Al raduno Cisitalia: pochi ma buoni
In Italia le Cisitalia rimaste sono solo 30 o poco più, ma di queste almeno un terzo è in fase di restauro e altrettante hanno proprietari che sono perlomeno coetanei della coupé 202, che proprio quest’anno ha festeggiato i 70 anni.
Si comprende così che riunire 14 vetture per il Raduno Internazionale Cisitalia 2017 è stata un’impresa titanica, anche se poi, a dire il vero, non tutte erano marcianti: su una 202 coupé il motore non era stato ancora completato e un’altra era in restauro dopo un incidente in una gara di regolarità, mentre l’unica 202 cabriolet ha accusato una perdita alla pompa dell’acqua dopo pochi chilometri e la 202 Spyder Mille Miglia è stata bloccata dai topi che si sono mangiati parte dell’impianto elettrica durante la decina d’anni di riposo in un garage.
Questa “gara a eliminazione” ha così portato solo 5 Cisitalia, di cui una sul carro attrezzi, alla “cima Coppi” del Raduno, la suggestiva San Leo, uno dei borghi più belli d’Italia, che si erge al termine di una impegnativa e intrigante strada in salita.
Queste sono solo alcune delle disavventure cui sono andati incontro i partecipanti: del resto 41 anni dopo la precedente edizione il “disorganizzatissimo” Raduno, di cui chi scrive è fra gli organizzatori, è stata la prova che nonostante tutto ci si può divertire in una manifestazione come questa, in cui persone fino a poco prima sconosciute possono diventare subito amici se le accomuna la stessa passione per le auto d’epoca e soprattutto per un marchio, quello della Cisitalia, che ha un fascino unico per i successi e le disavventure di cui è stato protagonista in un brevissimo arco di tempo, dal 1946 fino all’inizio degli anni Cinquanta.
Questi magnifici tre giorni sono serviti però anche per commemorare nella sua città natale, Ferrara, il “padre”, ai più sconosciuto, della 202 e di molti altri modelli, l’ingegnere Giovanni Savonuzzi, e per ricordare Guido Scagliarini, scomparso poche settimane fa a 102 anni, che fu fra i fondatori dell’Abarth e l’ultimo pilota che poteva dire “ho battuto Nuvolari”.
La parte tecnica del Raduno è stata invece riservata all’appassionante conferenza tenuta dal restauratore Gianni Torelli sulla rinascita della 360 Grand Prix, la F.1 che per i suoi costi portò alla crisi della Cisitalia e che in realtà non fu mai completata.
La visita a Savignano sul Rubicone ai “segreti” dell’officina di Delio Galassi, il “mago” del restauro delle Cisitalia, l’esposizione delle vetture al Magazzino del Sale Darsena di Cervia di fronte a migliaia di spettatori e la premiazione alla Mostrascambio di Gambettola delle due auto più ammirate rispettivamente dal pubblico e dagli addetti ai lavori, la Cisitalia-Ermini Barchetta, vincitrice a sorpresa, e la 202B di un appassionato modenese, hanno completato il primo Raduno Cisitalia del terzo millennio, per partecipare al quale gli appassionati sono giunti anche dall’estero, persino dall’America.
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