Gran Premio del Brasile, le pagelle dei protagonisti

Senza dubbio le gare disputate sul circuito di Interlagos riservano un bel po’ di sorprese. Anche l’edizione 2022 non smentisce questo andamento con la prima vittoria di Russell e la rinascita della Mercedes con un contorno fatto di suspence, battaglie e sorpassi.

 

10 + 10 – George Russell

Il baby British inizia benissimo il weekend vincendo la mini-gara del sabato, meritandosi un 10 per il sorpasso su Verstappen. E Russell prosegue meglio la domenica, schizzando al via dalla prima posizione senza alcun timore reverenziale nei confronti di Hamilton, gestendo benissimo due restart dopo la safety car e terminando il suo show tenendo a bada il compagno di squadra. Altro 10 e complimenti per essere il primo inglese a vincere un GP dal 2012, Hamilton a parte…

 

10 – Fernando Alonso

Il suo volto raggiante a fine corsa è uno spettacolo, anche se buona parte del merito di questa gioia è del compagno di squadra Ocon, che dopo l’ultima safety car si è spostato senza fare troppe storie, permettendo ad Alonso di correre verso la quinta posizione finale. Risultato a parte, lo spagnolo è uno di quelli che non molla mai e ha sempre una chiara visione della gara, progettata su tre soste per… provare a fare qualcosa di diverso e avere così una chance di ben figurare.

 

9 – Lewis Hamilton

L’abbiamo scritto due settimane fa: lui non molla mai e lo ha dimostrato una volta di più a Interlagos. Ogni volta che si trova in difficoltà dimostra il suo valore correndo a testa bassa. E pazienza se bisogna fare una volta di più a sportellate con Verstappen e ingoiare amaro per la vittoria del compagno di squadra, che è andato fortissimo. Ha solo più una possibilità per vincere una gara per il 16esimo anno di fila, e anche se le chance non sono molte lui ci proverà.

 

9 – Mercedes

Conferma la crescita costante ottenuta in questo finale di stagione. Alcuni affermano che sia grazie alla direttiva tecnica 39/2022 sulle misure antisaltellamento che hanno favorito il suo ritorno tra i migliori team. Direttiva che riguarda i controlli di usura e rigidità del pattino sotto il fondo della vettura (gli skid blocks) per il controllo delle oscillazioni del telaio. Se eccessive, viene imposto l’aumento dell’altezza della monoposto da terra. Ebbene, queste misure antisaltellamento che a inizio campionato sembravano una iattura per la Mercedes, alla fine sembra l’abbiano favorita. E nell’ultima gara di domenica prossima i due piloti lotteranno per il secondo posto nella classifica costruttori.

 

9 – Carlos Sainz

Bella gara sprint il sabato per Sainz che, scontata senza troppi problemi la penalità al via per il cambio motore, ha condotto tutta la gara di domenica senza distrazioni. Avrebbe potuto vincere (forse!) se la visiera a strappo non si fosse impigliata nella ruota posteriore destra obbligandolo a un pit stop troppo anticipato per le sue gomme gialle. Ma non ha mollato dimostrando che in questa fase del campionato merita più del compagno di team.

 

8 – Kevin Magnussen

Il fatto di essere il primo danese a partire dalla pole position (anche se solo per la gara Sprint del sabato) a bordo di una vettura non proprio prestazionale come la Haas fa meritare un voto positivo a Magnussen. E il fatto di essere tamponato appena iniziata la gara della domenica gli fa assegnare un bel voto alla sfiga. All’alba dei 30 anni il buon Kevin non avrà molte altre possibilità di mettersi in mostra.

 

8 – Sebastian Vettel

Ma guarda chi lotta come un giovane che vuole mettersi in mostra per il proseguimento di carriera pur essendo alla penultima gara della carriera. Alla distanza perde di vista le posizioni di vertice e termina un po’ defilato, ma quanto fa vedere nella prima parte di gara gli fa meritare un ottimo voto.

 

7,5 – Sergio Perez

“Alla fine ha dimostrato chi è realmente”. Il team radio a caldo in cui commenta la scelta del compagno di squadra a non lasciargli la posizione per provare a conquistare la piazza d’onore nel mondiale è emblematico: il prossimo anno lui e Verstappen correranno ancora insieme ma saranno sicuramente scintille. Alla fine il messicano paga da un lato la scelta sbagliata delle gomme (gialle in mezzo a una muta di rosse) nella fase finale della gara, dall’altro la Red Bull meno vincente della stagione, ma lui lotta sempre tra i primi.

 

7 – Valtteri Bottas

Ancora una volta a punti con l’Alfa Romeo a dimostrazione che il ritmo gara non gli manca. Con l’età non migliora di certo la sua capacità di affrontare il corpo a corpo ma l’essere lontano dalle luci della ribalta dei team di rilievo gli permettono di lavorare tranquillamente, badando al sodo. È grazie a lui se l’Alfa riesce a conquistare punti abbastanza regolarmente.

 

6 – Charles Leclerc

Non si può al primo giro rischiare un sorpasso all’esterno quando ci si gioca il secondo posto nel mondiale e Hamilton e Verstappen se le sono appena suonate perdendo posizioni. L’aver rimontato con costanza tornando vicino al podio dall’ultima posizione in cui era finito gli fanno meritare la sufficienza, ma per vincere il mondiale bisogna saper leggere i momenti e Leclerc in Brasile non l’ha fatto. Anche se ha molto da lamentarsi con il suo team che non dimostra di credere in lui fino in fondo.

 

4 – Red Bull e Max Verstappen

Tecnicamente: la più brutta Red Bull dell’anno insieme al peggior Verstappen della stagione fanno precipitare in classifica il pilota e il team campioni del mondo. Umanamente: l’inganno a Perez di entrambi è peggio della figuraccia ottenuta con il risultato sportivo. Strategicamente: la situazione è ancora peggiore, che ambiente ci sarà il prossimo anno nella squadra?

 

4 – Lance Stroll

Ma dai cara FIA, diamo una volta quelle penalità che fanno saltare una gara a questi piloti diciamo distratti! Rovinare la gara di Alonso alcuni GP fa e provare a fare lo stesso con il compagno di team in Brasile merita una sospensione, no? Stroll non ha il carisma né il carattere né forse la bravura costante per correre in Formula 1. Ah già, ma ha i soldi…

 

3 – Daniel Ricciardo

Una volta per ogni vittoria beveva nella (quasi certamente puzzolente) scarpa tolta sul podio e obbligava gli altri piloti a fare altrettanto: un simpatico guascone, insomma, del quale i commentatori italiani ricordavano costantemente le origini siciliane. Oggi di quel pilota che cosa è rimasto? Sembra proprio poco, a due gare dalla fine della carriera non ha neanche più tanta voglia di ridere, né di fare ridere chi tifa per lui. Anche i commentatori tralasciano di ricordare che ha ascendenza italiane. Resta solo il fatto che fa incazzare gli avversari, con i suoi errori.

 

2 – FIA

Siamo alle solite: ancora non l’hanno capito che la virtual safety car è – parafrasando Fantozzi – esattamente come il film “La corazzata Potëmkin”. Se poi decidono per la virtual e solo dopo parecchi minuti la trasformano in safety… beh allora si raggiunge il parossismo dell’irritazione per chi guarda le gare. Anche perché non si capisce la logica con cui si decide per una o per l’altra.

(foto di autoappassionati.it)

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