Il “monovolume” è finito, lo dice il mercato

Si chiamerà Crossland X la prossima Opel nata per sostituire la Meriva.
Quella X è sinonimo di trasversalità, cavalca le tendenze.
E non avrà più un’erede battezzata Picasso (anche se il nome è ancora misterioso) la nuova Citroën C3 in versione «gigante».
Per non parlare della Scenic, la ex regina dei monovolume compatti che ha cambiato… genere trasformandosi pure lei in crossover: una mutazione genetica debitamente reclamizzata, non a caso. Tre indizi, semmai ce ne fosse bisogno, fanno una prova: gli Mpv non vanno più di moda. Tradotto per il volgo, è finita l’era dei monovolume.
Perlomeno nelle terminologie di marketing, perché la sostanza è poi sempre la stessa: vetture più grandi, versatili, capaci di ospitare comodamente anche una famiglia e un bel po’ di bagagli. La differenza è che oggi questi modelli “oversize” devono darsi un look da Suv o da crossover (a volte basta un po’ di plastica appiccicata alla carrozzeria, non sempre – anzi quasi mai – si parla di 4 ruote motrici che pesano e costano care).
Esiste, è vero, qualche gradevole eccezione, come la 500L rimasta fedele al copione iniziale: però lei è facilitata da quella sua orbita «glamour», grazie al fatto di chiamarsi 500. E tanto basta per farla durare nel tempo e proiettarla “al vertice del proprio segmento”.
Il fenomeno della mutazione di genere è generalizzato, non limitato all’Italia. Prende perlomeno tutta l’Europa, da quando Nissan inventò con Qashqai la generazione dei crossover, specie fortunata poi imitata da tutti i costruttori. Oggi basta dire “mi sono fatto un crossover” e hai una macchina che fa figo.
Lo dicono anche i numeri. Curioso spulciare i dati di vendita comunicati a fine anno dall’Unrae (l’associazione dei costruttori esteri operanti nel nostro Paese).  A volte sono un po’ ermetici, con terminologie desuete come “fuoristrada”, ma rendono bene l’idea. Sono lo specchio dei tempi. Dunque, in Italia dominano ancora le berline, che spaziano dalle classiche tre volumi alle compatte con portellone, tipo Panda o Golf per intenderci: sono state oltre un milione (esattamente 1.009.126, +14%) in un mercato complessivo di 1,8 milioni cresciuto lo scorso anno del 16,2%. Ma in questo segmenti c’è un po’ di tutto, comprese le citycar, logico che sia il bacino d’utenza più grande. Poi ecco le modaiole: crossover (quelli classici, tipo 500X o Juke) 341.161 immatricolazioni, +28,9%. Fuoristrada (con trazione integrale obbligatoria) 153.872, +19,3%. Le station wagon  (138.338, +18,2%) resistono brillantemente grazie soprattutto ai marchi premium, mentre cabrio (8.952) e coupé (6.114) restano una nicchia per cultori e appassionati del genere.

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