AUTODAFÉ del 6 novembre 2015 – Aspettando Giulia

Il Brasile va in crisi, ma diventa strategico per GM. I carioca girano le spalle a Fiat e VW che per anni recitavano il ruolo di assolute protagoniste del mercato, per preferire i prodotti General Motors.
Questo porta il gruppo americano a macinare numeri e a confortare l’attuale posizione del board di GM che non vuole sposarsi con nessuno, tanto meno con FCA.
Come spesso accade, chi non vende più come prima si affretta ad affermare che è più interessato agli utili che ai numeri, come riporta diversa stampa ben indottrinata; gli altri invece sostengono che chi ha soldi può fare quello che vuole e chi non li ha si deve accontentare.
In poche parole in Brasile, Marchionne perde punti mentre la Barra ne incassa, sperando così che l’uomo con il maglione incontri meno favori per i suoi progetti espansionistici.
A proposito di Sergio Marchionne,  sembra che le Alfa del rilancio stiano accumulando ritardi. Lo evidenzia anche Quattroruote.it, riprendendo un pezzo di Luca Ciferri su Automotive News Europe:
“L’Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio posticipata da fine 2015 a metà 2016, le versioni normali da marzo 2016 alla fine dello stesso anno, e la D-Suv che non arriverà prima di inizio 2017, quando invece era programmata per la primavera dell’anno prossimo. Questo, in sintesi, il quadro dei ritardi accusati dai prossimi modelli del Biscione. – scrive Quattroruote – Una situazione ricostruita da Automotive News Europe, sulla base di indiscrezioni provenienti da fornitori coinvolti nei progetti. “L’Alfa sta lavorando sulla rifinitura di alcune caratteristiche di sicurezza e assetto”, riporta la testata, citando le sue fonti. La Casa, per il momento, non commenta: restano dunque, come ultimo riferimento certo, le dichiarazioni rilasciate la scorsa settimana da Sergio Marchionne, che aveva accennato a una revisione della strategia di crescita globale del marchio in seguito al rallentamento della Cina.”
E questa giustificazione se la sono bevuta quasi tutti (…o hanno voluto bersela) come se le Alfa Romeo si vendessero soprattutto in Cina…
Negli ambienti tecnici dell’Alfa, girerebbe invece voce che la sicurezza della struttura andrebbe rinforzata perché così rischierebbe di non passare i duri esami che l’attendono, e che alcuni motori non sarebbero all’altezza di quelli con il turbo elettrico che la concorrenza si appresta a presentare.
Dove stia la verità poco importa, ma c’è da augurarsi che non passi troppo tempo, perché di tempo per Alfa non ce n’è più tanto e incombe il rischio che la Giulia diventi vecchia ancor prima di nascere…è già successo altre volte in Alfa Romeo!
Infine un’ultima osservazione. Chi in Italia si occupa del settore automotive, dovrebbe riflettere prima di parlare e scrivere, perché rischia di fare danni incalcolabili per il nostro Paese, che sta faticando a mettersi in marcia, contro il solito muro, che da noi è sì di gomma e non fa male per i vari clientelismi esistenti.
Vedendo come corre il resto del mondo, non ce lo possiamo più permettere. Per noi del settore, il mondo è ”l’automobile” ed è nostra missione difenderla con tutte le armi che abbiamo, anche con la critica.
E intanto, persino il Marocco ha recentemente messo in atto una politica d’incentivazione per il settore automotive…

1 commento
  1. Gian Marco Barzan
    Gian Marco Barzan dice:

    Quando un progetto parte dal classico foglio bianco, come è avvenuto per l’Alfa Romeo Giulia in cui tutto è inedito, ritardi sulla “tabella di marcia” sono normalissimi. E anche la questione del rallentamento del mercato cinese, a mio avviso, appare credibile e può quindi benissimo incidere sul lancio della berlina milanese. Da quanto mi risulta, infatti, la Cina è un obiettivo di mercato molto importante nei piani di rilancio (si spera definitivo) dell’Alfa Romeo. Inoltre, tornando a parlare della Giulia, non credo proprio di strutture che andrebbero rinforzate o di “motori che non sarebbero all’altezza di quelli con il turbo elettrico (definizione alquanto generica) che la concorrenza si appresta a presentare”. Il team che ha lavorato e lavora sul Progetto 952 (Giulia) è di altissimo livello e i risultati non si sono fatti attendere. Alcuni esempi? Il V6 2.9 biturbo da 510 CV della Quadrifoglio che si confronta con il 6 cilindri in linea BMW TwinPower Turbo 3.000 della M3/M4 da “soli” 420 CV, oppure il record stabilito dalla berlina milanese al Nurburgring. Certo è che l’Alfa Romeo non può più permettersi di sbagliare. E anche eventuali mimime criticità, un tempo tollerate, sono oggi inammissibili e possono comportare ritardi. Semmai ci si dovrebbe chiedere se la rete vendita sia già pronta a supportare il rilancio del Marchio del Biscione Visconteo. Al riguardo, la decisione di creare concessionarie esclusivamente Alfa Romeo e Jeep è vincente soprattutto in termini di immagine. Ma a parte le strutture già esistenti ad Arese e a Torino, non mi pare ve ne siano molte altre di questo tipo. Che sia questo uno dei motivi del ritardo della Giulia? In conclusione, va dato atto al management FCA (Marchionne in primis) di voler riportare Alfa Romeo al ruolo che le compete, tornando a motori con potenze superiori a ogni concorrente diretto, alla trazione posteriore e a schemi sospensivi raffinati, citando alcuni aspetti tipici del “dna” Alfa. Sicuramente, ritardi o meno, il futuro dell’Alfa Romeo appare molto più delineato e coerente con la migliore tradizione di quanto avveniva anche solo cinque anni fa. Vi ricordate quando si paventavano Giuliette bicilindriche a metano, in nome di una mission generalista del Marchio? E i festeggiamenti ufficiali del centenario ad Arese in tono minore nel giugno 2010? Vogliamo poi parlare delle ipotesi che circolavano allora su nuove Alfa prodotte all’estero? Quello era il tempo in cui erano opportune critiche. E ve lo dice chi, nel suo piccolo e nei propri articoli, non le ha certo lesinate all’epoca. Poi ,fortunatemente, per Alfa Romeo “la musica è cambiata”. E mi piace pensare sia anche merito degli americani….

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