Walter de Silva torna in auto (…elettrica)

Walter de Silva, un nome, una firma, che non hanno bisogno di presentazioni quando si parla di automobili.

Ha disegnato le auto più belle degli ultimi anni. L’Alfa Romeo 156, l’Alfa Romeo Nuvola, l’Alfa Romeo 147, l’Audi A5 coupé, la Volkswagen GOlf VII, la Volkswagen Polo V… Auto che non passano inosservate.

La mente di Walter de Silva è un pozzo dei desideri. Sgorgano idee a getto continuo. E’ vivace, brillante, visionario…

Dopo l’esperienza Alfa Romeo interrotta da un Cantarella poco lungimirante, la love story con il gruppo Volkswagen cominciata in Seat e finita a Monaco, Walter de Silva era andato in pensione: a disegnare scarpe… di lusso… Dal tacco 10,5 in su… attrezzature da seduzione… Dal suo sito : “Scarpe che si indossano per il cocktail, per la cena, per le serate. Scarpe esclusive, che grazie a materiali particolari peseranno solo 150 grammi. Il prezzo? Dagli 800 euro in su“). https://autologia.net/walter-de-silva-ora-stravede-le-donne-col-tacco-spillo/

Però è pronto a rimettersi al volante. A 66 anni riparte “Mi sono accordato con una engineering tedesca, la Edac, che per conto della cinese ArcFox, disegnerà auto elettriche. Mi hanno convinto diversi fattori, il primo, essenziale, è che si tratta di una azienda indipendente dalle Case automobilistiche, non mi sentivo pronto, dopo l’addio al gruppo Volkswagen, a riprendere con un altro marchio. Il secondo è che non si tratta di un’auto ma di una famiglia di vetture e avrà anche il compito di realizzare il brand identity. Ho firmato un contratto sino al 2022. Le gamma? Si articolerà dalla city car alla cosiddetta media”. Mente italiana, tecnologia tedesca, capitali cinesi. C’è da fare attenzione….

“Le forme le ho già in mente…mi succede sempre. La Polo cominciai a schizzarla in aereo… Poi prendo in mano la matita e do forma all’idea. Ora possiedo un i-pad air che mi permette di fare una bozza che poi posso spedirmela e affinarla”.

“La Volkswagen applica la tecnologia elettrica ai modelli endotermici, la Bmw  esprime invece una identità precisa come avviene con le  sue serie i. Bisogna sempre fare i conti con i pacchetti delle batterie, evitando ad esempio quanto ha fatto Tesla dove dietro si viaggia con le ginocchia in bocca. Così diventa una impresa percorrere anche soli 50 km. Bisogna lavorare sul passo e la carreggiata…Quando mi trovo davanti al foglio bianco comincio  dal pedale dell’acceleratore o della frizione, poi lo schienale del sedile posteriore e lì si decide in base al modello che si vuole costruire se creare una coupè, una compatta 4 posti o una berlina…Ero in parola con Martin Winterkorn che avrei lasciato al compimento dei 65 anni, stavamo cercando il mio erede. Poi mi hanno chiesto di assumere la presidenza della Italdesign e avevo accettato molto volentieri per due motivi: primo perché potevo continuare a dare una mano al gruppo; secondo perché mi piaceva che un marchio italiano continuasse, dopo il ritiro di Giorgetto Giugiaro, con il quale ho avuto un rapporto eccezionale, ad essere diretto da un italiano. Poi è scoppiato il dieselgate e sono cambiati i vertici dell’azienda, non mi sentivo più a mio agio e ho lasciato…https://autologia.net/walter-de-silva-si-ritira-una-sua-intervista-appena-uscita-su-pambianco-magazine-racconta-molto-di-lui-e-del-suo-futuro/

Winterkorn  è il più grande ingegnere dell’auto che abbia mai conosciuto. Piech è stato il più grande visionario dell’aut…Lasciai il Gruppo Fiat perché mi avevano promesso la supervisione dei  tre marchi (Alfa, Fiat e Lancia) ma rimase tutto sulla carta. Cantarella mi disse: “Lei andrà in pensione all’Alfa”. Ma avevo solo 47 anni!  E avevo ricevuto due offerte da Citroen e Seat, accettai quest’ultima. Lì in Spagna mi hanno pesato e solo dopo le loro verifiche mi hanno portato in Germania…Le auto che ho nel cuore sono l’Alfa 156 che è una scultura; la Audi A5 che è una delle poche Gran Turismo in circolazione e la Polo che non è più la sorellina bruttina della Golf. Ricordo cosa disse Winterkorn a me e Giugiaro “fate una macchina che non piaccia solo ai tedeschi”. E io ho tracciato linee semplici, molto italiane”

Delle auto di oggi non ha una grande considerazione. “Sembrano tutte uguali.  Se le vedi da lontano non le riconosci. Non capisci se è tedesca, coreana… “. Per non dire delle nuove Alfa Romeo: “Giulia e Stelvio sono due modelli non finiti, manca il “fine tuning”. E’ come in una finale per l’oro del salto in alto: la medaglia è questione di 1 centimetro, bisogna lavorare sui particolari. E poi non vedo la personalità di chi le disegna, per strada girano macchine che sembrano fatte da …comitati. Io ricordo di aver ritardato l’uscita della A5 perché mancava appunto la definizione finale…L’auto che guida da sola non sarà più un’auto. Certo sarà comodo per tutti mandare l’auto da sola a parcheggiare, al lavaggio… Ma voi mandereste i figli a scuola con un’auto che guida da sola? Già oggi ci sono tanti aiuti per il guidatore. Ce ne saranno sempre di più… Ma non mi immagino un mondo di auto che viaggiano senza autista. O se succederà non saranno più automobili come le intendo io”.

Non saranno più mezzi con un’anima. Ma elettrodomestici… Di un’auto ci si può innamorare. Di una lavatrice non penso proprio. Al massimo di un bel paio di scarpe… (In parte tratto da Topspeed.gazzetta.it)

 

 

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