Auto e Cinema: “Mirafiori Lunapark”

C’era una volta un quartiere di Torino, dove sorgeva la fabbrica di automobili più grande d’Europa. Un antico borgo contadino del XVI secolo che nel secondo dopoguerra si è trasformato in uno dei quartieri più popolati della città, un luogo simbolico per le lotte operaie, il terrorismo e l’immigrazione.

Di tutto ciò oggi non esiste quasi più nulla, non c’è nemmeno il “coraggio di sognare un lunapark” – come afferma Stefano Di Polito, regista del film “Mirafiori Lunapark” attualmente nelle sale cinematografiche, nel cui cast, insieme ai residenti, ci sono gli attori Alessandro Haber, Antonio Catania e Giorgio Colangeli. Una storia che Di Polito, nato proprio in quel quartiere, narra attraverso il linguaggio di tre ex operai Fiat che sognano di costruire un lunapark in una delle vecchie sedi abbandonate della Fiat (che nella realtà corrisponde al lotto che si affaccia su strada della Manta dove c’era il vecchio Centro Stile).

Il racconto mescola vicende surreali a elementi autobiografici del regista ed è ancorato alla realtà di un quartiere che ha fatto la storia del nostro Paese e ora è completamente trasformato. Anche se la fabbrica rappresenta un passato ingombrante che si vuole rimuovere, dimenticando che garantiva l’esistenza a molti e permetteva alle famiglie di far studiare i figli e di comprare casa. Un’esperienza ormai conclusa, bruscamente interrotta, con i figli che hanno studiato diventati tutti precari e quelli che hanno creduto nella fabbrica, trovandovi lavoro, che ora si sentono traditi.

Oggi Mirafiori è un quartiere triste, che si è impoverito, a dispetto della città che invece alla fine degli Anni Novanta ha iniziato la grande trasformazione che ha portato alle Olimpiadi e che, da industriale, è diventata città turistica e interculturale.

Anche la “fabbrica” non è più la stessa: si è notevolmente “ristretta”, dando definitivamente addio alla produzione di massa, che in passato ha portato Mirafiori ad avere fino a 70mila addetti, per essere annessa al cosiddetto polo del lusso di Grugliasco, sede dello stabilimento Maserati.
Ora, dopo le ferie, i lavoratori si sono presentati all’ingresso della storica porta 2. Per molti si è trattato del rientro in fabbrica dopo qualche anno di cassa integrazione, in vista dell’avvio della produzione del suv Maserati Levante. Certo i numeri sono ben lontani da quelli di un tempo, così come quelli del mercato dell’auto, ma il ritorno di 1500 operai a Mirafiori è molto più di una goccia dell’oceano. Accanto ad essi ci sono i lavoratori della linea della Mito e la realizzazione del secondo suv a Mirafiori, a marchio Alfa Romeo, potrebbe rappresentare la messa in sicurezza del sito.
Insomma, il “lunapark”, almeno per qualcuno, potrebbe non essere più un sogno.
Se la trasformazione delle fabbriche torinesi in poli di produzione specializzati sul comparto premium inizierà a dare i suoi frutti, un altro polo, quello del design, sembra destinato a un’ulteriore cura dimagrante.
Ma questo è un discorso che affronteremo un’altra volta.

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