La Commissione Europea blocca il pedaggio riservato agli stranieri sulle autostrade tedesche

È stato rimandata l’introduzione del pagamento di un pedaggio sulle autostrade tedesche riservato esclusivamente alle auto con targa straniera. Il bavarese Alexander Dobrindt, ministro federale dei trasporti tedeschi ha deciso di posticipare l’entrata in vigore della norma, che ricordiamo essere il simbolo della campagna elettorale del suo partito, la CSU. Non è che il tedesco si sia improvvisamente ravveduto sulla strada di Berlino e neanche che la decisione sia stata una sua iniziativa. In realtà, è stata la Commissione Europea ad aprire una procedura d’infrazione contro la Germania. Bruxelles, infatti ha preso in seria considerazione una lettera dell’Austria all’UE nella quale si chiedeva di sollecitare una verifica del provvedimento. Secondo anche molti analisti tedeschi, il dispositivo potrebbe ledere il principio di non discriminazione dei cittadini a causa della loro nazionalità.

Con il pretesto dichiarato era quello di finanziare la manutenzione delle strade e avviare nuovi investimenti nelle infrastrutture, la CSU aveva chiesto l’introduzione del pedaggio autostradale, da sempre gratuite per i veicoli privati, ma solo a carico degli automobilisti stranieri perché, aveva dichiarato Horst Seehofer, governatore della Baviera e alleato di governo di Angela Merkel a Berlino, quando i tedeschi vanno in ferie all’estero pagano, ma gli stranieri che transitano per la Germania no. Un procedimento che penalizzerebbe soprattutto gli automobilisti di Paesi Bassi e Scandinavia e non certo di Italia, Croazia, Slovenia, Francia e Spagna, che sono le principali mete turistiche.

Per fare pagare soltanto gli stranieri, il fantasioso Dobrindt con i funzionari del suo Ministero avevano inventato una soluzione che prevedeva l’introduzione del pedaggio, chiamato “diritto per le infrastrutture”, per tutti, solo che agli automobilisti locali sarebbe stata ridotta la tassa di circolazione in misura pari all’importo del pedaggio. Di quanto slitterà il procedimento non si può sapere, rimane il fatto che questo caso è l’ennesima dimostrazione di come una vera Europa unita rimanga ancora una chimera, fin quando prevarranno gli interessi nazionali se non addirittura quelli regionali.

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