Un milione e mezzo di animali uccisi all’anno in incidenti stradali. La soluzione di “Life Strade” al Motor Show

Gli incidenti stradali causati da animali che attraversano la strada sono un fenomeno, purtroppo molto diffuso in parecchie aree del nostro Paese.
Si stima possa interessare ogni anno oltre 1 milione e mezzo di esemplari (circa 15.000 per ogni provincia) coinvolgendo anche specie di alto interesse conservazionistico, come l’orso, il lupo o il gatto selvatico.
Ma l’aspetto ancor più grave è il pericolo per chi si trova all’interno dei veicoli coinvolti. Le statistiche europee calcolano che il prezzo pagato in vite umane sia di 300 vittime ogni anno, a cui si aggiungono 30.000 feriti e danni materiali pari a 1 miliardo di euro.
Una soluzione ce l’ha “Life Strade”, che per illustrarla sarà presente al Motor Show in programma a Bologna dal 3 all’11 dicembre 2016.
Il progetto “Life Strade”, cofinanziato dal programma LIFE dell’Unione Europea e da otto tra regioni e province italiane, mira a prevenire gli incidenti dovuti all’attraversamento stradale di animali selvatici, mantenere la biodiversità e sensibilizzare i cittadini sul rispetto e la tutela dell’ambiente.
L’obiettivo è promuovere un modello di prevenzione di sinistri stradali che possa essere utilizzato sulle strade ad alto rischio di incidentalità con la fauna selvatica in Italia, ma non solo
In mostra al Motor Show, oltre ai pannelli informativi del progetto avviato nel 2013, anche uno dei 15 dispositivi installati lungo le strade di tre regioni italiane che, ad oggi, grazie ai dati trasmessi in tempo reale a un server remoto, hanno registrato migliaia di segnalazioni della presenza di animali ai lati della strada mentre un veicolo era in transito. In tutti questi casi l’attivazione della dissuasione acustica ha contribuito a evitare un possibile incidente.
Ma come funziona ?
Tramite un innovativo sistema di rilevamento, sistemato ai lati della strada, che registra la presenza di un animale vicino alla carreggiata e trasmette l’informazione a una centralina elettronica. Quest’ultima attiva un segnale con luce intermittente rivolto ai guidatori che, allertati, riducono la velocità. Un dispositivo radar doppler controlla che questo accada e, in caso contrario, viene trasmesso un segnale alla centralina che attiva un sistema di dissuasione acustica per l’animale (con tipi di suoni diversi da alternare per evitare l’assuefazione), mettendolo in fuga.
Intanto, recentemente a Orvieto (TR, Umbria), in due dei tre impianti attivi nella provincia di Pesaro e Urbino (Marche) e in uno nella provincia di Siena è stato modificato il sistema di rilevamento degli animali. I sensori a infrarossi sono stati sostituiti con una telecamera termica, strumentazione che ha permesso maggior sensibilità e accuratezza dei rilievi e riscontri video di ogni attivazione (oltre 1000 in un mese nell’impianto della provincia di Terni).
Nel progetto è stato realizzato un geodatabase per registrare tutti gli animali morti sulle strade. L’archivio georeferenziato, in cui sono confluiti anche i dati relativi ai dieci anni precedenti al progetto, include oltre 4.200 segnalazioni di animali deceduti a causa della collisione con un veicolo e rappresenta la base che consentirà la redazione di “carte del rischio” e la conseguente individuazione delle strade in cui è prioritario definire interventi di prevenzione.
I promotori del progetto, che vede come ente capofila la Regione Umbria e che coinvolge anche la Regione Marche e Toscana, e le cinque province di Pesaro e Urbino, Terni, Perugia, Grosseto e Siena stanno distribuendo a enti e autorità responsabili per la gestione del fenomeno delle collisioni traffico-fauna un “manuale di buone pratiche” per la gestione di questa problematica. Buone pratiche che si stanno traducendo anche in una serie di 12 workshop in programma in diverse regioni italiane. Come a Perugia dove, il 4 e 5 ottobre scorso, si è tenuto il convegno conclusivo del progetto a cui hanno partecipato dieci relatori provenienti da tutto il mondo.
“Questo sistema – sottolinea Annette Mertens, project manager di Life Strade – integra per la prima volta una serie di tecnologie che riducono la possibilità di collisione. Dopo i primi mesi, abbiamo raccolto numerose richieste da parte di altri enti e amministrazioni, non solo italiani interessati al progetto e curiosi di saperne di più. Auspichiamo che i risultati e l’esperienza del progetto Life Strade possa contribuire ad affrontare in maniera efficace il fenomeno dell’impatto del traffico veicolare sulla fauna selvatica. Solamente nei circa 250 Km di strade monitorate dallo staff di progetto da aprile 2013 a luglio 2016 sono stati rilevati 867 animali morti che includono sia mammiferi di media e grande taglia che uccelli anfibi e rettili e uccelli. Questi numeri ci fanno capire come la sbagliata gestione del traffico veicolare costituisca un pericolo concreto per la sicurezza dei guidatori e rappresenti una reale minaccia per la biodiversità”.

lifestrade

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