Tecnologie nuove, strade vecchie

L’auto “che si guida da sola” è sempre più vicina.
Sulle autostrade del Nevada (stato da sempre molto progressista in termini di circolazione) viaggiano già autotreni e vetture dotate di ampia capacità di guida autonoma.
Anche in Europa ci stiamo avvicinando rapidamente: è il caso, ad esempio, della nuova Classe E di Mercedes Benz, che, grazie al complesso di sistemi denominato Intelligent Drive, può supplire ad una notevole serie di azioni normalmente demandate al conducente. Così, innesca una frenata automatica di emergenza se si rende conto che è possibile una collisione e può riconoscere anche ostacoli come i pedoni; oppure riallinea la vettura quando rileva il superamento della striscia bianca continua a bordo strada, mantiene automaticamente la distanza dal veicolo che ci precede, può persino superare da sola una volta che azioniamo la freccia per più di due secondi e, addirittura, muoversi in autonomia all’interno di colonne di traffico, sterzando pure. E poi ci avvisa della presenza di altri veicoli nell’angolo cieco, parcheggia da sola (utilizzando un’app dello smartphone), regola da sola il fascio di luce degli abbaglianti se incrociamo un altro mezzo, dialoga in rete scambiando informazioni con veicoli (simili) che ci precedono, ci avvisa se stiamo troppo tempo senza azionare il volante (forse perché ci siamo appisolati), predispone sedili e cinture all’urto se avverte tale pericolo, ecc.
Insomma, una meraviglia. Un’astronave da Star Wars se penso alla Fiat 127 su cui imparai a guidare nel 1973. Ma (c’è sempre un ma), nel 1973 forse le strade italiane erano messe meglio di adesso, sia perché meno trafficate, sia perché assai meglio manutenute.
Le attuali condizioni della gran parte della rete viaria nostrana, infatti, vanificano (anzi rendono potenzialmente pericolose) le meraviglie tecnologiche come quelle della nuova Classe E. Lo abbiamo constatato guidando questo eccellente veicolo tra Fiumicino e Porto Ercole, all’Argentario: inneschiamo l’Highway Pilot e lo Speed Limit Pilot, la vettura procede a velocità di crociera autonoma regolandosi sui cartelli stradali… 110 km/h. Ma qualcuno ha dimenticato a ciglio strada uno di quegli assurdi cartelli che incontri nei cantieri: limite di 10 km/h. La Classe E rallenta violentemente, quasi una frenata da panico. L’autista del Tir che arriva alle nostre spalle (per fortuna abbastanza lontano e, riteniamo, a 90 km/h) cambia bruscamente corsia e ci supera suonando insistentemente le possenti trombe. Il guaio che la vettura non tornerà a 110 km/h finché non troverà un nuovo segnale che glielo dice. E’ vero, si può bypassare il sistema semplicemente accelerando, ma, allora, si perde il vantaggio della guida autonoma: meglio se controlliamo noi. E la cosa si ripete con i cartelli che prescrivono i 40 “sugli svincoli”. La telecamera legge 40, ma certo non “sugli svincoli”.
Altra frenatona improvvisa.
Che dire poi del superamento della riga bianca continua a bordo carreggiata? Appena esci dall’autostrada la riga in questione scompare: quindi il “warning” ed il conseguente riallineamento non funzionano.
Certo, i sistemi in questione sono un utilissimo presidio di sicurezza: ma, almeno per ora, meglio non affidarsi esclusivamente ad essi. Visto che, secondo i dati Ania, nel 2014 la distrazione è stata alla base del 58% degli incidenti in Italia (4 volte più che in altre nazioni europee), non è difficile immaginare che, in futuro, contando sulla guida autonoma, la situazione potrebbe persino aggravarsi.
I sistemi “intelligenti” fanno molte cose, ma, ad esempio, non vedono le buche o i pozzangheroni (che in Italia non difettano certo): quindi, meglio avere un veicolo in efficienza (specie per gomme, freni, ammortizzatori, fari correttamente orientati e persino tergicristalli) e contare su presidi che aiutano parecchio nella guida sicura (come Abs ed Esp). Poi, soprattutto, rimanere concentrati, con attenzione e con lo sguardo sempre avanti parecchie decine di metri. Potrebbe esserci a bordo strada un operaio che dipinge la riga continua… potrebbe.

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