Elettrico, rischi, più costi: Tavares parla chiaro, ma c’è chi cambia discorso

Da una parte c’è chi, come Carlos Tavares, ad di Stellantis, afferma che “l’elettrificazione è una tecnologia scelta dai politici e non dall’industria, con il rischio che la classe media non potrà più acquistare auto”; dall’altra, secondo un rapporto di Transport & Environment (quelli che parlano elettrico, pensano elettrico e vedono elettrico) i cittadini europei si dicono disposti a pagare di più veicoli “più puliti” e chiedono norme più severe verso i costruttori di vetture.

Il sondaggio è stato svolto su 8mila cittadini (su quasi 448 milioni, aggiungiamo noi) abitanti del Vecchio continente).

Delle due l’una, anche perché Tavares – nell’intervista congiunta rilasciata a “Corriere della sera”, “Les Echos”, “Handelsblatt” ed “El Mundo” in occasione del primo anniversario di Stellantis – aggiunge anche che “non guardare all’intero ciclo di vita delle auto elettriche è molto riduttivo”, che “un veicolo elettrico deve percorrere almeno 70mila chilometri prima di compensare l’impronta di CO2 dalla realizzazione della batteria” e che “alla fine è meglio accettare auto ibride termiche molto efficienti in modo che rimangano accessibili e forniscano un beneficio immediato in termini di CO2”.

L’organizzazione ambientalista ha commissionato il sondaggio a YouGov alla vigilia delle nuove regole Euro 7 previste in aprile che fisseranno limiti legali per 100 milioni di vetture a benzina e Diesel che saranno vendute in Europa dopo il 2025. Comunque, un conto è spendere fino a 500 euro in più per una vettura nuova Euro 7, quindi ancora più pulita delle Euro 6 di ultima generazione, un conto è spendere il doppio e anche di più per una macchina elettrica se non “spinta” al massimo da incentivi e agevolazioni varie.

T&E dice già che i costruttori stanno facendo i furbi in quanto le nuove norme Euro 7 ridurrebbero i margini di profitto e per questo farebbero lobby per indebolire le norme imminenti. In pratica, T&E ha già messo le mani avanti, dichiarando guerra all’Euro 7 e mettendo nel mirino le Case automobilistiche.

Carlo Tritto, policy officer di T&E Italia, sembra cadere dalle nuvole quando asserisce che “le Case automobilistiche non hanno più scuse per non proporre motori il più possibile puliti”, come se fino a ora se ne fossero strabattute degli impegni per la tutela dell’ambiente”. Ecco poi l’affondo: “Le auto nuove vengono controllate solo nei primi 5 anni di vita o fino a 100mila chilometri; tenere sotto controllo l’inquinamento solo per cinque anni, quando la maggior parte delle auto resta sulla strada molto più a lungo, costituisce una minaccia per la salute pubblica”.

Peccato che sono anni e anni che il settore prema invano su un piano che permetta il rapido rinnovamento del parco circolante nella fattispecie italiano.  Viene da pensare che probabilmente faccia comodo se resti tale in modo che si abbia sempre da incolpare qualcuno. Se per qualcuno dall’alto fosse stata una vera emergenza, come lo è in realtà, la situazione ora sarebbe diversa.

Una risposta ai fan dell’elettrico arriva ancora dall’intervista a Tavares e riguarda i costi dell’elettrico ai quali T&E non fa cenno. Dice l’ad di Stellantis: “La nostra battaglia è volta a limitare al massimo l’impatto dei costi supplementari del 50% dei veicoli elettrici e vedremo tra qualche anno chi tra i produttori sarà sopravvissuto”.

Altro che 500 euro in più…(motori.ilgiornale.it)

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