#FORUMAutoMotive, dibattito sui pro e contro della transizione green
Si è svolto in settimana a Milano #FORUMAutoMotive, la due giorni di dibattiti che vuole rappresentare un movimento di opinione sui temi legati alla mobilità a motore. Questa edizione ha trattato due argomenti importanti, come la revisione del codice della strada per una maggiore sicurezza e lo stop ai motori endotermici nel 2035.
#FORUMAutoMotive è iniziato con una tavola rotonda a porte chiuse dal titolo “Mobilità e futuro, è scontro con l’UE”, che lunedì 20 marzo ha visto il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto confrontarsi con i rappresentanti del mondo della mobilità. Tema della riunione, l’esigenza di adottare una visione realistica sui cambiamenti e sulla transizione ecologica in atto, privilegiando la neutralità tecnologica, le eccellenze industriali e l’indipendenza energetica, verso un mondo più “green”, ma con trasparenza e buon senso.
#FORUMAutoMotive è proseguito la mattina di martedì 21 marzo con la sessione di tavole rotonde aperte al pubblico che hanno affrontato i temi legati alla sicurezza e all’ambiente. L’organizzatore e moderatore dell’evento Pierluigi Bonora ha introdotto i lavori consegnando a Massimo Di Risio – fondatore e presidente del Gruppo DR Automobiles – il premio “Personaggio dell’anno 2023 per #FORUMAutoMotive”, assegnato alla personalità che nell’anno precedente si è distinta nel portare avanti iniziative tangibili a beneficio della mobilità nel suo complesso con possibili ricadute positive sul Sistema Italia.
Nella prima tavola rotonda (dal titolo “Codice della strada: dalle parole si passi ai fatti. La sicurezza non dev’essere una questione politica”) sono intervenuti diversi manager ed esperti del mondo della sicurezza. Tutti sono stati concordi nell’affermare che la tecnologia è importante ma non può sostituire il comportamento corretto e il rispetto delle norme. Tra i partecipanti Carlotta Gallo, Dirigente Compartimento Polizia Stradale Lombardia, che ha messo in evidenza come “dobbiamo fare in modo che gli incidenti diminuiscano. Ma l’approccio non può essere limitato a controllo e repressione. Ci stiamo impegnando su educazione e sicurezza stradale nelle scuole, progetti importanti finalizzati a individuare forme di linguaggio che intercettino i giovani”.
Qualche parere discordante invece tra i partecipanti del secondo panel (“Barcolla l’input Ue del tutto elettrico dal 2035. Riprendono quota gli ecocarburanti. Ambientalisti infuriati. E adesso?”), che si è soffermato sugli ultimi sviluppi del dibattito relativo allo stop dei motori endotermici al 2035.
Tra i partecipanti Camillo Piazza, Presidente di Class Onlus, secondo il quale “la sostenibilità non può essere imposta, deve essere desiderata. Stiamo aspettando che il mercato faccia il suo percorso. Fino a quando lo Stato offrirà incentivi, i prezzi delle auto resteranno alti. Se non ci fossero, sarebbe il mercato a far calare i prezzi, perché costa meno produrre una 500 elettrica che una con motore termico”.
Sulle incognite della transizione all’elettrico si è soffermato Andrea Taschini, Manager Automotive: “L’80 per cento delle materie prime sono controllate dalla Cina, l’Europa non sarà in grado di essere competitiva su questo piano. Potremmo trovarci in una situazione di embargo, che con le batterie sarebbe impossibile da aggirare. Il Governo deve lavorare sugli specifici contesti e fare gli interessi dell’Italia”.
Il terzo dibattito della giornata (“Transizione green, svolta in vista, tra nuovi scenari e necessità di chiarezza”) ha approfondito il tema della transizione green e su come investire e programmare tra nuovi scenari e necessità di chiarezza.
A questo panel è intervenuto il Viceministro alle Infrastrutture e Trasporti, Galeazzo Bignami, che ha affermato “non crediamo sia scaltro passare dalla dipendenza dal gas russo a quella dall’auto elettrica cinese. È necessario affiancare alla sostenibilità ambientale anche quella economica e sociale. Siamo contro l’ecologismo radical chic che rischia di condannare il nostro Paese a un effetto Cuba in cui l’auto diventi appannaggio solo di classi più abbienti. Il Governo crede nella neutralità tecnologica e nella pluralità di tecnologie in grado di assicurare emissioni zero al 2035. Va considerato l’intero ciclo di vita, dalla produzione dell’auto al suo fine vita e riciclo. Il rischio è che si faccia ecologismo in Europa, inquinando in altri Paesi del mondo”.
Per Simonpaolo Buongiardino, Presidente di Federmotorizzazione, “l’aria sta cambiando e lo si avverte nel dibattito nazionale ed europeo sul tema. Ci si interroga finalmente sulla bontà delle scelte assunte a livello europeo, privilegiando una tecnologia, quella elettrica, ancora non ben conosciuta, il cui ciclo di vita prevede una produzione di CO2 superiore a quelle generate da vetture con motore endotermico”.
Si è detto d’accordo Marco Bonometti, Presidente di Gruppo OMR, che ha ribadito come “la macchina elettrica è per soli ricchi. Va fatta un’operazione verità. Va rivisto il green deal, senza energia rinnovabile non si capisce come potremo generare l’energia pulita necessaria ad alimentarle. L’elettrico mette a rischio un’intera filiera con decine di migliaia di lavoratori interessati in Italia e centinaia di migliaia in tutta Europa, senza contare il rischio della deindustrializzazione alle porte”.
Per Rocco Palombella, Segretario Generale UILM, “ci sono due parti lese in questa transizione: imprese e lavoratori. È impossibile mettere in discussione l’Euro7 dopo così pochi anni. È mancata nel nostro Paese una politica industriale degna di questo nome, con tutto il sistema della componentistica a rischio. Il processo di transizione al 2035 va bloccato”.
Per l’europarlamentare Paolo Borchia “con questa normativa gli europei pagano, gli altri inquinano. Non c’è sostenibilità ambientale senza tenere conto anche di quella sociale ed economica. Gli impatti negativi sull’occupazione sono sotto gli occhi di tutti, senza dimenticare che stiamo alimentando la dipendenza dal mercato cinese. Non è possibile sacrificare tutto sull’altare dell’elettrico”.
Guido Guidesi, Vicepresidente dell’Alleanza tra le Regioni Europee Automotive e Assessore alla Sviluppo Economico della Regione Lombardia, ha sostenuto che “esiste un’alleanza tra 28 Regioni italiane ed europee per una transizione più equa e razionale anche dal punto di vista sociale. Sugli obiettivi ambientali di decarbonizzazione siamo tutti d’accordo, ma tenendo aperte più strade all’insegna della neutralità tecnologica”.
Ha chiuso il panel Marco Stella, Vicepresidente di ANFIA: “Finalmente si guarda con grande realismo il processo di transizione ecologica e verso l’elettrico che non può rappresentare l’unica soluzione. Siamo convinti che ci sarà una fase in cui conviveranno diverse tecnologie attente all’ambiente. Siamo il secondo Paese per l’industria della componentistica. Sprecare questo valore e queste competenze sarebbe un errore terribile”.
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