Il motore termico non molla: “Ci rivediamo nel 2124!”
Mentre l’Europa sogna un futuro elettrico e pianifica lo stop ai motori termici entro il 2035, Ferdinand Dudenhöffer, economista e cofondatore dell’agenzia di ricerca CAR, tira il suo sasso nello stagno: i motori a combustione interna potrebbero rimanere in circolazione fino al 2124. Avete letto bene, per altri cento anni! A parte qualche auto iconica costosissima già ai tempi nostri, chissà se tra cent’anni i nostri nipoti vedranno circolare le Fiat Panda anni Ottanta, che potrebbero continuare a ruggire – o meglio bofonchiare – sulle strade europee, magari alimentate con qualche strano additivo alternativo al carburante pieno di ottani di cui si nutrivano in giovane età.
La transizione all’elettrico non sarà certo tutta rose e fiori, e per capirlo basta guardare alla Germania. Qui, il governo ha detto addio agli incentivi per l’acquisto di auto elettriche, rendendo le termiche più attraenti che mai. Perché? Semplice: le auto a benzina sono una gallina dalle uova d’oro per i costruttori, con margini di profitto nettamente superiori rispetto alle elettriche. E senza sussidi a sostenere queste ultime, i produttori potrebbero preferire spingere ciò che rende di più.
In altre parole, la cara vecchia benzina sta giocando ancora le sue carte. Certo, i prezzi delle elettriche stanno calando, ma le strategie commerciali – e qualche promozione a suon di sconti – potrebbero mantenere a lungo in vita i motori termici.
Quindi elettrico avanti piano e non ovunque. Ci sono Paesi che corrono come la Norvegia, dove il BEV è ormai un dogma irrinunciabile, grazie a incentivi generosi e infrastrutture futuristiche. Ma altrove la faccenda è più complessa. Negli Stati Uniti, per esempio, le politiche ambientali oscillano come un’altalena: un giorno si punta sul green, il giorno dopo si riscopre il petrolio.
E poi c’è la Cina, che non solo domina nella produzione di veicoli elettrici e batterie, ma fa paura con i suoi prezzi stracciati. Tesla, la regina indiscussa del settore, rischia di trovarsi presto in difficoltà: da un lato c’è la pressione cinese, dall’altro un possibile rallentamento della domanda nei mercati occidentali.
Il futuro? Secondo Dudenhöffer sarà fatto di convivenza forzata tra motori termici ed elettrici, sarà un guazzabuglio globale insomma. In alcune regioni, il motore termico continuerà a spadroneggiare, complici infrastrutture inadeguate e prezzi ancora troppo alti per le elettriche. In altre, vedremo un’adozione più rapida delle batterie, spinta da politiche aggressive e dalla crescente consapevolezza ambientale.
Insomma, il motore a combustione non ha intenzione di andare in pensione tanto presto. Quasi sicuramente per anni le due tecnologie vivranno insieme, con buona pace di chi sogna un mondo totalmente elettrico. E nel frattempo, chissà, magari qualche Panda anni Ottanta continuerà a fare sentire il suo rombo – o almeno il suo borbottio – per le strade. A patto naturalmente che il proprietario trovi ancora (e chissà a che prezzi!) il carburante adeguato al suo motore…
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