Le automobili elettriche saranno immortali ?

Lo spunto per quest’articolo è nato da due parole scambiate con un rappresentante dell’ATTS (Associazione Torinese Tram Storici, un’istituzione in questo campo: www.atts.to.it). Di fronte ad un plastico fatto con i lego che rappresentava alcuni monumenti torinesi, ho chiesto un po’ di notizie relative ai tram di Torino. Ho scoperto così che quelli più datati sono “nati” da mezzi costruiti anche prima della seconda guerra mondiale. Saranno così longeve anche le automobili elettriche? Sono da considerare “tram a 4 ruote” in termini di resistenza al tempo? Senza il motore termico (e i suoi molteplici pezzi soggetti ad usura) quello che si può usurare sono solo altre componenti meccaniche come le sospensioni, i cuscinetti e altri meccanismi come gli alzacristalli elettrici.

In fondo l’80% della manutenzione della vettura riguarda caro vecchio propulsore termico. Un “sistema” che sta diventando sempre più complesso: un moderno motore diesel sovralimentato è veramente complicato. Le normative antinquinamento hanno ulteriormente aumentato il numero di componenti.

Tutti elementi che non ci sono invece in un veicolo elettrico, come ad esempio mezzi come il francese Renault Twizy, la nipponica Nissan Leaf, l’americana Tesla e la Smart (ovviamente nella versione alimentata ad energia). Questa qualità aumenta se si considera anche la resistenza della carrozzeria: quelle della Twizy e della Smart sono di materiale plastico: una sorta di “pelle” che viene applicata su un telaio. Un concetto simile a quello delle moto (telaio rivestito di materiale plastico, ormai pochissimi componenti della “sovrastruttura” sono in metallo).

La normative in materia di emissioni diventano sempre più rigide e provocano l’obsolescenza del propulsore. E vetture ancora funzionanti diventano improvvisamente “vecchie”. Il loro destino? Essere demolite o esportate all’estero.

Lo stesso discorso vale anche per le due ruote: anche nel caso degli scooter il componente che necessita di maggiore manutenzione è il propulsore. Eppure, nonostante questo, il mercato italiano è dominato dai mezzi con motore tradizionale.

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