Analisi critica dell’Alfa Romeo Giulietta Jtdm 1.6
Sette anni e non li dimostra. Quando si parla di auto è un periodo molto lungo, specie se non ci sono stati grossi interventi di rifacimento o di maquillage. Per Alfa Romeo Giulietta significa solo una cosa: che dopo 7 anni è una vettura ancora valida. Ha il suo perché e la sua linea, il suo concetto base, sono tali da giustificarne il successo. Se dopo tutto questo tempo è ancora una delle più vendute del suo segmento, una ragione c’è. Lo spazio per cominciare.
Ha spazio per tutti e tutto.
Sia l’abitacolo sia il bagagliaio offrono quello che serve. All’interno cinque persone ci stanno bene, forse quella al centro del divano posteriore un poco stretta, ma in quanto ad altezza nulla da dire. Lo stesso per il baule, la forma squadrata, l’accesso facile dal portellone, permettono carichi notevoli e di piazzare tutto come serve. Se poi guardiamo al rapporto passo carreggiata, allora si capisce che un telaio ben fatto, un sistema di sospensioni adeguate e un inserimento in curva da vera sportiva, hanno ottenuto il loro scopo. Già questo basta per far apprezzare Giulietta a distanza di anni, ma aggiungere un motore Jtdm diesel da 120 cavalli, quindi una potenza più che sufficiente per un motore 1600 cc abbinato a un cambio TCT doppia frizione, è stata una mossa giusta per far apprezzare ancora di più Giulietta. Per capirlo abbiamo svolto un lungo e approfondito test sulle strade europee. Dall’autostrada alla statale, dalla città alla montagna, non è mancato proprio nulla per capire cosa può offrire ancora Giulietta rispetto alle concorrenti.
Consumi buoni, si viaggia sui 18 Km al litro.
Ebbene, se parliamo di consumi, il motore Jtdm è una garanzia, beve poco, tira sempre fino a 4400 giri al minuto e non accenna a crisi o defezioni. La base è ottima anche se a volte un po’ rumorosa a certi regimi. Di solito si pensa che un cambio automatico dia problemi in quanto a consumi, invece in questo caso abbiamo trovato l’accoppiata ben riuscita. Nel senso che il doppia frizione TCT ha tre mappature ben definite, le famose DNA di casa Alfa. Per cui in N, ovvero marcia normale, gli innesti sono tranquilli, a volte con piccoli strappi e qualche rumorosità della doppia frizione (specie quando il punto di cascata degli ingranaggi non è al punto giusto di innesto) ma non c’è nessun problema nella marcia. In questa modalità in autostrada abbiamo percorso i 18,5 km al litro ad andatura di crociera, ovvero stando sui 120-130 orari, se poi si va più piano si riduce ancora più il consumo.
Lo abbiamo fatto con auto a pieno carico sui saliscendi della A14 abruzzese, per cui il test ha una sua validità. Se poi si sposta il manettino in D, dinamic, allora il motore cambia faccia. Diventa più grintoso, si sale di giri fino a 4000 al minuto (e si può arrivare al limitatore senza problemi) con una verve e una decisione che per un piccolo 1600 cc stupisce. Se si usano le palette dietro al volante (buona la posizione anche se piccole di dimensioni) allora ci si diverte proprio come se ci fosse una sportiva sotto al sedile invece di una berlina normale per l’uso di tutti i giorni. In A non lo abbiamo provato, il fondo non è mai stato scivoloso o innevato (difficile a luglio trovare neve per strada e l’estate è stata la più arida del secolo…) per cui in questa connotazione non sappiamo cosa dire. Ma visto come è andata bene nelle altre due non c’è dubbio che anche sul viscido tutto vada alla perfezione.
Connettività adeguata, ma si può fare meglio.
Giulietta, insomma, ha ancora i numeri per fare la sua figura, sia a livello tecnico sia per lo stile. Se manca qualcosa è nella connessione. I sistemi di bordo risentono degli anni, ci vorrebbe qualcosa di più moderno, idem per il navigatore e la grafica così come uno spazio maggiore per il portaoggetti, specie centrale, ridotto ai minimi termini. Su questo fronte, magari con un ritocco stilistico del frontale che segua la Giulia e la Stelvio, si può fare qualcosa, ma si tratta di interventi minimi perché la Giulietta è ancora validissima e se dopo sette anni è ancora così vuol dire che la base è ottima altrimenti non sarebbe successo. Note dolenti il prezzo. L’allestimento provato era quotato sui 30 500 euro, ma non si può vendere una vettura a un prezzo di listino simile e poi nelle rivendite trovarle a Km zero a partire da 18900 a 20500 euro…Anche se di base il nuovo (quindi con meno accessori della nostra provata) si parte da 18500. Qualcosa non torna fra la qualità della vettura e del prezzo finale, sarebbe il caso di avere quotazioni univoche per dare un maggior sensazione di uniformità del mercato. Perché Giulietta merita davvero.
Ma cosa avete provato ? io la posseggo da oltre due anni e la rumorosita’ della trasmissione è paragonabile alla peggiore 4×4 degli anni 50, non parliamo di quanto sono sbagliati gli ammortizzatori che saltellano sullo sconnesso; non parliamo dei rumori di avantreno che sciacqua con le piccole asperita’ del la strada. x il resto nessuno problema, tranne i soliti rumorini di allestimenti come Fiat ci ha abituati ormai da “secoli”. Il prezzo non ne vale la candela , anche se la vendono con forti sconti, tranne la linea accattivante non ne vale x davvero. x questi motivi con auto della stessa categoria di marca estera non puo’ davvero competere. Siate piu’ obbiettivi e competenti nel promuovere le vetture., io sono un alfista e un ” bidone del genere non lo ricordo. cordiali saluti.