Addio cara Pinuccia

Pinuccia, l’irrefrenabile Pinuccia Susani, non c’è più: la “Susi” come da anni la chiamavo affettuosamente. Se ne è andata all’improvviso, in pochi giorni, di fretta come sua abitudine. Una vita di corsa, anche quando non era il caso. Ma bisogna essere sempre presenti, sulla notizia. Quando stamane i colleghi Andrea e Marco di Aci mi hanno scritto per darmi la nefasta notizia non ci volevo credere.

“Pierluiiiiigiiiiiiiii… ciao!!!!, come staiiiii? Quando ci vediamo per un boccone dalle tua partiiii?” Ogni telefonata iniziava così, l’ultima (mai l’avrei immaginato) una settimana fa, ero sul treno, e la “Susi” voleva commentare con me la svolta dei Saloni dell’auto: lei, grandissima organizzatrice per l’Italia di quello di Ginevra, capace di riempire all’inverosimile le sale convegni di grandi alberghi come il Four Season e il Gallia di Milano per la presentazione dell’evento.

Pinuccia, una Istituzione per il mondo dell’auto, per anni e anni portavoce del gruppo Bosch in Italia, e proprio grazie a questo suo ruolo è nata un’amicizia (erano gli anni ’90) che si è consolidata nel tempo. Sempre di corsa, un “razzo” vivente, una parlantina da stordirti. E per questo unica, precisa, rigorosissima sul lavoro. Spesso dormiva in ufficio nell’elegantissimo palazzo di piazza Liberty, a due passi dal Duomo.

Un esempio di abnegazione e professionalità, sempre presente agli eventi, una grande PR in tutti i sensi. Anche dal punto di vista dell’amicizia e del volersi bene. Ultimamente la sentivo piuttosto delusa, ma sempre con il suo piglio vivace, per le vicende legate al “suo” Salone di Ginevra e al fatto che l’organizzazione aveva cambiato strategia anche come comunicazione. Sempre sorridente, un fiume in piena, le sue fantasie, la voglia di fare anche se non c’era niente da fare. Il parrucchiere di fiducia a Cannes, la griffe Chanel nel cuore, gli amati gatti, la mitica Bmw Serie 3 nera, l’incarico di comprarle quella particolare tinta per i capelli che solo a Tokio vendono, le cene di Natale dal suo amico chef al Four Season, i mille racconti, ma anche le delusioni e i rimpianti.

E poi la bellissima festa per i 100 anni della sua amata mamma, sempre al Four Season di Milano, allietata da un gruppo dialettale con le canzoni meneghine che hanno fatto la storia. Il suo papà era stato direttore d’orchestra, e quando la sua mamma – che sta rivedendo ora – è volata in Paradiso, per il funerale ha voluto un mini concerto di musica classica ad accompagnare la cerimonia. Che donna sei stata, Pinuccia, portavoce di amicizia e di affetto. Ti piango insieme alla mia famiglia a cui eri molto affezionata. Addio, cara Pinuccia. Hai accompagnato, con i tuoi suggerimenti preziosi, anche i tanti (allora) giovani giornalisti, io incluso, che piano piano si avvicinavano al mondo dei motori. Grazie per quello che mi e ci hai dato (P.Bonora da Facebook)

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