Dakar 2024 : diario minimo

Quello che segue è un diario minimo della Dakar in corso di svolgimento in Arabia Saudita, dal 5 al 19 gennaio.

È una sorta di cronaca personale, che non entra nel merito sportivo, ma restituisce atmosfere, accadimenti, impressioni visti da un protagonista non in competizione, ma competente di corse e di mondi.

Tutto nasce da un whatsapp mandato a un amico, Gabriele Noberasco, pilota di rally e di azienda , che è alla Dakar per seguire il team Fantic.

« Se riuscissi a tenere un mini diario anche vocale a fine giornata o quando ti viene, poi lo pubblichiamo »

« Obiettivo rendere l’atmosfera della gara, del dopo gara, dei luoghi, dell’organizzazione… se ti viene registri un pezzo anche breve.

Un flash di commento.

Ad esempio puoi raccontare la tua giornata,  e cosa vedi e cosa fai.

La somma delle singole cose può essere poi interessante alla fine »

Questo è il risultato.

E questa è la Dakar 2024, la Dakar edizione numero 46, vista da dentro, vista da Gabriele Noberasco.

Domenica 31 dicembre 

Ci ritroviamo tutti a Milano Malpensa per un bel volo low cost, Wizzair, tutti stipati come galline, anche perché ci sono molti beduini che stanno andando alla Mecca.

Con tutte le loro abitudini culturali, si svestono, stanno nelle vesti bianche…

Capodanno in volo !

È un volo non lungo ma comunque che mi riporta in Arabia Saudita dopo quasi 45 anni, perché ci andavo spesso negli anni 70 come in altri Paesi Arabi, perché avevamo dei clienti importanti.

Notte in albergo a Getta e il giorno dopo dobbiamo andare a prendere la macchina in affitto, vedremo come vanno le cose.

Lunedì 1 gennaio

Partiamo: Fabio Mauri, Giacomo Vismara, un grande della Dakar, ed io, per andare alla Hertz a prendere la macchina in affitto.

Quando arriviamo nella filiale Hertz in città, la macchina non c’è, e noi abbiamo affittato una macchina specifica, un Pick up RAM 4 ruote motrici, 5000 di cilindrata, proprio per poter avere un mezzo polivalente a seconda dei casi, delle necessità.

Guiderò io.

C’è ovviamente un po’ di discussione con l’impiegato che non porta a nessun risultato.

Fortunatamente non demordiamo e autonomamente andiamo in aeroporto da un altro noto autonoleggio, alla Avis, e lì troviamo esattamente la stessa vettura.

L’affittiamo e quindi tutto bene, poi carichiamo un po’ di bagagli nel cassone posteriore e partiamo .

400 km di Arabia fino a Yanbu, ritiriamo i mezzi al porto e andiamo ad aspettare il resto della compagnia in albergo.

E questo è il secondo giorno, che ci fa ritrovare tutti assieme per iniziare l’avventura: i due track d’assistenza, il pick up e tutti i piloti.

Martedi 2 gennaio

Yanbu -Al Ula lo facciamo in colonna, andando tutti lungo il percorso che ci porta al mega bivacco di Al Ula, dove ci sono tutti i team, circa 200 km di strada.

Ci muoviamo sempre su strade modernamente realizzate: è chiaro che è un’Arabia Saudita

totalmente diversa rispetto a quella che ho conosciuto più di quarant’anni fa, molto più evoluta, molto più controllata, molto più illuminata, a con insegne e indicazioni stradali perfette.

Arriviamo a Al Ula attraversando un po’ di montagne, siamo a 800 m sul livello del mare.

Il Camp, il bivacco è megagalattico.

Ci sono tutte le squadre più importanti, di Moto e Car Racing, Track Racing e di altri tipi, e quindi diventa tutto indubbiamente molto affascinante.

Mercoledì 3 e giovedì 4 gennaio

Oggi siamo al tre gennaio e insieme al quattro e al 5, quando si svolgerà il prologo, restiamo fermi al bivacco di Al Ula, verificando le moto, facendo tutta una serie di attività necessarie per poter chiudere le verifiche e i controlli che l’organizzazione mette in atto e che sono molto rigidi e molto orientati alla sicurezza.

Iniziamo ad utilizzare le tende per dormire.

Per me è veramente una prima volta, unitamente al sacco a pelo.

Ci metto un attimo a abituarmi, anche perché ho un terribile torcicollo, meno male che abbiamo la nostra fisioterapista che interviene appropriatamente e poco per volta mi sblocca.

