La lotta agli incidenti in Lombardia

Sono stati presentati i dati relativi agli incidenti stradali 2015 in Lombardia, frutto dell’attività del Centro di Monitoraggio della Sicurezza Stradale dell’assessorato e di Eupolis, l’istituto regionale per la ricerca, la statistica e la formazione. Sul sito www.protezione.civile.regione.lombardia.it è riportata l’intera documentazione e qui se ne dà una veloce sintesi, accompagnata da alcune altre informazioni, soprattutto di metodo.
La prima parte della conferenza stampa è stata dedicata all’esposizione dei dati. Dati che, nel bene e nel male, riflettono abbastanza l’andamento nazionale: diminuiscono gli incidenti (quasi 33.000) ed i feriti (poco più di 45.000), ma aumentano i decessi: 478, 30 in più rispetto al 2014.
Al di là di ogni considerazione sulle conseguenze umane, il costo sociale degli incidenti lombardi nel 2015 sfiora i 3 miliardi di euro. “Quante iniziative di prevenzione si potrebbero svolgere con la sola centesima parte di questa cifra”, ha esclamato Fabrizio Cristalli, direttore dell’assessorato.
Tra le motivazioni principali degli incidenti tra veicoli (in tutto più di 22.000), figurano la mancata distanza di sicurezza e la guida distratta. Da segnalare che dei più di 3.300 incidenti di un veicolo contro un ostacolo, quasi il 17% è stato causato da distrazione.
E proprio alla distrazione è stata dedicata la seconda parte della conferenza, con quattro contributi di natura tra loro completamente diversa. Una sociologa ha illustrato le distrazioni legate non solo all’uso del cellulare, ma anche al “vagare della mente” per i più diversi motivi, lo stress o l’aggressività; un neurologo ha descritto i meccanismi fisiologici del sistema cerebrale che “ha bisogno” del sonno e dei momenti di rilassatezza; un ingegnere ha dimostrato, a proposito della distanza di sicurezza, quanto incida quel secondo di reazione occhio – piede prima che inizi l’effetto del piede sul pedale del freno; un rappresentante dell’associazione delle imprese assicurative ha dimostrato l’importanza delle nuove scatole nere, proiettando alcune distrazioni di guidatori, qualche secondo prima che provocassero un reale incidente. Si tratta ovviamente di filmati veri, tratti da Paesi come la Corea del Sud e l’Inghilterra che non hanno i vincoli di privacy italiani…
Merita segnalare infine due attività che il Centro di Monitoraggio svolge: la collaborazione diretta con Istat, per la trasmissione dei dati: in questo modo l’ente regionale conosce meglio la situazione del proprio territorio e non si rischia di perdere qualche incidente “per strada”.
L’altra attività, forse ancor più importante, è l’incrocio degli incidenti in una determinata strada extraurbana con il numero di veicoli che transitano per quella strada, quel dato che gli ingegneri del traffico chiamano il TGM, Traffico Medio Giornaliero. Si evidenziano così aspetti apparentemente strani: può ad esempio risultare più pericolosa una strada provinciale, con scarso traffico e anche con pochi incidenti, rispetto a strade più famose per esser spesso citate nei bollettini dell’infomobilità: la pericolosità non è più legata in modo superficiale al numero degli incidenti accaduti, ma al loro rapporto con i sinistri.
Ciò permette, ha sostenuto con soddisfazione l’ing. Bruno Donno, responsabile operativo di questo sistema, “di impostare le iniziative di messa in sicurezza nei luoghi dove un utente della strada ha maggiori probabilità di incorrere in un incidente e quindi di poter avere un metro con cui misurare le priorità degli interventi”.
Per tutta la mattinata è stata presente ad ascoltare l’assessore Simona Bordonali: così, il suo intervento finale non è stato il solito discorso retorico, ma un intervento che aveva le basi su una squadra che cerca di migliorare il proprio lavoro. E allora vale la pena di farlo sapere.

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