80 Euro

Cosa sono 80 euro al giorno d’oggi? Tradotto in cose pratiche sono una spesa settimanale per tre persone, un pieno per una vettura media o 4.000 auto. Sì, avete letto bene. Ma di quali quattro migliaia di vetture stiamo parlando? La risposta arriva dalla differenza di prezzo grazie alla quale Volkswagen Group Firenze Spa si è aggiudicata la fornitura di 206 Seat Leon destinate alle forze dell’ordine. Un piatto che però potrebbe ingrandirsi fino a raggiungere il numero sopra indicato. Fiat Auto Var (la divisione di FCA specializzata in questi allestimenti) ha perso la commessa perché le sue vetture costavano allo Stato 83 euro in più rispetto a quelle prodotte dalla Casa spagnolo.

Il bando della pubblica amministrazione è stato emesso con procedura accelerata perché pare che Fiat Auto Var non potesse più fornire le Bravo 2.0 Multijet, vettura di cui è cessata la produzione (e la Aegea, berlina media presentata pochi giorni fa a Istanbul, non è ancora commercializzata).

E così, esaurito anche l’ultimo lotto di Lancia Delta, si è dovuti ricorrere ad una procedura d’urgenza. Fatte tutte le esclusioni appare molto probabile che la vettura inserita nell’offerta di FCA fosse l’Alfa Romeo Giulietta.

Appare curiosa la ricorrenza in questa singolare vicenda degli 80 euro, già oggetto di titoloni sui giornali perché inseriti dal governo Renzi nelle buste paga dei lavoratori dipendenti.

La cosa è ancora più bizzarra se si mette in evidenza il recente accordo che lo stesso Governo ha stipulato con il gruppo tedesco per quanto riguarda l’assemblaggio dell’Urus, il famoso SUV Lamborghini.

Alcune riflessioni sono d’obbligo. Valutiamo i pro e i contro di queste vicende incrociate. Per il veicolo di Sant’Agata bolognese l’assemblaggio implica un aumento delle dimensioni della fabbrica e nuova manodopera. L’indotto invece non avrà particolari benefici perché la maggior parte dei componenti arriverà dall’estero. Gli incentivi del governo per quest’operazione pare siano stati tra gli 80 e i 100 milioni di euro.

Nel campo delle scelte politiche, tornando a bomba sul caso delle forze dell’ordine che utilizzeranno la vettura spagnola, ci sono sempre delle considerazioni da fare. Difficile quantificare in termini economici quanto influirà la mancata produzione di 4000 vetture sul territorio nazionale, i cui componenti sarebbero stati realizzati completamente in Italia. Per non parlare del “danno d’immagine” di cui parleranno in molti fino alla sfinimento. E’ vero: le auto straniere arruolate dalle forze dell’ordine non sono una novità. Se ne vedono tante della Polizia Stradale perché sono acquistate direttamente dalle società che gestiscono le autostrade. Questa commessa riguarda invece potenzialmente un discreta parte del parco auto delle forze dell’ordine.

Detto questo si deve dire che il bando è avvenuto seguendo la procedura europea. Dopo una prima selezione (nella quale sono state nelle fasi iniziali BMW Italia e Citroen Italia) sono arrivate le offerte in busta chiusa da parte di Fiat Auto Var e Volkswagen Group Firenze. All’apertura sono emersi gli 83 di differenza. Da qui l’aggiudicazione della commessa alla Volkswagen. Di fronte a questo risultato Fiat Auto Var pare abbia presentato ricorso al TAR del Lazio, azione che è stata respinta. Quali conclusioni trarre? Ad un normale cittadino verrebbe da chiedersi come mai il governo sia diventato improvvisamente esterofilo. E stride la frase che Renzi ha pronunciato quando ha visitato lo stabilimento torinese di Melfi: “Mi comprerei subito un’Alfa Romeo”. Lui sì, ma Polizia e Carabinieri no (per i motivi sopra descritti).

Quello che emerge in modo prepotente è la mancata realizzazione di un piano di sviluppo dell’industria automobilistica italiana, come già giustamente segnalato da qualche giornalista. Una scatola di soluzione che “racchiuda” in sé sia una strategia (a breve termine) sia una tattica (a lungo termine). Altrimenti avremo sempre delle situazioni nella quali si agevola una produzione di nicchia (3.000 esemplari all’anno di Urus Lamborghini) ma si rischierà di perdere la produzione di 4000 vetture perché di fatto non c’è più in listino una vettura come la Bravo. La cosa è ancora più paradossale se si considera che la Seat è stata venduta dalla Fiat alla Volkswagen nel 1985. Un’analisi del rapporto costi benefici sarebbe utile per valutare tutti gli aspetti di queste situazioni. Una cosa è certa: meglio fare qualcosa che non fare niente. L’importante è arrivare però ad una situazione che riporti la produzione di auto in Italia al livello di paesi come la Spagna e l’Inghilterra.

Ps: con la fornitura “unica” Gazzelle dei Carabinieri e Pantere della Polizia saranno uguali. Fatto che era già successo anche con le precedenti vetture di “punta” utilizzate dai due corpi: l’Alfa Romeo 159.

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