Volkswagen, il piano di risalita non rinnega il diesel e punta sull’elettrico

Cadere per poi rialzarsi quasi subito. Piombare nell’abisso e quindi cercare di risalire in superficie, prima che i polmoni cedano. E’ possibile: ci sono riusciti Mercedes (lo scandalo causato dalla “prova dell’alce”), quindi Ford e Firestone, Toyota, Gm (tuttora impegnata a riprendersi). Anche il Gruppo Volkswagen alla fine ce la farà, per il bene dell’economia tedesca ed europea e per il futuro del settore dell’automotive tutto. La lezione del “Dieselgate” è servita a Wolfsburg e suona da monito a tutto il comparto. Dalle stelle alle stalle si finisce in un pochi minuti, ma passare dalla stalle alle stelle è molto più difficile. Il gruppo tedesco, avviata la “pulizia” al suo interno, a partire dell’ex amministratore delegato ed ex “onnipotente” Martin Winterkorn, a meno di u mese dall’esplosione dello scandalo del software truccato, ha presentato il suo piano di azione. Un rilancio, voluto in tempi rapidi dal nuovo capo azienda, Matthias Mueller, con il vaglio del neopresidente del consiglio di sorveglianza, Hans Dieter Poetsch, che ridetta le regole del gruppo e, soprattutto, non rinnega il motore diesel, ma lo rilancia in una veste più ecologica. E qui ci si deve assolutamente fidare. Allo stesso momento, ribadisce la crescente attenzione all’elettrico, snodo strategico già evidenziato al recente Salone di Francoforte. Sul tema diesel il responsabile del marchio Volkswagen, Herbert Diess, è stato chiaro: “Passeremo il prima possibile all’installazione di sole unità a gasolio con SCR e tecnologia AdBlue in Europa e in Nord America. I veicoli diesel saranno equipaggiati soltanto con sistemi di scarico delle emissioni che utilizzano la migliore tecnologia ambientale”. E sull’elettrico: “Svilupperemo un’architettura elettrica standardizzata per vetture e veicoli commerciali
leggeri e un nuovo approccio per la prossima generazione della Phaeton”, l’ammiraglia del marchio. La risalita è cominciata e i risultati non tarderanno ad arrivare. Resta il problema dell’immagine, fortemente danneggiata dalla vicenda. Anche qui il lavoro da fare sarà consistente. Il gruppo dovrà riconquistare la fiducia dell’opinione pubblica e, senza dubbio, anche della sua rete commerciale. Parlare e chiarire con la massima trasparenza, dunque.
Da “Fuori giri” de Il Giornale

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