Ford e VW studiano l’era della mobilità

Ford e Volkswagen a braccetto, dopo sei mesi di estenuanti colloqui, sviluppare furgoni commerciali e pick up di medie dimensioni per i mercati globali a partire dal 2022. Obiettivo comune di questo memorandum fra i due colossi è quello di farsi trovare pronti alle mutate esigenze della società moderna  ma anche di guardare all’interessante e danaroso mercato cinese.

Nel memorandum d’intesa di questa Global Alliance si parla  anche di auto elettrica, veicoli
autonomi e servizi di mobilità. Le economie di scala a partire dal 2023. <Dobbiamo dare forma alla prossima era della mobilità per venire incontro ai milioni di clienti nel mondo> – ha rimarcato il numero uno di Ford, Jim Hackett. Gli ha fatto eco Herbert Diess, Ceo di Vw definendo questo storico accordo <una pietra miliare>. Ford e Vw nei rispettivi listini offrono furgoni commerciali e pick up come Transit e Ranger (Ford) e Transporter, Caddy ed Amarok (Vw): vendite complessive per i due brand di 1,2 milioni di unità nel 2018. Ford, ina particolare pensa a furgoni commerciali più grandi per l’Europa, Vw punta ad entrare nel settore di furgoni e pick di medie dimensioni. Ma non è tutto: Diess ha svelato che investirà 800 milioni di dollari in una nuova fabbrica nel Tennessee per avviare la piattaforma elettrica MEb per assemblare, dal 2022, auto con la…scossa, incrementando la forza lavoro e ricevendo il plauso del presidente Usa Trump. Ford ha promesso di elettrificare l’intera gamma di auto (mild-hybrid e full electric fra cui un crossover ispirato alla Mustang già fra due anni).
Al Naias di Detroit Ford ha alzato i veli su due nuove versioni dell’Explorer, quella ibrida con autonomia di 800 km mentre la variante sportiva ST con cerchi da 21″ è stata sviluppata dal reparto Ford Performance con 230 orari. La Hybrid è spinta dal V6 da 3,3 litri benzina aspirato abbinato almotore elettrico con potenza complessiva di 318 cv. Vw ha presentato la variante aggiornata della Passat, la berlina prdotta localmente, totalmente diversa dalla omonima versione europea: solo un moore 2.0 TSI da 174 cv, trasmissione automatica a sei marce. Agli analisti del settore questa accelerazione del colosso Ford sul territorio europeo nasconde, il progetto di rinforzare il business oltre oceano ma anche di guardare al mercato cinese.

A sentir loro il piano di ristrutturazione di Ford nel Vecchio Continente ha urgente necessità di mettere le ali ai piedi. In agosto fermerà la produzione nello stabilimento francese di Bordeaux, rivedrà la joint venture in Russia, sta riflettendo su un eventuale stop della produzione di C-Max e di Grand C-Max in Germania e disporrà di un unico ufficio centrale in Gran Bretagna. La forza lavoro impiegata dal costruttore americano in Europa è costituita da 53.500 unità, dislocati oltre che in Germania e in Gran Bretagna anche in Spagna prevede un migliaio di esuberi che Ford punterebbe a gestirli su base
volontaria in perfetta intesa con i sindacalisti locali.

Business ribadito da Steven Armstrong, vice presidente e presidente del Gruppo
nell’area Emea, in una recente conference call, dove ha annunciato <che Ford investirà a lungo termine nei veicoli, nei servizi, nei segmenti con il preciso obiettivo di tornare alla redditività il più presto possibile. Il nostro business va ridisegnato completamente>. La
divisione europea di Ford ha accusato una perdita di 244 milioni di dollari nel terzo trimestre del 2018, rispetto ai 190 milioni del 2017. <Una hard Brexit> l’ha definita Armstrong. La scure di Ford sull’Europa segue il passo ancora più deciso di General Motors con il ritiro dal Vecchio Continente e con la vendita di Opel-Vauxhall a Psa.
E non dimentichiamo che i tedeschi di Volkswagen devono farsi perdonare il dieselgate.

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