Sette domande a Simona Magnarelli

Simona Magnarelli, una romana a Torino, e te ne accorgi subito,  appena inizia a parlare, nel tempo capo ufficio stampa di importanti marchi automobilisti di Oriente e di  Occidente. 

Ha vissuto qualche anno a Sydney, si definisce “aspirante globe-trotter fallita”.  

Ha il viaggio nel sangue. 

Ha portato un vento nuovo, ricco di energia,  in un mondo “stampa-auto” ancor oggi  felpato e liturgico.

1 – Traffico romano e traffico sabaudo.  Dove ti senti a casa?

A Torino non sapete nemmeno cosa significhi “traffico”. Al di là delle distanze, che ovviamente a Roma sono diverse, l’incertezza sul tempo necessario per coprire un percorso abituale è una condizione esistenziale quando vivi a Roma. Così come l’ansia da parcheggio … In tutti gli aspetti legati alla mobilità (traffico, parcheggi, qualità del manto stradale) la mia vita a Torino è decisamente più comoda.

Considerando inoltre il meraviglioso lusso di vivere in centro e di muovermi spesso a piedi … parafrasando Culicchia, direi che oggi Torino è casa mia.

2 – E dietro la curva, mannaggia… un autovelox o invece … ?

Dietro la curva uno scorcio meraviglioso. Mi vengono in mente le strade della Provenza, del Luberon … dove ogni paesino è un quadro incantevole. Viaggiare in macchina … anche senza dover arrivare da nessuna parte, vedendo scorrere il paesaggio fuori dal finestrino, è una delle cose che amo di più al mondo. Ascoltando musica, chiacchierando o in silenzio, fermandosi quando si vuole, modificando l’itinerario …

3 – Presentazione stampa di un auto un ricordo, un aneddoto …

In genere è la prima quella che non si scorda mai. Era il 2000 e alla conferenza stampa c’erano 62 giornalisti. A parte me, una sola donna Italia Mancuso e l’età media superiore al mezzo secolo. Ecco in 2 decenni lo scenario è completamente cambiato, soprattutto grazie al web, c’è stato un profondo rinnovamento. Non necessariamente “nuovo” significa “migliore”. La preparazione, la passione e la professionalità di alcuni di quei “grandi vecchi” è ancora oggi un modello a cui ispirarsi.

4 – Magnarelli bambina, in viaggio con papà … 

Papà, alfista convinto, appassionato di motori ma estremamente prudente. Non ho preso da lui. Ossessionato dal traffico, dei viaggi in auto con lui ricordo le sue meravigliose scorciatoie impossibili. Posti distanti pochi chilometri diventavano irraggiungibili attraverso sconosciute strade secondarie che avevano però il vantaggio di essere deserte.

Ancora oggi è così … quando si viaggia con mio padre, meglio non avere fretta.

5 – Punti della patente persi per strada …

Persi per strada per superficialità … quasi sempre lungo statali dove la velocità non rappresentava un pericolo. Ovviamente non posso dire di essere vittima di ingiustizie. Soprattutto quella volta in cui sono passata con un rosso alle 3 di mattina ad un incrocio deserto. Ho superato un’auto che era lì ferma in attesa del verde e mi sono ritrovata con 2 multe. 6 punti di decurtazione per il rosso e 10 per l’invasione di carreggiata durante il sorpasso di quella che non avevo notato essere un’auto della municipale.

6 – Ti piace più condurre o essere condotta? 

Mi piace molto guidare. Per me la patente e l’auto sono sempre stati sinonimo di libertà. Se sono da sola faccio telefonate, ascolto un audiolibro … o della musica. Non mi annoio. Però se guida qualcun altro non ho problemi. Non vado in ansia e mi fido del conducente.

Se si tratta di un uomo…subisco il fascino della velocità e l’abilità di trovare sempre un parcheggio, magari creativo.

7 – La parte dell’auto che ti piace di più.

Direi che guardo la linea del profilo. Non c’è una parte che mi colpisca più di altre, piuttosto un equilibrio delle linee. Mi piacciono le auto che hanno personalità, che hanno un loro stile unico e riconoscibile. Non sono sicuramente faziosa se menziono la Ypsilon come esempio riuscito di stile originale. Quando ho preso la patente chiesi ai miei di comprarmi la Y10. Arrivò una Panda. Bene ma non benissimo.

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