Incidenti stradali : ogni giorno nove morti e 700 feriti !

Dalla recente pubblicazione dei dati sugli incidenti stradali del 2017 fornita da Aci -Istat  scaturiscono, a mio parere,  due principali caratteristiche:  non si nota un sostanziale miglioramento rispetto all’anno precedente e in non pochi casi emerge un peggioramento.  Alcuni dati possono avvalorare questa considerazione.

Il numero degli incidenti con danni alle persone rimane quasi identico (174.933 nel 2017 contro i  175.791 del 2016:  uno 0,5%  in meno) ed il numero dei feriti scende  di un 1%:  2.400 persone circa non hanno dovuto andare al Pronto Soccorso. Hanno avuto bisogno di cure ospedaliere solo 246.750 persone contro le 249.175 del 2016.  Lo scarto è statisticamente quasi irrilevante.  Gli automobilisti deceduti (1.464) sono diminuiti dello 0,4%; maggiori miglioramenti si riferiscono ai decessi dei ciclisti (254 in tutto,  un -7.6 %)  e degli utenti di ciclomotori:  92, con un decremento del 20,7%.  L’altro dato di un certo rilievo è la diminuzione dei morti nei cosiddetti Grandi Comuni (una quindicina): qui la percentuale dei decessi si è sempre aggirata negli anni attorno al 40% del totale, dal momento che un incidente a 30 o 40 km orari è come cadere dal quinto piano di una casa. Quest’anno i “morti urbani” diminuiscono di quasi il  6%, esattamente del 5,8%.  I bambini deceduti sono stati 43, sei in meno dell’anno precedente.

Questi i principali dati “non negativi”

Rispetto ai peggioramenti si deve subito segnalare che, nel complesso, aumentano i decessi, 3.378 contro i 3.283 del 2016.   Sono state  95 le persone decedute in più,  con un aumento di quasi il 3% (il 2,9%).  Tra i feriti, che sono stati in leggerissima diminuzione, quelli gravi sono stati sempre oltre 17.000: si tratta di persone che hanno necessitato,  e molti ancora necessitano e necessiteranno,  di cure particolari, la più ovvia delle quali è l’uso della carrozzella. I pedoni deceduti sono stati 600 (più 5,3%) ed i motociclisti sono saliti a 735, con un aumento dell’11,9%.

L’obiettivo europeo di ridurre al 2020 i morti del 50% rispetto al 2010 si allontana nel nostro Paese e resta difficile ridurre a “Zero” il numero dei bambini che perdono la vita, quasi sempre per responsabilità, o meglio,  irresponsabilità  dei loro genitori.

Debbo dire che sono rimasto sconfortato davanti a questi dati, ma non stupito.  Sono ben note le tante cause e le altrettanto tante concause che favoriscono un incidente e tre sono considerate le principali da parte dei soggetti più autorevoli, a partire da Asaps, l’associazione degli amici e dei sostenitori della Polizia Stradale. Si tratta della distrazione, del mancato rispetto della segnaletica e della velocità eccessiva.

La distrazione del conducente non è dovuta solo all’uso del cellulare, anche se questa è tra le principali. Si aggiunga la attraente tecnologia di bordo della vettura, la invadente cartellonistica pubblicitaria lungo le strade, la segnaletica di direzione spesso  irregolare,  la micidiale monotonia dei viaggi casa – lavoro, l’assunzione di cibo e di bevande, l’accensione di una sigaretta…. Sono tutte cause arcinote, a partire dal cellulare, ma perché allora le infrazioni per uso del cellulare sono state soltanto 145.815, cioè 400 al giorno, in tutt’Italia,  quando solo a Milano si stima che un conducente su dodici utilizzi questo strumento e che quindi siano circa 200.000  coloro che lo usano in ogni giorno feriale ?

Per il mancato rispetto del semaforo e dello stop, limitiamoci a questi due soli aspetti, son convinto che non serva innalzare l’ammontare della multa, ma sia molto più efficace un sistema di controlli su strada, in città e fuori, utilizzando le norme attuali. Manca il personale, dirà qualcuno. Allora  togliamo alla Polizia Locale i compiti legati all’igiene alimentare,  all’edilizia, all’ambiente, ecc. e  utilizziamola su strada.

Infine, per la velocità eccessiva, sono convinto che le applicazioni tecnologiche esistenti,  sia su strada, sia sul veicolo, permettono di far rispettare i 50 km/orari in città  e,  fuori, i 70, i 90 i 110, … Sono tecnologie che permetterebbero tra l’altro di variare i limiti in funzione di orari, di giorni feriali o festivi, di situazioni particolari. Sono tecnologie di un costo irrisorio,  avvalorate dai più importanti istituti europei e dalla stessa UE.

E’ fin ovvio che per ciascuno di questi tre gruppi di problemi e di soluzioni, un ruolo determinante deve esser svolto  dalla informazione: una informazione non retorica, ma attraente, proprio  come quelle pubblicità che ci distraggono alla guida.

Ma costa, dirà qualcuno, non abbiamo le risorse.  Ma costano di più i 19,3 miliardi di euro che abbiamo sprecato nel 2017,  ogni giorno  con  nove morti, con quasi 700 feriti e, tra loro, con i  46 arrivati in ospedale in codice rosso.

 

 

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