Analisi critica del SUV più potente al mondo: Jeep Grand Cherokee Trackhawk-700 Hp di coppia e rabbia.

L’anno scorso per American Auto Italia avevo provato la Jeep Grand Cherokee SRT col motore Hemi, aspirato naturalmente e dotato di 470 Hp, (https://americanautoitalia.blogspot.com/2017/07/srt-hemi-v8.html) , e sinceramente ero rimasto colpito, fluido, prestante, potente, ma…qui siamo su un altro pianeta. Niente sarà più come prima: davvero non c’è assolutamente paragone con nient’altro nella sua categoria, né l’esotica italiana né la corpulenta tedesca possono stare al pari.

Il primo impatto con l’abitacolo mi fa ritenere che non sia cambiato molto: sedili di pelle, ottimo stereo Harmann Kardon, il bel volante grassottello e l’ auspicata sparizione della cucitura rossa sul cruscotto che si rifletteva sul parabrezza.Stessa procedura di avviamento, solito pulsante rosso sul cruscotto a destra del piantone di sterzo, il rombo forse un po’ più soffocato del modello precedente non dotato di compressore volumetrico…

Mi metto in moto, stessa sensazione dell’anno passato, o forse no, decisamente più rigido, più sensibile alle asperità del terreno, direi quasi un atteggiamento più sportivo.

Insomma, mi sono messo in movimento ed entro in città, il Motor Village FCA è infatti in estrema periferia. Un breve passaggio in superstrada, curvone, mi danno effettivamente la certezza che, almeno in riferimento al comportamento dinamico, qualcosa è cambiato; c’è un po’ di traffico, sto in coda, sono seduto più in alto delle scatolette che mi circondano, ma non così in alto come il modello tradizionale da fuoristrada.

La macchina è docile confortevole e dotata di un comfort acustico maggiore rispetto al modello SRT dell’anno passato. il traffico si dirada dopo un semaforo, provo ad allungare, però, bella coppia!

Riprende dai bassi senza fatica, dovevo aspettarmelo, ma ora giro a sinistra, vialone alberato, semaforo a duecento metri, nessuno davanti a me, be’ metto giù tutto e…velo nero!

Dovevano informarmi che era necessaria la tuta Anti-G dei piloti di jet!

I 3,7″ dichiarati da 0 a 100 sono forse da attribuire alla tradizionale prudenza degli americani nei confronti delle compagnie assicurative? Io credo sia davvero più rapido: il computer di bordo registra un’accelerazione sul quarto di miglio di 11,2″, direi non male per una massa di oltre due tonnellate e mezza!

Comunque la prova si è svolta fra città, campagna, autostrada e montagna.

In città la ns. Jeep ha dimostrato la consueta maneggevolezza e docilità, non è alta come un Grand Cherokee comune, e l’ho già scritto, ma la visibilità è ottima, il comfort è effettivamente quello di una vettura sportiva, e i lombari ne risentono un po’.

I freni, e c’era da immaginarlo, sono perfettamente adatti alle prestazioni e al peso: quattro pinze Brembo a sei pistoncini bloccano in pochi metri la ns. beniamina.

I cerchi da 20″ con le Pirelli P Zero sono una garanzia in qualunque condizione di terreno.

Infatti in città e con asfalto asciutto si sono comportati in maniera estremamente prevedibile, offrendo margini di sicurezza senza pari.

Mi sono recato nello splendido Trentino, e precisamente a Levico Terme, presso il Grand Hotel Imperial, in compagnia di una ospite d’eccezione, Asia Valente,  modella e attrice, già all’Isola dei Famosi, Ciao Darwin, Le Iene, che mi ha accompagnato in questo percorso di felicità, star di Instagram con oltre seicentomila follower (ma saranno già cresciuti…) @asiavalente.

Il viaggio in autostrada, quella per Venezia,  carica di traffico e di camion come sempre l’ho voluto fare nella maniera più serena possibile, stereo, il sornione mormorio del V8, due chiacchiere tranquille, poi l’autostrada per il Brennero, dove la fanno da padroni gli autoarticolati, e di auto, curiosamente, se ne vedono di meno, e ancora la superstrada da Trento alla Valsugana, stretta, anche quella piena di diciottoruote, dove i sorpassi diventano da paura.

Arriviamo che è ormai buio, una sorpresa mi coglie: ho percorso circa 240 km con poco più di un quarto di serbatoio, cioè 90 l. diviso quattro circa 10 km per litro, il che non è male considerando la massa e, anche, la velocità adeguata al flusso del traffico, cioè senza mai superare i 110 kmh.

Sottolineo che il contachilometri ha il fondo-scala a 320, non mi sono azzardato a tanto, ma…ancora a 90 km meno di tale velocità il Grand Cherokee è stabile, e si mantiene entro limiti di sicurezza, merito dei quattro ammortizzatori Bilstein regolabili elettronicamente, delle Pirelli PZero da 20″ e dei freni Brembo che garantiscono spazi di frenata che non stupirebbero su una vettura da competizione.

E fra i tornanti della strada che ci porta a oltre 2.000 metri, alla ricerca della neve, il nostro Hulk si dimostra perfettamente a suo agio.

Né la massa né tantomeno il passo si fanno sentire sulle strade di montagna. Neanche il freddo ci disturba, merito dell’ottimo impianto di riscaldamento, che in pochi secondi emette aria calda dalle bocchette sul cruscotto e dei sedili, riscaldabili a due temperature.

Anche il volante è riscaldabile, e permette di guidare senza guanti: avrei preferito che ci fosse la possibilità di scegliere la temperatura, ma tant’è…

Arrivati alle pista da sci proviamo a percorrere alcune strade innevate e non ancora percorse, almeno trenta centimetri di neve fresca non fermano il ns. grande amico che anzi si disimpegna grazie alla posizione “snow” del selettore sulla consolle.

Un veicolo completo, che passa addirittura inosservato, molto discreto nella sua livrea bianca, tradisce l’indole ipersportiva la scritta “supercharged” sulle porte anteriori e, se proprio andiamo a sbirciare, anche la presenza delle due ampie narici bianche sul cofano motore, necessarie a Far respirare l’ampio “corral” dei purosangue americani.

La Jeep della ns. prova ha un prezzo base di € 128.000, al quale va aggiunta l’opzione del tetto completo di cristallo, c/a € 2.000, irrinunciabile per godersi il panorama delle Alpi!

Due parole sull’albergo della nostra meta che (https://www.hotel-imperial-levico.com/it/)  fu costruito per l’Imperatore Francesco Giuseppe e inaugurato nel 1900 per ospitare a sud del Brennero i membri della famiglia imperiale degli Asburgo. E’ dotato di piscina termale, idromassaggio e di tutti la amenità tipica di una SPA, in una cornice che devo definire “Bell’epoque” col gusto, la pulizia e la gentilezza che ci si aspetta da un ambiente di stile Mitteleuropeo. Un capitolo a parte merita la cucina: impera lo “slow food” piatti della tradizione locale, preparati con sapienza utilizzando prodotti del luogo, in una grande sala con vista sul parco, serviti da uno staff estremamente competente e gentilissimo.

di grazia 1

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