Lo spezzatino di Iveco

Una doppia cessione rivoluziona la storia della multinazionale specializzata nei veicoli industriale, commerciali e trasporto persone. Leonardo acquisisce il Business Defence, Tata Motors lancia un’OPA per l’intero gruppo

È una giornata spartiacque per Iveco Group, che annuncia due operazioni strategiche destinate a ridisegnare il panorama europeo e globale dell’automotive e della difesa. Da una parte, la cessione del Business Defence a Leonardo S.p.A.; dall’altra, l’annuncio di una offerta pubblica d’acquisto (OPA) da parte del colosso indiano Tata Motors per acquisire la totalità di Iveco Group, creando così un nuovo player globale nel settore dei veicoli commerciali.

Leonardo acquisisce il Business Defence di Iveco

Il primo annuncio riguarda la vendita dei marchi IDV (Iveco Defence Vehicles) e ASTRA a Leonardo, per un valore di impresa di 1,7 miliardi di euro. L’operazione, attesa entro il 31 marzo 2026, consentirà la nascita di un campione europeo della difesa terrestre con sede in Italia. L’integrazione tra le competenze meccaniche e di mobilità di IDV e ASTRA e i sistemi avanzati di Leonardo creerà una proposta unica per mercati nazionali e internazionali.

L’obiettivo è chiaro: rafforzare la capacità competitiva in un segmento di crescente rilevanza strategica, offrendo una gamma completa di soluzioni per la difesa terrestre. Il CEO di Iveco Group, Olof Persson, ha definito l’operazione come “una nuova era per il Business Defence, che potrà contare su un partner industriale di primo piano per crescere su scala globale”.

Tata Motors lancia un’OPA su Iveco Group

Contemporaneamente, Tata Motors ha annunciato un’OPA volontaria, tramite la controllata TML CV Holdings PTE, per acquisire l’intero capitale di Iveco Group (escluso il Business Defence), con un’offerta cash di 14,1 euro per azione, più un dividendo straordinario stimato tra 5,5 e 6 euro per azione, derivante dalla cessione delle attività difensive. Il valore complessivo dell’operazione sfiora i 3,8 miliardi di euro.

L’unione tra Tata Motors e Iveco Group darà vita a una realtà industriale con ricavi combinati per circa 22 miliardi di euro e oltre 540.000 veicoli venduti ogni anno, con una presenza bilanciata tra Europa, India e Americhe. Le sinergie attese spaziano dallo sviluppo tecnologico alla capacità industriale, fino all’espansione nei mercati emergenti di Asia e Africa.

Entrambe le aziende hanno sottolineato l’impegno nel mantenere l’integrità industriale, i livelli occupazionali e la sede principale di Iveco a Torino. Tata ha anche garantito che non vi saranno ristrutturazioni o chiusure di impianti a seguito dell’unione.

Una doppia operazione che segna il futuro di Iveco

Il successo dell’OPA è condizionato al completamento della cessione del Business Defence. Se approvata, l’operazione condurrà al delisting di Iveco Group da Euronext Milan e alla sua integrazione in Tata Motors come entità controllata al 100%.

In definitiva, queste due operazioni pongono Iveco Group al centro di una doppia trasformazione: da un lato la nascita di un polo europeo della difesa; dall’altro la creazione di un gigante globale dei veicoli commerciali, proiettato verso l’innovazione, l’elettrificazione e la sostenibilità.

Ecco le notizie diffuse qualche ore fa dal Gruppo torinese, specializzato in veicoli commerciali e industriali, che sostanzialmente ribadiscono quanto già fatto trapelare nei giorni scorsi, a conferma che non si trattava soltanto di voci volte a far salire il titolo in borsa.

Lo “ spezzatino” dunque è pronto per essere definitivamente cucinato. Una “ricetta” che aveva già avuto un’anticipazione nello scorso mese di gennaio, quando Iveco ha trasferito al fondo di private equity tedesco Mutares, la proprietà di Magirus, il brand tedesco che realizza veicoli per i vigili del fuoco e operatori del soccorso in tutto il mondo, posseduto da 50 anni.

Uno strano modo di celebrare 50 anni di storia, innovazione ed eccellenza italiana di un’azienda nata nel 1975. Inutile entrare nei sentimentalismi che certamente coinvolgono chi scrive, ma si tratta di anni davvero importanti, che hanno visto la multinazionale torinese raggiungere, sia pur anche attraverso profonde e necessarie trasformazioni, traguardi ambiziosi.

Questa è ormai storia; il futuro resta da definire. Confidiamo che il Gruppo indiano, già capace di rilanciare Jaguar e Land Rover dopo l’acquisizione, possa riportare anche altri marchi al successo.

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