Bene il piano FCA, ma qualche domanda l’avrei

Dunque Mike Manley e soprattutto il nuovo capo EMEA di FCA, Pietro Gorlier, hanno parlato. Era dalla prematura è drammatica dipartita di Sergio Marchionne che non arrivavano messaggi sul futuro degli stabilimenti italiani, dei progetti e dei programmi, e va detto che nell’ambiente il nervosismo era palese.

Adesso invece sappiamo due cose importanti: che FCA vuole investire una cifra molto pesante, oltre 5 miliardi di euro, per nuovi modelli e qualche restyling, e ancor più che nel giro di un triennio tutti gli stabilimenti italiani gireranno a piena occupazione.

Nel messaggio di qualche giorno fa non è stato detto però tutto, anche perché degli impianti FCA in Europa si parlerà in un secondo tempo, in particolare di quelli in Polonia, in Serbia e in Turchia che dovranno anche loro lavorare a buon regime per restare attivi. Chi si affiancherà alla 500 a Tychy? Qualcosa lì servirà perché oggi i numeri della reginetta di casa non sono più quelli di un decennio fa, quindi si può supporre che la nuova Lancia Ypsilon sia stata dirottata da quelle parti visto che girerebbe sulla stessa piattaforma che è poi la stessa della Panda. E in Serbia? Pare ormai certo che la 500 L avrà un seguito, forse affiancata da un nuovo modello che qualcuno suggerisce possa essere un piccolo crossover Fiat. Vedremo. Diverso il discorso turco dove potrebbe esserci molto fermento ma per prodotti che non dovrebbero arrivare da noi considerando che il caso della Tipo rimanga un’eccezione.

E in casa nostra? Nessuno ha parlato dell’Alfieri e qui ci sono due correnti di pensiero: che i modelli Gt e cabrio previsti a Modena riguardino proprio la tanto bella granturismo che sta invecchiando prima di vedere la sua luce, oppure che il piano annunciato si limiti a un prolungamento dei modelli attuali in attesa della sua venuta. Mah.
Infine si è parlato di una nuova Panda. Ma sarà davvero nuova? Già perché da oltre tre anni esiste un progetto entusiasmante e avveniristico in attesa della benedetta approvazione, rallentato si vocifera per i costi troppo alti. Magari si trattasse di questo, ma la paura (per noi vecchi innamorati di una Fiat che sulle utilitarie era sempre un decennio avanti sulla concorrenza) è che si ripieghi su una vettura più convenzionale anziché osare davvero come buona tradizione.

Infine, dai piani annunciati, è sparita la Jeeppina, su base Panda, che pare bellissima e che prevederebbe anche una versione con la copertura in tela come le Jeep degli inizi, quella diventata famosa durante la seconda guerra mondiale. Doveva nascere a Pomigliano per essere poi venduta in tutto il mondo, ma oggi il suo posto è stato preso dalla SUV piccola dell’Alfa Romeo. Non sarà che dopo le minacce di mettere tasse esagerate sulle vetture d’importazione, alla fine verrà prodotta negli States?

Vorrei spendere due parole anche sulla scelta di rinviare lo stop alla produzione di motori diesel. Mi pare corretta, e forse le proteste dei francesi giungono al momento giusto. Non ci sono soltanto quelli che abitano nei grandi centri dove le limitazioni al traffico sono pressanti, ma c’è anche un’altra Italia che lavora e si sposta in altre aree dove le distanze sono grandi e che dei vantaggi che trova nel diesel non vuole rinunciare.(quattroruote.it)

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