Trova l’intruso

La foto è del podio del GP di Spagna,a Jarama, del 1976. Il vincitore James Hunt è in compagnia di Gunnar Nilson, giunto terzo, a premiare c’è naturalmente Re Juan Carlos con la regina Sofia e il piccolo Felipe, oggi Re Felipe VI, e poi c’è “l’intruso”. Non si era mai visto sul secondo gradino del podio qualcuno che  non fosse un pilota, il quale indossa  pure la corona d’alloro. Scopriamolo subito: si tratta di Daniele Audetto, allora direttore sportivo della Ferrari.

Questa è la storia.

“Daniele c’è un problema, – disse Niki Lauda al telefono quindici giorni prima del Gran Premio – stavo facendo dei lavori in giardino a Salisburgo e mi sono capottato con il trattore, ho tre costole rotte. Grosso Kasino.”

Audetto bussa alla porta dell’ing Ferrari, gli riferisce quanto accaduto e capisce subito che il commendatore non la prende bene. C’è in ballo il campionato per Niki, che tra l’altro si trova in testa.

Il giorno dopo Ferrari chiama Audetto dicendogli di informarsi bene sulle condizioni di Lauda perché altrimenti c’era da pensare a un sostituto e che lui aveva già qualche idea.

La telefonata creò molta tensione con il pilota austriaco, che avendo capito cosa rischiava, cercò di minimizzare, dicendo che le costole erano semplicemente incrinate e che il suo fisioterapista con doti “magiche” Willy Dungle stava studiando come poterlo rimettere al volante in tempi brevi.

Nel frattempo circolò la voce del probabile sostituto, si trattava di  Maurizio Flammini, pilota romano molto sostenuto dalla Csai, che si era messo ottimamente in luce nel campionato F2, per lui si stava già organizzando un test a Fiorano.

Intanto  il GP di Spagna si avvicinava. Così alla vigilia Lauda si presentò a Jarama in compagnia del medico che aveva studiato uno speciale corsetto, si era munito di una buona dose di novocaina e consigliò ai meccanici Ferrari una speciale imbottitura nell’abitacolo.

Ci furono le prove e Niki dimostrò stoicamente di poter sopportare il dolore, anche se nelle frenate le cinture di sicurezza schiacciando le costole provocavano delle terribili fitte, ma soltanto così poté allontanare  lo spettro del sostituto, nonostante tutto fece il secondo tempo in qualifica.

La domenica, pronti via, e Lauda scatta in testa davanti alla Mc Laren di Hunt e al suo compagno di squadra Mass. Ma la gara è lunga e il tortuoso circuito spagnolo mette in crisi il pilota austriaco che è costretto a cedere la prima posizione a favore dell’inglese.

Nonostante dolori lancinanti  Niki riesce a mantenere la seconda posizione fino al traguardo dove precede lo svedese Gunnar Nilson. Superata la bandiera a scacchi Lauda giunge al box e sviene per il dolore.

La cerimonia della premiazione ha le sue procedure e i piloti vengono chiamati sul palco, Lauda quasi non riesce a uscire dall’abitacolo della sua Ferrari, e così il gran cerimoniere Huschke Von Hanstein  fa salire sul secondo gradino del podio Daniele Audetto, al quale vengono attribuiti tutti gli  onori come fosse il pilota.

Per la cronaca, dopo la gara la McLaren e Hunt furono squalificati, per difformità nel telaio, ma poi furono riammessi, mesi dopo, in sede di appello.

Daniele Audetto ci ha confessato che fu un’esperienza unica, ma ci ha anche detto che ha sempre avuto  il dubbio che Lauda le costole se le fosse rotte, invece che sul trattore, in un incidente con una moto da cross o da trial, attività vietate dal contratto con Ferrari.

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