TORINO DESIGN, la nuova bandiera del design italiano

Tutti conoscono i grandi nomi del design torinese, in primis Bertone, Italdesign e Pininfarina. Aziende fondate da Nuccio Bertone, Giorgetto Giugiaro e Battista Farina. Il loro talento si è anche espresso scegliendo, nel corso del tempo, designer in grado di ideare autentici capolavori. E’ il caso di persone come Aldo Brovarone in Pininfarina e Marcello Gandini in Bertone.

Come il tronco di un albero genera rami e si evolve sempre di più, la scuola del car design torinese si è sviluppata sapendosi sempre adeguare ai tempi e alle necessità di quest’importante industria.

Accanto a questo discorso non va dimenticato il ruolo dei centri stile, come quello Fiat e Alfa Romeo, che a loro volta hanno forgiato e fatto crescere generazioni di designer.

Luoghi di creazione che talvolta erano messi in diretta competizione con i designer indipendenti, ai quali veniva affidato lo stesso identico tema. Una sfida che faceva rendere al meglio le migliori menti del design mondiale, con guizzi di genio come fu, per esempio, quello della Fiat 127, opera dell’indimenticato Pio Manzù.

Una lunga premessa che serve per fare un attimo “il punto nave” dell’attuale stato del mondo del car design torinese, che dal 2006 si è arricchita della realtà di Torino Design, moderna struttura fondata dall’ingegnere Roberto Piatti. Il terreno sul quale è nata è frutto dalla sua esperienza. Piatti infatti esordisce all’I.DE.A Institute di Franco Mantegazza, in un momento nel quale questa struttura concepisce vetture innovative per la Fiat. Dopo aver diretto per 10 anni il Centro Stile Bertone (anni nei quali sono state concepite vetture come la nuova Panda e l’Alfa Romeo GT) Piatti si è messo in proprio. L’esperienza pregressa gli ha dato molto: “Mi ha dato il piacere e la capacità di dialogare con i costruttori di tutto il mondo sui progetti più innovativi di mezzi di trasporti diversissimi, dalle automobili ai veicoli industriali, dalle moto agli autobus, dalle barche alle vetturette da golf”.

Le idee base sulla quali si fonda il concetto di Torino Design sono competenza e flessibilità, grazie alla concentrazione di professionalità nel design e nell’engineering, come quelle del Design Director Giuliano Biasio che già era al fianco di Piatti alla Stile Bertone e di giovani talenti che vengono da tutto il mondo come il chief designer di origini siriane Adnan Al Maleh. Il tutto con un primato: è l’unico centro stile ad essere completamente italiano, privato e indipendente. In pratica: tutto quello che erano le caratteristiche base di Pininfarina e Italdesign ora sono quelle di Torino Design.

Una strategia manageriale applicata al design, che ha portata l’azienda ad ottenere risultati lusinghieri: la crescita è del 25% ogni anno, il fatturato del 2022 è stato di 9,5 milioni di euro, mentre l’ebitda è del 35%. Attualmente l’azienda ha 80 dipendenti. Dopo il periodo di iniziale crescita a Moncalieri ora la sede è sulla prima collina di Torino, a 10 minuti da piazza Castello, nell’iconica sede di villa Gualino. Le attività? Stile, creatività, ingegneria E gestione progetto. Tutto tranne la modellazione perché, come spiega Piatti, “Abbiamo preferito invece servirci di aziende esterne per l’attività di modellazione, in modo da avere esattamente quello che ci serve”

Ma come lavora l’azienda? “Noi agiamo dietro le quinte, è un aspetto molto importante, in pratica facciamo quelle che gli addetti ai lavori chiamano ghost design.

Agiamo quindi in modo discreto. Ci sono le eccezioni quando è il cliente a dichiarare la collaborazione come la vietnamita Vinfast, con cui abbiamo sviluppato 3 vetture in contemporanea. Penso comunque sia finito il mondo del design “clamoroso”, dove emerge l’azienda di design o il designer.”

Lecito quindi domandare cosa richiedono i clienti: “Il 90% del fatturato è all’estero. Quando un costruttore, che generalmente ha al suo interno un Centro Stile, si rivolge ad un consulente esterno di design è d’obbligo la richiesta di un alto contenuto creativo. In aggiunta a questo, i nuovi brand chiedono lo sviluppo di un linguaggio formale inedito capace di guidare lo sviluppo dell’intera gamma modelli”. La sfida del futuro? Ecco la sua risposta: “Credo che la mobilità elettrica offra l’incredibile opportunità di disegnare nuove architetture veicolo, liberi dai vincoli generati dai powertrain tradizionali. Ma per fare questo dobbiamo provare a dimenticare l’auto di oggi e spingerci a disegnare forme nuove su nuovi vincoli e soprattutto nuovi bisogni. Tre quarti dell’attività lavorativa sono sulla mobilità. Torino Design però è anche formazione: ha anche infatti creato una nuova struttura, la Torino Desing Academy, finalizzata alla formazione con un metodo di insegnamento che punta a preparare i futuri designer per essere veramente pronti per le aziende. “I corsi Master sono già attivi (vedere il sito www.td-academy.it) e rispondono all’esigenza di un processo professionalizzante ad alto livello che renda i ragazzi operativi in azienda. Un corso per noi sono 6 mesi di full immersion con 1000 ore di docenza ed esercitazioni, per poter essere assunti ed essere immediatamente produttivi in qualsiasi Casa Automobilistica”.

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