Derek Warwick, un grande uomo

Bando alle ipocrisie e alzi la mano chi non ha trovato insopportabili, almeno per una volta nella vita, gli inglesi. Soprattutto quelli della cosiddetta “upper class” ma anche, a volte, le cameriere che con un senso dell’umorismo degno di un coccodrillo ti chiedono se di bistecche ne vuoi due, visto che non hai strascicato a sufficienza la “o” di “too” facendolo scambiare per un “two”. Se vogliono, gli inglesi sono classisti al massimo livello, specie se sono nati a Londra e nei dintorni. Chi ha avuto a che fare con Ron Dennis, che pure dovrebbe vantarsi dei suoi trascorsi da meccanico, capisce al volo il senso di queste parole. Luoghi comuni e una diffidenza ben alimentata da sciagurati eventi storici hanno spesso allargato il solco tra noi e loro, sempre fedeli sudditi della monarchia ed europeisti solo in punta di piedi (forse per loro fortuna…). Non a caso, il Regno Unito continua ad avere la sua moneta, le sue unità di misura, la guida a sinistra e persino prese di corrente uniche al mondo. Essere inglese per un inglese è un vanto, con un senso patriottico che fa sentire persino i gallesi diversi da loro e viceversa. Non parliamo di quel che succede con scozzesi e irlandesi, che spesso si guadagnano il tifo di tutti gli altri quando è il momento di scendere in campo per giocare a rugby o a calcio contro l’Inghilterra.

Ad onta di queste premesse, da non generalizzare mai, gli inglesi possono essere persone fantastiche e con uno spessore umano invidiabile. Le vicende della seconda guerra mondiale ci dicono quanto fieri e coraggiosi siano stati nel resistere a un nemico inizialmente superiore al punto da sembrare inarrestabile. I piloti che tutti i giorni salivano sugli Spitfire o sui Lancaster per sfidare la morte sono un esempio di dedizione e coraggio che si è tramandato sino ai giorni nostri. Il culto per i cavalieri dell’aria è stato terreno fertile per un’altra passione che gli inglesi coltivano senza rivali al mondo: quella per gli sport motoristici. Basta andare a Silverstone nei giorni del Gran Premio per rendersene conto. Se piove o fa freddo, non importa. A decine di migliaia sono là, per ammirare il loro pilota o la loro squadra preferita ma anche tutti gli altri, senza mai fare quell’odioso “tifo contro” che altrove è diventato una piaga da guarire. Andare a una corsa è una festa, al punto che anche a Donington con la neve di marzo ci sono almeno 30.000 persone a gustarsi la corsa delle più piccole auto da turismo o quella dei camion.

Volete scoprire quanto umanamente profondo e coraggioso possa essere un inglese? Se avete un’oretta di tempo e amate le corse non perdetevi questo splendido ritratto di Derek Warwick su You Tube: https://www.youtube.com/watch?v=EZejDlBWYPs. Derek si è fatto conoscere di persona sui campi di gara quando correva con Toleman, Renault, Brabham e Arrows in Formula 1. Sempre gentile, sempre disponibile, sempre simpatico. Ma anche un grande uomo, come testimonia quest’intervista toccante, non solo per il ricordo del fratello Paul.

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