A ognuno i suoi fantasmi

C’è chi ci crede e chi no. Certo è che nel mondo dell’auto più di qualcuno ne ha.

La smaterializzazione di Ferdinand Piech nella città dei lupi non fa dormire sereno più di qualcuno ma anche a Stoccarda, a Ingolstadt…

A Detroit, in GM, c’è chi lo ha scoperto solo questa estate e ci deve convivere, perché lo spettro di Sergio Marchionne non è detto che non riesca a far muovere gli azionisti e la grande finanza contro l’attuale Board che rifiuta le avances dell’italo canadese.

Piech e Marchionne nel passato hanno dimostrato che l’osso sono sempre riusciti a prenderselo e questo crea lunghi brividi gelati sulla schiena di tanti.

Ma la vera domanda da farsi è: cosa vogliono veramente?
C’è chi sostiene che dopo aver fatto giganteschi arrosti potrebbero poi buttarsi su meno pesanti e più gustosi spezzatini, con un asset AUDI-Porsche e pochi altri marchi per Piech; un’Alfa-Ferrari-Maserati per Marchionne e chi gli sta vicino. Secondo questa tesi i due fantasmi ingombranti stanno cercando castelli raffinati in cui potersi muovere senza il rischio di perdersi e di perderci, perché troppo grandi e costosi da mantenere e gestire, note tra l’altro tutte le incognite sul futuro.

Altri invece sostengono che riusciranno nelle loro intenzioni, per Piech mettere un suo uomo di fiducia sul ponte di comando; per Marchionne creare quello che non riuscì a nessuno, Avvocato compreso.

Nel contempo tutti convivono con altri fantasmi,  decisamente più pericolosi: quelli di Cupertino (Apple, Google…) che vogliono l’auto senza conducente per un cambio epocale; quelli che sotto i piedi hanno il petrolio che costa sempre meno (ieri uno scioccante report di Goldman Sachs con il barile a 20 dollari).

Fantasmi si, fantasmi no, certo è che nessuno oggi è esente dal sentire sinistri rumori.

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