Ferrari: un brand più forte della pandemia

A inizio febbraio, Ferrari S.p.A ha reso ufficiali i risultati economici del 2020: 9119 auto consegnate (nonostante la sospensione produttiva di 7 settimane), ricavi netti pari a 3,46 miliardi di euro e un utile netto di 609 milioni, indotto da un ultimo trimestre da record (263 milioni di euro di utile netto, +58% rispetto al 2019).

“I risultati della Ferrari sono stati eccezionali, dimostrano la forza del nostro modello di business e la nostra resilienza. Il 2020, con le sfide del Covid, ci ha permesso di imparare di più sulle nostre forze e debolezze” ha dichiarato il presidente John Elkann durante la conference call con gli analisti finanziari.

Al termine di un anno drammatico, che ha profondamente colpito l’intera popolazione mondiale, raggiungere tali risultati lascia senza parole: l’universo dell’Automotive ha subìto l’ondata del Covid come pochi altri, dovendo far fronte alla cosiddetta Crisi-Coronavirus, fenomeno senza precedenti che ha scaturito un blocco tanto sul fronte della produzione, quanto su quello della domanda; centinaia di milioni di famiglie in ogni angolo del mondo, contornate da situazioni precarie e incognite economiche, hanno dovuto accantonare la possibilità di investire in un’auto nuova.

Considerando Ferrari sia azienda automobilistica sia entità sportiva, cerchiamo di rivolgere l’attenzione anche sulle condizioni economiche di quest’altro settore: ciascun club, a prescindere da sport, nazione e campionato di appartenenza, sta lottando con ogni forza per cercare di limitare i danni di fronte a un periodo storico che ne ha prosciugato le possibilità e potenzialità. Il sistema calcio, ad esempio, è a rischio collasso: società di indiscutibile blasone e forza economica stanno accumulando centinaia di milioni di euro di debiti, oltre a, in numerosissimi casi, non aver tuttora pagato multiple mensilità di stipendi ai propri tesserati. Barcellona e Real Madrid, massimi colossi del calcio mondiale, stanno affrontando la crisi finanziaria peggiore della loro storia, con bilanci disastrati e perdite mai registrate prima; i due club collezionano complessivamente circa 2 miliardi di euro di debiti e il Real, nella fattispecie, ha fatturato, nel 2020, 200 milioni di euro in meno rispetto al 2019.

Ferrari, che realizza beni di lusso e che sa da sempre reinventarsi, trovando soluzioni alle crisi economiche che inevitabilmente incontra nel mare in cui naviga, ha saputo essere più forte della pandemia, grazie a un marchio semplicemente inscalfibile; secondo un recente report di Brand Finance, infatti, è per il secondo anno consecutivo il brand più forte al mondo, superiore a colossi come Coca Cola o Apple. Dando uno sguardo all’altra faccia della medaglia, però, è conseguentemente inspiegabile ed innegabilmente grave che la Scuderia non riesca ad imporsi in Formula 1. Dovremmo assistere, per la logica dei fatti, a un team dominante… siamo invece reduci da una stagione umiliante. La Ferrari deve tornare, senza alcun alibi, attenuante o giustificazione, a vincere in Formula 1, per l’azienda che può vantare di essere, per la storia leggendaria che la contraddistingue e per la passione dei tifosi che la venerano.

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