Analisi critica dell’Alfa Romeo Giulia Q2 sulle strade del Principato

Era da tempo che volevamo fare un test drive di lunga durata con Alfa Romeo Giulia e l’occasione si è presentata per quella che è la gara più glamour della stagione F.1, il GP di Montecarlo. Sulle strade del Principato abbiamo potuto guidare la regina di Casa Alfa Romeo, scoprendo pregi e difetti (pochi) in un test drive verità che mette a nudo le qualità della vettura.

I COMPLIMENTI PER STRADA.

Intanto era da tempo che nessuno, affiancandoci, ci facesse i complimenti per la vettura. Segno che Giulia rappresenta qualcosa di più di una sola automobile. Rappresenta il fascino Alfa Romeo, il passato glorioso che in molti vorrebbero rivedere in un futuro prossimo, rappresenta quella linea e sportività che gli italiani, negli ultimi anni, hanno dovuto cercare nei prodotti tedeschi. La svolta due anni fa con l’arrivo di Giulia, dalle versioni top come la Quadrifoglio, alle versioni business come questa 2.2 Turbodiesel da 180 cavalli, cambio automatico Zf 8 rapporti e cerchi in lega da 19 pollici.

IL Q2 DIFFERENZIALE CHE CAMBIA VOLTO ALLA GIULIA

Q2 è sinonimo di differenziale autobloccante: prima fu meccanico sulla sulla 147 e sulla GT e poi elettronico su 147, GT, 159, Brera, Spider e MiTo. Come funziona? In curva trasferisce più coppia sulla ruota esterna, azzerando il sottosterzo e migliorando la trazione. E sul bagnato o con scarsa aderenza porta la coppia sulla ruota che copia meglio l’asfalto, per non slittare. L’Alfa Giulia con l’adozione del Pack Performance, disponibile con il cambio manuale a sei marce e con l’automatico a 8 rapporti cambia il concetto di berlina di rappresentanza. Il Pack Performance comprende: bloccaggio differenziale posteriore, le sospensioni attive e le palette cambio al volante in alluminio (sull’automatico). Il costo aggiuntivo ha un prezzo di 2.200 euro sulle versioni a cambio manuale e di 2.500 su quelle con l’automatico.

SU STRADA DIVERTE E SORPRENDE

Il comportamento in autostrada è quello classico di una grossa berlina, quindi poco da dire e nonostante i cerchi da 19 pollici gommati Bridgestone (non proprio il massimo in fatto di silenziosità di rotolamento) il confort a bordo è buono. Poco da dire, anche se i sedili risentono dell’impostazione sportiva della vettura, per cui il mal di schiena è in agguato anche con i vari supporti lombari. Il meglio, però, lo si vede fuori. Fra tornanti, salite e discese, rotatorie e altro ancora, nonostante la mole non sia delle più piccole, Giulia sorprende. La si guida con un dito, entra in curva rapida, ti dà confidenza, è davvero una libidine, specie quando si passa col differenziale in D, dinamic, si usa il manuale e con le palette del cambio al volante (sono fisse, avrei preferito fossero coassiali con lo sterzo…) si scatena la belva. Non ci sono tedesche che reggono, le sospensioni anteriori col doppio quadrilatero (chiamato Alfa Link ma è un doppio quadrilatero tradizionale) permette inserimenti e agilità insospettabili per una vettura di questa mole. Sui tornanti del  Principato, nelle stradine e nei vicoli, se ne esce con classe.

MOTORE OK NEI CONSUMI MEDI

La cavalleria a disposizione è più che sufficiente, tanto che i 150 CV della versione inferiore di Giulia sono già buoni, qui ne abbiamo 180 e il motore diesel 2.2 è nuovo, ovvero non è un derivato dei soliti diesel in uso ad Alfa Romeo, ma qualcosa di specifico progettato proprio per Giulia. Il consumo medio registrato è di 14-15 km al litro, fra autostrada e misto. Forse si potrebbe fare di meglio ma con i 19 pollici difficile consumare meno. Un cerchio da 18 aiuta di più ed esteticamente non sta nemmeno così male, anche se i 19 fanno molto racing. In salita il motore è un po’ rumoroso, dietro fra scarico e differenziale, con le gomme in dotazione, a finestrino abbassato si sente il rumore di fondo. IL flap flap flap da rotolamento dà fastidio, ma basta chiudere i finestrini e il problema scompare. La seduta posteriore è abbastanza insonorizzata, davanti si parla senza alzare la voce.

INTERNI MINIMAL NON ASPETTATEVI LA SALA GIOCHI

Quando lo sguardo si sposta agli interni, qui la differenza con le tedesche emerge subito. Due cronografi tradizionali per velocità e contagiri, tre rotelline per aria condizionata e temperature. Niente display, lucine, bocchettoni colorati che cambiano luce a seconda della temperatura, niente maxischermo in 3D con grafica da computer tipico di certi modelli rivali. Qui siamo al minimo di tutto. In questo gli interni sono un po’ poveri rispetto a quello che si potrebbe fare. Si è voluto puntare sulla sostanza, il valore vero, le qualità di guida e il risultato è vincente. Se la vediamo da questo aspetto, allora si può fare molto di più. Anche col bracciolo centrale, alzarlo diventa fastidioso per il gomito perché si alza troppo e dà fastidio mentre si guida. Una apertura divisa a metà sarebbe stata consigliata.

QUANTO COSTA LA VERSIONE PROVATA

La Q2 provata in questo test si aggira sui 43700 euro, ma la gamma parte da molto meno, sui 35000, e arriva molto più in alto per le versioni Quadrifoglio. Diciamo che il prezzo, con le dotazioni di serie e gli optional (sedili in pelle, pack performance con sistemi ADAS di sicurezza ultima generazione) è in linea con la concorrenza. Rispetto alle rivali ha il fascino Alfa Romeo, una guidabilità incredibile (da provare, altrimenti non ci si crede), una linea che ricorda qualcosa ma non sai cosa, per questo la guardi incuriosito e continui ad ammirarla sempre più. Poi, quando la lasci dal concessionario, senti che ti manca, c’è proprio un senso di privazione che non sai spiegarti, al punto che ti viene voglia di provare gli altri allestimenti. E su questo state certi che lo faremo e vi diremo come vanno.

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