No servizio? No pedaggio!

Non ci si può credere. La neve, annunciata con larghissimo anticipo dai meteorologi, puntuale arriva e fa scoprire alle sorprese e inebetite amministrazioni comunali che esiste l’inverno. Nonostante i gettoni di presenza profusi a iosa per tavoli e riunioni che discutono sul sesso degli angeli quei cinque minuti che servono per assicurarsi la prebenda (cioè il gettone di presenza che sommato giorno dopo giorno vale oltre 2000 euro al mese), un piano antineve efficiente e accurato non esiste in gran parte dei comuni italiani. Uno scandalo annunciato che ha avuto esilaranti polemiche nel passato, a cominciare dai sindaci di Roma, da Alemanno a Marino ma anche quelli di Milano e Torino non ne sono indenni.

In questo la neve si dimostra democratica, forse perché piace a quasi tutti, alla gente ricca e meno abbiente. Molti cittadini si attrezzano per conviverci amichevolmente e senza dare problemi agli altri utenti della strada. Comprano automobili con la trazione integrale, di dimensioni umane, senza per forza esibire Suv da 100 mila euro, si equipaggiano con gomme invernali e catene, ma se appena la neve rimane appoggiata sulla strada, se il termometro scende sotto lo zero e fa ghiacciare le strade, non ci si muove in più. Perché gli imprudenti si mettono in viaggio con auto improponibili per battere il generale inverno, alcuni tir si intraversano non appena devono affrontare una salita neanche tanto ripida o una discesa neanche tanto impegnativa e per rimuovere i bisonti della strada e riattivare il traffico occorre aspettare ore e ore, mentre le code si allungano di km e km. E i controlli che dovrebbero prevenire o perlomeno limitare i disagi, come spesso accade in Italia, sono fatiscenti.

La neve, d’altronde, è democratica e coinvolge tutti. La mamma che porta a scuola il bambino scivola sul marciapiede. Il postino che gira in bici è costretto a restare chiuso in ufficio. L’anziano che deve andare a fare la spesa non può attraversare la strada bloccato dalle montagne di neve ammassate dagli spazzaneve. Anche i treni non sono in grado di convivere con neve e gelo, e la domanda sorge spontanea: ma le linee e i convogli sono stati studiati, progettati, collaudati solo per viaggiare in estate e in primavera? I primi a soffrirne sono i pendolari. Proprio quei cittadini che usano i mezzi pubblici per andare a lavorare, a scuola, all’università sposando la mobilità sostenibile. Per loro il destino è segnato. Non appena comincia a nevicare la lista dei treni cancellati diventa lunghissima!

Ma quello che fa “incazzare”, che se ci si pensa mentre si sta guidando costringe a tenere ben ferme le mani sul volante, è quello che succede quando nevica in autostrada. Sì proprio su quelle arterie fondamentali per il paese, che collegano da Sud a Nord, da Est a Ovest. Per percorrerle si pagano salati pedaggi: l’Aosta-Milano costa più di 30 euro, anche se un quarantina di km di autostrada sulla Torino-Milano da 15 anni sono “rallentatissimi” dai lavori perennemente in corso. Eppure basta una nevicata, anche del tutto prevista, per tagliare in due o in quattro il paese, per bloccare il trasporto commerciale. Non si deve dimenticare che in passato, sull’Adriatica, migliaia di automobilisti rimasero fermi, isolati, “sequestrati” per tutta la notte per costringerli a uscire dai caselli dove si pagava il pedaggio!

Camionisti e automobilisti hanno di certo le loro responsabilità, ma se c’è il ghiaccio perché non si è provveduto a spargere il sale, se si sbanda perché la carreggiata non è stata liberata dalla neve, la responsabilità non è solo di chi percorre l’autostrada imprudentemente, ma anche di chi organizza e magari ritarda il servizio antineve per tagliare i costi, mentre per chiedere gli aumenti dei pedaggi gli stessi manager sono molto più che tempestivi.

Insomma volete mettere alla berlina un politico? Chiedetegli di allestire un piano antineve e di rispettarlo. Volete che ci sia un po’ di giustizia per gli automobilisti che rimangono bloccati dalla neve in autostrada? Chiedete ai garanti di non far pagare i pedaggi quando i responsabili delle strutture non sono in grado di assicurare la mobilità. Niente servizio, niente pedaggio!

1 commento
  1. Sergio Casagrande
    Sergio Casagrande dice:

    Pienamente d’accordo. In un Paese civile non dovremmo essere neppure essere noi a chiedere di non pagare il pedaggio in occasioni del genere, ma dovrebbero essere gli amministratori delle stesse aziende che hanno in gestione le autostrade ad annunciarlo subito dopo le scuse…

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