Iniziamo a usare i bagni.

Diciamo i cessi in comune, è un classico della Dakar, ma qua siamo in una Dakar 5 Stelle rispetto alla Dakar che si è svolta negli anni 80 e 90 in Africa e poi in Sudamerica.

A detta di tutti siano serviti e riveriti al meglio, anche se comunque non è semplice. Poi c’è questo grande catering dove quasi 3000 persone, perché questo è il numero di persone che sono coinvolte alla Dakar, vanno a pranzare, a far colazione, a cenare.

Mangi quello che ritieni più opportuno.

Io cerco di stare lontano da tutti quegli aspetti alimentari che potrebbero crearti qualche problemino di stomaco, quindi pollo e riso in bianco, no alcool, diciamo 20 giorni di quasi Ramadan…

Tutto funziona al meglio: incontro un po di amici: Michele Cinotto,

Stéphane Peterhansel e altre persone che comunque nel giro dello sport con qualcuno ti conosci…

Le assistenze sono incredibili, alcune veramente fuori da ogni logica come quella di Audi, in particolar modo, ma anche nelle moto, Ktm, Husqvarna…

Nel nostro piccolo il team Fantic si presenta molto bene, è una squadra molto bella.

Con tre giovani piloti, un francese e un italiano, e la ragazza inglese Jane, oltretutto per due volte campionessa mondiale di enduro.

Quindi diciamo che il team ha delle caratteristiche potenzialmente performanti.

Venerdì 5 gennaio

Oggi è il 5 e abbiamo fatto il prologo.

Tutto bene per il momento, siamo di nuovo al bivacco, siamo andati a vedere la parte storica di Al Ula e di questa zona dove c’è effettivamente uno scenario che sembra di essere in Colorado, a Zion Park, con la parte dei pinnacoli, molto affascinante, e abbiamo girato un po’.

È  stato bello renderci conto di dove ci siamo trovati come zona, perché indubbiamente sarà un’area che in futuro sarà importante… stanno facendo grandi lavori, alberghi e quant’altro…prenderà piede come turismo di qualità perché mi sembra che l’Arabia Saudita sia orientata ad avere un turismo solamente di alto livello.

Con il prologo si sono determinati gli ordini di partenza di tutte le categorie.

Le nostre tre Fantic si sono comportate bene perché hanno ottenuto delle ottime posizioni, dal 30 al 50 in classifica.

Quindi molto bene e adesso sono tutti in attesa di poter partire per la prima tappa vera che sarà molto dura.

Nel frattempo ho cominciato ad andare in giro a salutare qualche amico che corre qua, e qualcuno che non sapevo l’ho incontrato per caso, ed è stato molto piacevole.

È chiaro che vivere dall’interno la dimensione dei bivacchi e veder lavorare le mega squadre come Audi, Toyota, Ktm, Honda è veramente una cosa emozionante.

Alla sera ci siamo deliziati di andare a prendere le pizze ad Al Ula .

Siamo stati in questa pizzeria e abbiamo ordinato 14 pizze Margherita.

7  un po’ più sottili, 7 più spesse e quindi alla fine abbiamo fatto “baldoria “ con pizza saudita, che non era male, birra Heineken senza alcool che anche quella non era male….

Sabato 6 gennaio

La sera del sei sono andato ad aspettare Michele Cinotto che oltretutto compiva gli anni, 65 anni, che io pensavo fossero solo 63, quindi è veramente un baldanzoso vecchietto.

Michele, è stato un grande perché con la sua SSV che sono questi ragnetti scatoline , delle specie di buggy da deserto, ha avuto un problema che dopo 90 km ha rotto il cambio, quindi è stato bravissimo a farne più di 300 col cambio rotto ed è arrivato alle 11 di sera con una maschera in volto veramente pazzesca, sabbia dappertutto, sembrava un Michele infarinato tra polvere, casco, tuta: un disastro !

Devo dire che è stata la prima presa di contatto di quanto sia dura la Dakar per tutti, perché poi ieri la tappa, la prima tappa è stata effettivamente molto dura, con molti ritiri, molti problemi per macchine e moto e quindi con una classifica che si è già delineata in un certo modo. Ma che ha dato prova che quest’anno la Dakar, come hanno detto da subito gli organizzatori, sarà assolutamente molto dura per quanto riguarda la composizione delle prove del percorso.

Continua….

 

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