Rosalie (…e le altre) a Rétromobile

Per i suoi cento anni, sullo stand di Rétromobile (e nel poster del Salone stesso, con la Traction) Citroēn ha esposto trenta modelli che il “mood” attuale richiede di definire “iconici”. E così sia: in effetti, dieci modelli di serie, dieci concept-cars e dieci auto-racing, tutti carichi di storie, alcune già raccontate su “Autologia”. https://autologia.net/author/walter-brugnotti/

E’ il caso dell’autocingolato “Scarabée d’or”, replica del veicolo-comando di Georges-Marie Haardt, capo della Crociera Nera e della Crociera Gialla. O della Tipo A, naturalmente, il cui primo esemplare fu consegnato al suo primo cliente in assoluto, il 7 luglio 1919, da Andrè Citroen stesso, con l’accompagnamento di una fanfara di sessanta elementi che salutò e celebrò la fortuna capitata a monsieur Testemolle, commerciante di bestiame nel dipartimento di La Corréze. E probabilmente avrà attirato l’attenzione anche un curioso veicolo color blu di Francia, con la coda a becco di uccello in una carrozzeria aerodinamica contrassegnata dal numero “4”: evidente la destinazione sportiva, curiosa l’associazione con un vezzoso nome femminile, “Rosalie dei records”. Si tratta della replica della monoposto protagonista di un episodio emblematico per l’intreccio di aspetti tecnico-sportivi e di comunicazione con l’approccio personale di Citroen a tutti i problemi che si trovava ad affrontare – o che si inventava.

Per cominciare, l’avventura di Rosalie (nella foto) era nata come l’avventura di un’altra azienda e di un altro “patron”. Monsieur Dintilhac, amministratore delegato della società di lubrificanti Yacco, aveva cominciato già nel 1925 a mettere in pista automobili di serie per prove di durata che esaltassero la bontà dei suoi prodotti. E per sei anni utilizzò automobili Voisin, per poi passare, nel 1931, alla Citroen C6F, un sei cilindri di 2442 cm3, che fu carrozzata – come monoposto – in alluminio profilato e messa a punto da César Marchand, tecnico e pilota già da Voisin. Marchand, assistito da una squadra di cinque meccanici, tra i quali suo fratello Lucien, la mise in pista a Monthléry e tutti quanti si alternarono alla guida ogni cinque ore, campeggiando negli intervalli sui prati del circuito.

Era nata Rosalie 1: non si sa bene se il nome fu dato perché scelta il giorno di santa Rosalia o più’ probabilmente pensando al ritornello di una canzone in voga – “Rosalie è partita / se la vedi riportamela !”- curiosamente adatto, peraltro, visto che tra il 22 ottobre ed il 10 novembre 1931, Rosalie percorse venticinquemila chilometri sotto il controllo dell’Automobile Club, che registrò quattordici nuovi records internazionali. A quanto pare Citroen, per il momento, abbozzò. Non amava le competizioni, né in pista né su strada: un’avversione maturata molti anni prima, quando la Parigi – Madrid del 1903 era stata interrotta dopo un incidente che era costato la vita a quattro piloti e sei spettatori. L’unica partecipazione di una Citroen ad una gara in Francia, si ebbe in occasione di una Le Mans, peraltro non terminata: Citroen aveva scelto la via delle dimostrazioni di qualità, solidità, sicurezza e delle performances estreme, prolungate e spettacolari: “Scarabèe d’or” ne è la dimostrazione, come si diceva.

E comunque: poco prima che Rosalie cominciasse a inanellare giri di pista, aveva firmato un accordo con Mobil, concorrente di Yacco…Quindi fece finta di niente, o quasi. Ma Dintilhac era entusiasta e verosimilmente ingolosito: prima della fine del ’31 fece acquistare una C6G, dalle stesse caratteristiche di base del modello precedente, salvo la novità del “motore flottante”, sei cilindri di 2650 cm3. Marchand la rivestì con la carrozzeria della prima monoposto ed ecco Rosalie 2, che dal 5 marzo al 14 aprile 1932 percorse centomila chilometri a 108 km/h di media. Ma il 14 aprile a Monthléry c’era anche Citroēn, anfitrione di un banchetto organizzato nel ristorante dell’autodromo, dispensatore di smaglianti sorrisi, battute, calorose strette di mano: e altrettanto calorosi complimenti a Dintilhac, e baci a Marchand, al quale firmò un buono “per una Citroen a sua scelta”. E Rosalie fu rimessa in pista per altri trentaquattromila chilometri, fino al 21 aprile: in totale, sessanta records internazionali e trenta mondiali, senza una riparazione e con un solo cambio d’olio. A motore ancora caldo, Citroen mise in palio un milione di franchi per chi avesse battuto Rosalie entro il primo ottobre, cioè prima dell’inizio del Salone di Parigi: si era impadronito di tutta la faccenda. Al Salone la nuova gamma, le “8”, “10” e “15”, carrozzeria in acciaio, forme avvolgenti, motore flottante, si chiamarono tutte Rosalie. L’anno seguente, mentre era in corso la demolizione e la ricostruzione degli impianti di Javel e la Traction Avant era allo studio, a Monthlèry, il 15 marzo apparve una nuova Rosalie, con il numero “4”. E la “3”?! Nei mesi precedenti era stata protagonista di un tentativo di battere il record delle ventiquattro ore: si era trasformata una “15 Légère”- sempre sei cilindri, ma 2650 cm3 – probabilmente messa in pista troppo in fretta, infatti si fermò alla nona ora. Rosalie 4 fu invece preparata sulla base della “8”, con motore quattro cilindri di 1452 cm3: sarà’ perciò e per sempre “Petite Rosalie”, il che non le impedì di divorare trecentomila chilometri (298.298,902 per l’esattezza), prima di essere fermata il 27 luglio. Aveva tenuto una media di 93,5 kmh e stavolta i records internazionali battuti erano 193 e 106 quelli mondiali, validati da otto funzionari dell’Automobile Club, un cronometrista ufficiale e dai controlli pezzo per pezzo in parallelo con una “8” prelevata dalla catena per verificare che tutti fossero di serie. Lo erano: Citroen questa volta mise in palio tre milioni di franchi e diede il via ad affissioni, depliants, esposizioni in tutta la Francia…nel frattempo portò a termine i nuovi impianti di Javel e nella primavera del ’34 avrebbe presentato la Traction Avant, ma nulla bastò ad evitare il disastro ed il passaggio dell’azienda a Michelin.

Le Rosalie non smisero pero’ di correre: la 3, ve la ricordate? Divenne la 5 e in totale si sarebbe arrivati a nove: le ultime tre furono Traction. Rosalie 7 e 8 erano Traction 7 private di parafanghi e paraurti : la 8 stava ancora frantumando records nel luglio del ’35, mentre Citroen si spegneva. Rosalie 9 (una Traction 11) percorse centomila chilometri su strada ancora nel 1936.

Per qualche ragione ignota ma probabilmente connessa all’austerità Michelin, furono tutte distrutte. Restarono soltanto le Rosalie giocattolo e le Citroennette Rosalie elettriche, gli ultimi regali del “patron”ai suoi piccoli clienti.

brugnotti 1

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