BYD affila le sue “Blade” per il futuro elettrico
Avete presente quando i guru del marketing delle case costruttrici dicono che una cosa è rivoluzionaria ma voi non ne siete troppo convinti? Beh, stavolta forse non è proprio così. BYD, colosso cinese dell’elettrico, sta preparando per il 2025 la seconda generazione delle sue cosiddette “Blade Battery”, e la cosa sembra davvero interessante.
L’annuncio è arrivato durante la COP29 a Baku. Perché oggi le batterie non si presentano in sordina ma si annunciano con più risalto delle vetture e in grande stile alle conferenze sul clima!
Ma cosa rende così speciali queste batterie? Prima di tutto, sono basate sulla tecnologia LFP (litio, ferro e fosfato), famosa per essere economica, sicura e, fatto non trascurabile, meno dipendente da materiali critici come il cobalto. E poi c’è il trucco magico del cell-to-pack (CTP): una tecnologia che, detto in parole povere, si comporta un po’ come gli MP3 nel mondo della musica: elimina alcune parti che possono essere inutili. Le celle vengono montate direttamente nel pacco batteria, un po’ come fare le lasagne senza sprecare spazio tra una fetta e l’altra: più efficienza, meno costi, e pure più spazio per l’energia.
Le attuali Blade Battery non sono solo intelligenti, come abbiamo visto sono anche compatte. Le celle misurano 905 mm di lunghezza, 118 mm di larghezza e appena 13,5 mm di altezza, con una capacità di 202 Ah e una densità energetica molto elevata. Ma il vero punto di forza è la loro flessibilità: possono essere adattate a qualsiasi piattaforma, stanno bene dappertutto, dalle city car ai SUV elettrici.
E ora, con la seconda generazione in arrivo, BYD promette più sicurezza, più efficienza e, perché no, un po’ di spettacolo per mantenere il pubblico attento ed elettrizzato.
Nel grande gioco delle batterie, la chimica conta. Le LFP, come quelle di BYD, puntano su sicurezza e durata, ma le concorrenti NMC (nichel, manganese e cobalto) hanno dalla loro una densità energetica maggiore, utile per chi vuole fare più chilometri con una singola carica. Peccato che il cobalto, oltre a costare un occhio della testa, si porti dietro un fardello etico non indifferente. BYD ha scelto l’LFP, dimostrando che si può competere senza scendere a compromessi con l’ambiente.
Se pensavate che le Blade Battery permettessero un dominio assoluto nel settore da parte di BYD, ecco il colpo di scena. Altre aziende stanno lavorando sulle batterie a stato solido, che promettono sicurezza e densità energetica da record. Peccato che, per ora, abbiano un piccolo problema: costano come un’auto di lusso. Quindi, mentre aspettiamo che qualcuno abbassi il prezzo, BYD si gode il momento con la sua tecnologia.
Ovviamente, non si può parlare di batterie senza citare il riciclo. Ogni anno, un numero sempre maggiore di accumulatori esausti si avvia verso la pensione e l’industria si sta attrezzando per recuperarne i materiali preziosi. Nel frattempo, alcuni stanno esplorando soluzioni alternative, come le batterie al sodio, che potrebbero essere l’equivalente delle scarpe comode: magari meno performanti, ma perfette per chi non ha grandi pretese.
Con le Blade Battery, BYD non solo mostra i muscoli, ma punta anche a educare il settore: meno complessità, più sicurezza e uno sguardo al pianeta. La seconda generazione arriverà nel 2025, ma la strada verso un futuro elettrico e sostenibile è già spianata. E a quanto pare, BYD lo sta facendo con una lama affilata… ma ecologica.
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