Cominciamo con il darci una bella lavata

Parliamo ancora di particolato e ignoranza, come le amministrazioni comunali e Governo che decidono di intraprendere misure straordinarie di blocco o contenimento del traffico cittadino senza senso.
Per ridurre le polveri sottili si possono adottare due approcci:
un approccio di breve periodo che cerca di abbattere gli effetti, cioè le concentrazioni delle polveri nell’ambiente urbano, ed uno di medio-lungo periodo che cerca di individuare le cause e ridurre le emissioni delle polveri dalle sorgenti di emissione più rilevanti.
Nel breve termine, così come si lavano i pavimenti con uno straccio umido per togliere la polvere, lavare le strade sembra essere l’unico rimedio efficace . Diverse associazioni pongono questo rimedio al primo posto delle azioni da intraprendere nel breve termine, anche perché affronta il problema del ciclo della polvere nei suoi effetti e non nelle cause.
Negli Stati Uniti , in Canada e in Australia , stanno considerando il lavaggio delle strade (sweeping vacuuming and flushing) come contromisura efficace per la riduzione del particolato.
Un pool di esperti in Svezia, del National Road and Transportation Research Institute ha condotto ricerche sullo stato di diffusione della prassi del lavaggio strade per la riduzione del PM10 presso i comuni della Svezia e presso altre municipalità di altre nazioni in cui è sviluppata la coscienza ambientale, come l’Ontario e il Canada. La ricerca ha evidenziato come l’adozione del lavaggio strade per la riduzione del particolato fine sia effettivamente già applicata in diverse municipalità e sia ritenuta un rimedio efficace. Tuttavia, si è dovuto constatare la totale mancanza di uno standard e di una regolamentazione a proposito. Solo in California esiste un provvedimento legislativo, noto come Rule1186 , che richiede la certificazione dei mezzi di lavaggio stradale per l’abbattimento del particolato fine rispetto ad uno standard di riferimento. Infatti, solo un corretto processamento delle polveri permette l’effettiva riduzione delle polveri sottili, nonché porta vantaggi di secondo ordine ma non per questo trascurabili, come la riduzione dell’inquinamento delle acque, un migliore deflusso dell’acqua nella rete fognaria ed il contenimento del proliferare di insetti.
Per lavare bene le strade è quindi necessario che il Comune di Milano si doti di mezzi appropriati, come sta facendo la Svezia per poter soddisfare i nuovi limiti sull’inquinamento da particolato in vigore da quest’anno e come già fa la California.
La soluzione ha un impatto rilevante anche dal punto di vista industriale, poiché potrebbe permettere al nostro paese, ancora leader nei mezzi di trasporto e di movimentazione, di affermarsi in un promettente settore di nicchia, precorrendo i tempi per essere competitivi sul mercato per il 2020, quando gli ancora più stringenti limiti sull’inquinamento da particolato richiederanno sinergie di intervento che non potranno prescindere dalla soluzione del lavaggio delle strade.
Non solo, ma il lavaggio delle strade ha anche una forte ricaduta occupazionale, perché riqualifica gli operatori ecologici in un ruolo sempre più vicino alla ormai affermatasi coscienza ecologica e crea posti di lavoro per operatori, manutentori e tecnici specializzati.
Nel lungo termine sappiamo invece che dobbiamo lavorare sull’efficienza energetica degli edifici, dove ad oggi gli involucri delle abitazioni italiane hanno coefficienti di dispersione mediamente pari a tre volte quelli delle abitazioni dei paesi scandinavi. In attesa che sia recepita la direttiva sull’efficienza energetica degli involucri (2002/91/CE) sarebbe quantomeno auspicabile una gestione più efficiente dell’energia nelle nostre abitazioni, in linea con il primo punto del Protocollo di Kyoto e con i decreti sull’Efficienza Energetica del 20 luglio 2004, e in osservanza con il sopraccitato decreto sull’esercizio degli impianti termici.
Infine dire che tutti i nostri governanti (dai comuni al Governo nazionale) ci stanno propinando delle vere e proprie panzane ad uso proprio speculativo e purtroppo la “gente” le beve poichè ignorante sui fatti.

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