Chi sale e chi scende dopo il Gran Premio dell’Arabia Saudita, le pagelle dei protagonisti

Olivier Bearman – 10

Indubbiamente è stato il weekend (“mezzo”, in realtà) del diciottenne pilota della Ferrari Academy che in parte ha rubato la scena al solito Verstappen. Senza sperticarsi in lodi avventate e senza definirlo fin d’ora un altro predestinato a Maranello, il suo debutto è stato davvero superlativo, meritandosi all’arrivo i complimenti (crediamo sinceri) con abbraccio da parte di Hamilton, finito alle sue spalle.

Max Verstappen – 10

Massimo dei voti anche per l’olandese, per una volta in condominio con un altro pilota. Che dire?… pole position, praticamente mai in discussione la sua supremazia durante tutta la gara, dominio e controllo e distanza di tutti gli avversari, a cominciare dal compagno di squadra: è davvero difficile ipotizzare in questo momento che qualcuno possa non soltanto rubargli il titolo, ma anche soltanto soffiargli una gara!

Lewis Hamilton – 9

Alla sua veneranda età lotta nonostante una vettura non alla sua altezza e resiste a un arrembante giovinetto che le prova davvero tutte per passarlo, senza riuscirci. Una gara in difesa è quanto di meglio gli può permettere in questo momento la Mercedes, ed è un peccato perché il pilota Sir sembra davvero in forma.

Kevin Magnussen – 9

La penalità che si è beccato per il contatto con Albon ci sta tutta ma poi tira fuori una grinta encomiabile e passarlo diventa più difficile che mai, anzi impossibile. Con la sua strenua resistenza permette al compagno di squadra Hulkenberg di restare davanti a un sacco di piloti dopo il pit stop e conquistare imprevedibili punti per la Haas.

Sergio Perez – 8

Voto cumulativo per le prime due gare che lo hanno visto interpretare nel modo migliore il ruolo di seconda guida. La Red Bull è talmente superiore che l’arrembante messicano riesce anche a ovviare a una penalità di cinque secondi rimediata in corsia box. In questo momento è l’unico che può far finta di infastidire Verstappen.

Charles Leclerc – 8

Ha chiuso le qualifiche come meglio non avrebbe potuto, ha conquistato il giro più veloce, è salito sul podio ed è risultato il migliore tra i piloti che non guidano una Red Bull: c’è davvero di che essere contenti per il week-end, eppure il pilota monegasco sembra essersi reso conto che anche quest’anno non ci sarà nulla da fare. Peccato.

Fernando Alonso – 7

Voto assegnato non tanto per quanto visto in gara – con un risultato piuttosto anonimo – quanto per il confronto con il compagno di squadra, inesorabilmente battuto in ogni condizione. Nessuno dei due merita la vettura che guida, ma ovviamente per motivi diametralmente opposti. Per Alonso vale il discorso fatto per Hamilton: ha fatto quanto di meglio l’Aston Martin gli ha consentito, ed è un peccato non possa dimostrare il suo valore. 

McLaren – 6

Norris fa quel che può, conducendo anche il Gran Premio per la scelta di fermarsi ai box in un momento diverso dagli altri, ma Piastri resta dietro Hamilton per troppo tempo pur avendo un ritmo migliore. Imbarazzante vedere la sua ala aprirsi in scia alla Mercedes e non riuscire neppure ad avvicinarsi pur avendo lo stesso motore… chissà se è poi vero. Ma come giocano sull’aerodinamica i tecnici McLaren?

Piloti Williams – 6

La sufficienza viene data alla fiducia. Ad Albon per la concreta lotta a centro classifica, il sorpasso su Tsunoda e per essere arrivato undicesimo, a un soffio dai punti. A Sargeant per aver fatto quel che può nelle condizioni in cui si è trovato in Williams. 

Stake Kick Sauber – 4

Non merita il voto peggiore del weekend solo perché Horner, Marko e “papi” Verstappen stanno dando il meglio di sé in casa Red Bull. Qualifiche pessime, davvero poca consistenza per Zhou e guida pressoché da pensionato per Bottas. Il declino per il team che nel 2023 vestiva i colori Alfa Romeo sembra inarrestabile e i piloti non all’altezza per porvi rimedio.

Telenovela Red Bull – 3

Sembra proprio che gli azionisti thailandesi (ma chi sono poi in realtà questi azionisti?) che detengono il 51 per cento della Red Bull si siano stufati di Christian Horner, spinti dalle pressioni in arrivo dalla Formula One Group. E così mentre Marko minaccia, Horner intimidisce e Verstappen padre frigna, prende corpo la notizia che le dimissioni del CEO di Red Bull siano imminenti. E che gli U2 vogliano scrivere una canzone contro Horner. Motivo? Il fratello della dipendente che sarebbe stata molestata da Horner è il genero di The Edge, il chitarrista della rock band irlandese guidata da Bono. Mancano solo più gli alieni di Area 51…

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