.B: Rispondo che il sospetto non ha senso. Al tassista conviene molto di più il numero delle corse con più partenze, che non una corsa un po’ più lunga. Basta poi ricordare che il cliente può sempre scegliere il percorso che vuole.

Grazie, ed alla prossima corsa. 

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