Automobile. È ancora un prodotto per giovani?

Approfittando delle vacanze estive sono andato con mio figlio a sistemare alcune cose a casa dei miei genitori, luogo dove conservo ,molti ricordi delle mie passioni giovanili. Chi mi conosce sa della mia passione, quasi feticistica, per tutto ciò che riguarda l’automobile ed in questa casa c’è uno spazio che io chiamo la stanza della passione.

Scesi in taverna, mio figlio è attratto da un enorme scaffale dove, accanto a copie di periodici ormai passati a miglior vita, troneggia come reliquia la collezione completa di Quattroruote dal primo numero del febbraio 1956 all’ultima copia di agosto.

Attonito Riccardo, vent’anni, inizia a farmi mille domande su quale fosse la motivazione per conservare quintali di carta che secondo lui avremmo fatto meglio a mandare al macero, su quale significato avessero per me tutte quelle copie di giornali dedicati ad un oggetto che secondo lui serve semplicemente a far spostare delle persone, aggiungendo un commento che mi ha stroncato: “le automobili sono più o meno tutte uguali, l’importante è che funzionino , consumino poco ed abbiano i devices elettronici più aggiornati”.

Allora in un flash back velocissimo, sono tornato alla mia adolescenza,, quando già a dodici anni, con la mancia settimanale, facevo la posta all’edicola sotto casa in attesa di essere il primo a comprare Quattroruote, mai in abbonamento per evitare di essere in svantaggio con i miei amici malati come me di “automobilite” e quindi in ritardo di qualche giorno sul commento degli articoli.

Passavano gli anni, ma la costante “auto” non mi ha mai abbandonato e, dai 16 anni ho cominciato a monitorare il mercato in attesa della fatidica scadenza dei 18 anni, quando avrei potuto coronare il sogno di guidare un’auto finalmente MIA. Poi la passione è diventata un lavoro ma, mentre sono riuscito a contagiare mio figlio sulla passione interista, per le auto non c’è mai stato verso. Per cortesia mi accompagnava a saloni e mostre, ma con il sospetto che mi seguisse per poter poi andare a mangiare da Mc Donald senza le raccomandazioni salutistiche di sua madre.

A questo punto, pensando a mio figlio ma soprattutto ai suoi amici e ai figli dei miei amici ancora minorenni, ho riflettuto sul fatto che oggi i ragazzi hanno un approccio ed una fruizione molto diversa nei confronti dell’auto.

Dopo questo episodio, ho cercato di captare i dialoghi di mio figlio con i suoi amici quando si trovano a mangiare la pizza da noi, oppure cercando di ascoltare ile discussione dei giovani nei luoghi pubblici che mi capita di frequentare; raramente ho sentito parlare dell’ultimo modello lanciato da questo o quel marchio. Mentre noi sapevamo a memoria quanti cavalli avesse la nuova Golf GTI o la R5 Alpine, loro hanno altre priorità ed interessi.

Mi viene il dubbio che le case automobilistiche non considerino ancora un pericolo questa tendenza; e quando pensano delle nuove auto le realizzano per un target over 30 sottovalutando il fatto che gli adolescenti di oggi, l’auto tra dieci anni non l’acquisteranno nemmeno, ma ne pagheranno solo l’utilizzo.

Quando poi leggo che Fiat pensa a sdoppiare la gamma in “funzionale” ed “emozionale” mi chiedo se si tratti del frutto di vera e propria analisi psicosociologica del comportamento d’acquisto, fatta anche su ragazzi tra i 16 e i 20 anni, o semplice onanismo markettaro.

Comunque grazie a Riccardo per avermi fatto sentire un reduce!

2 commenti
  1. Alessio
    Alessio dice:

    Ha ragione, Rino. Io che di anni ne ho 39, sono cresciuto con la passione delle macchine da quando avevo 1 anno e i miei mi regalarono un’automobilina di latta (che ho ancora). Ho imparato a leggere su depliant e, appena dismesso Topolino, ho iniziato a comprare riviste di auto, esattamente come lei: comprate e non in abbonamento, per non avere ritardi. Ho anche io pile di riviste a casa (dei miei genitori), insieme ad enormi pile di cataloghi presi ai saloni, autentico momento di sublimazione della mia passione. Mio figlio è ancora troppo piccolo, ma spesso osservo e ascolto giovani universitari, coi quali lavoro e non percepisco passione per le auto e per il motorsport. Pochi usano l’auto e pochi ne sono attratti. Credo che la generazione-internet, i cosiddetti nativi, saranno sempre meno attratti dalle automobili e il mondo esterno forse alimenta un certo disamore. Spero che continuino ad esserci veri appassionati, ma come scrive Marcello qui sopra, una volta l’automobile (la moto) erano l’antenato di internet, mentre adesso la connessione costante modifica anche le abitudini e il modo di vivere. Mi collego al precedente post di Rino sul senso delle riviste: per me è impareggiabile il piacere di acquistare Auto, 4R, alVolante e sfogliarli. Non c’è sito che regga il paragone e lo dico da abituale e costante fruitore del web.

  2. Marcello
    Marcello dice:

    Ciao, mio figlio di anni ne ha 16, io 42, anche lui lo vedo più preso dal calcio e da altro rispetto che alle auto.
    Ti assicuro però, che pur non avendo la mia frenesia, un giro sulla 911 lo fa sempre volentieri. Forse hai ragazzi manca questo o è questo ciò che gli abbiamo trasmesso delle auto. Andate piano, siate prudenti, giustissimo!!! Però i circuiti sono pochi e con costi proibitivi. Perciò alla fine, non fa parte del loro dna. La passione per le auto nasceva per noi anche come strumento di libertà. Devo andare dagli amici, dalla ragazza, al paese vicino. Loro aprono Facebook e si sentono tutti insieme. Per noi il rombo di un motore è passione, per loro un disturbo all’iPod. Penso che la passione per l’auto non scomparirà. Forse semplicemente come mio padre adorava l’arte ed era un collezionista e a me non importava ed importa nulla, così la mia passione delle auto non ha colpito mio figlio. Aspetto i nipotini. Intanto di Porsche ne ho due. Per quando sarò nonno … Vedremo!

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