Guida autonoma, fra fantascienza e legalità

Fantascienza, tecnologia e legalità attorno all’auto a guida autonoma. Cioè un veicolo in grado di procedere senza l’intervento umano.

La SAE International Automotive ha individuato sei livelli. Da quello 0, il più basso (in cui il guidatore gestisce direzione e velocità del mezzo) a quello più elevato, appunto il 6.

Il livello 1 dispone di sistemi per la guida assistita con il guidatore che decide in merito a frenate, accelerazione e direzione di marcia con l’intervento di altri sistemi che avvertono la presenza di pericoli potenziali trasmettendo segnali visivi o acustici al conducente.

Nel livello 2 l’integrazione di guida con il pilota si fa più intensa anche se il controllo del traffico rimane sempre nella gestione del driver.

Si  parla di automazione nel livello 3 con la vettura che gestisce in proprio frenate, accelerazioni e direzione di marcia. Sulle strade tedesche si sono viste circolare fino ad una velocità massima di 60 kmh Mercedes Classe S ed EQS dotate di autopilota, inoltre Mobileye, controllata da Intel, aveva offerto un servizio di robotaxi nei principali aeroporti tedeschi. Nissan è stato il marchio che ha messo in listino la Skyline, venduta in Giappone dal 2019 con il sistema ProPILOT 2. Un sistema che sfrutta la tecnologia Renesa R-CarSoC, con sette telecamere, cinque radar e dodici sonar per creare una mappa 3D dell’ambiente attorno consentendo la guida automatizzata in autostrada. E poi ancora il marchio ha realizzato prototipi tra cui la Leaf testata a Londra nel progetto ServCity.

Nel livello 4 l’autoguida in totale autonomia.

Ancora un salto in avanti nel livello 5 con la vettura che sceglie il percorso. Google, già dal 2009 aveva pensato ad una Pod Car, auto senza guidatore utilizzata come piattaforma per lo sviluppo della tecnologia mentre  sette anni dopo nasceva la società Google Waymo per le self driving cars. Nel 2018 era stato siglato un accordo con Fiat Chrysler per la fornitura di minivan Chrysler Pacifica equipaggiati con la tecnologia di Google tra cui sensori, telecamere e Lidar, poi anche Jaguar ha realizzato 20.000 Suv Jaguar I-Pace a guida autonoma. Anche Tesla ha proposto un hardware con un Autopilot, una piattaforma che ha otto videocamere che garantiscono una visibilità a 360°  attorno all’auto in un raggio di 250 metri. Tesla ha in mente di lanciare un sistema Autopilot di livello 4 entro il prossimo anno.

Anche Renault ha presentato concept come EZ-GO,Morphoz, Symbioz, EZ-PRO ed EZ-Ultimo già proiettate verso il livello 4, senza dimenticare che dal 2017 diverse Zoe percorrono le strade francesi all’interno del progetto SAM per l’utilizzo su strada dei taxi robotizzati. Volvo crede nel suo sistema Ride Pilot (realizzato con Zenseact eLuminar) che battezza “senza supervisione” all’interno del livello 3 con il nome non ufficiale  di Embla già vista in California.

Soltanto alcuni Paesi hanno aperto tratti stradali riservati al transito delle auto a guida autonoma. I prezzi di queste auto a guida autonoma  sono abbastanza salati, intorno ai 90 mila euro. Condizioni atmosferiche avverse interferirebbero con i sensori montati sul tetto del veicolo e renderebbero cieche le telecamere all’interno della vettura. La tecnologia 5G occupa il gradino più alto per la connessione ad alta velocità delle auto. Nel Vecchio Continente sono stati finanziati dalla Commissione europea tre progetti sperimentali che riguardano1.000 km transfrontalieri di autostrada e alcuni tratti urbani.L’Italia è protagonista del progetto 5G-Carmen che riguarda 600 km di strade da Bologna fino a Monaco di Baviera.

Il G5 ampia il raggio visivo negli incroci ciechi e consente lo scambio di informazioni tra veicolo e l’esterno garantendo una iper connessione.Vodafone, insieme a Fca, Marelli, Pirelli, Altran e Politecnico di Milano, ha dimostrato questa tecnologia sulla pista di Arese. Idem ha fatto la Tim a Torino sulla pista sul tetto del Lingotto. “La guida autonoma non è pronta per le nostre strade” – ha ribadito recentemente il Ceo di Volvo Cars. L’obiettivoVolvo è di instaurare, entro il prossimo decennio, 5 milioni di rapporti diretti con il potenziale acquirente. Iniziative che fortificheranno il servizio di abbonamento per auto Care by Volvo, il brand di mobilità M ed il marchio Polestar.

“La XC60 offre frenata automatica agli incroci, supporto alla sterzata e un sistema che attiva la frenata in caso sopraggiungano veicoli, pedoni, ciclisti e animali”. Sulla guida autonoma investono anche Audi (livello 3 sull’A8, servizio di navetta senza pilota su ID.BUZZ AD), Bmw (guida di livello 3 sulla nuova Serie 7 attesa quest’anno ma anche su Serie5, X5 e sull’elettrica iX), Ford (investimento di 6 miliardi di euro e fornirà a Lyft una flotta entro la fine dell’anno), GM (la Ceo Mary Barra offrirà ai clienti auto a guida autonoma entro il 2025 insieme a Cruise con l’Origin in servizio dal 2023), Hyundai (nel 2030 lancerà una gamma di modelli di livello 4 a partire dal concept elettrico Svencol volante a scomparsa, oltre all’accordo con Aurora insieme a Kia e anche con Ioniq 5 robotaxi), Fca con Aurora, Honda con Legend a livello 3, Mazda che punta sulla sicurezza, Toyota, Volkswagen e Waymo che scandagliano l’ambiente con radar, lidar, GNSS e visione artificiale.

Stellantis dal livello 2 e arrivando  al livello 4 con aggiornamenti da remoto Over the Air con la tecnologia STLA Auto Drive sviluppata con Bmw e che sarà sui primi modelli dal 2024. Stellantis farà poi seguire al progetto L3Pilot il programma Hi-Drive fino al 2025 cofinanziato dalla Ue. Per la tedesca Tuv Sud ci sono nel mondo 100 milioni di vetture comandate da algoritmi e dovrebbero diventare 370 milioni nel 2030.

In Italia, il Ministero dei Trasporti e delleInfrastrutture ha approvato quest’anno con un provvedimento l’autorizzazione ad eseguire test di guida autonoma sulle strade pubbliche italiane a cominciare da alcuni tratti a Parma e Torino. La data del 14 luglio scorso è quella dell’entrata in vigore delle modifiche alla Convenzione di Vienna sulla circolazione stradale in particolare dell’articolo 46 del Codice della Strada in base al quale”si intendono per veicoli tutte le auto che circolano sulle strade guidate dall’uomo”, nozione che fa a pugni con il concetto di guida autonoma.

Dal 2021 c’è la normativa internazionale UN-ECE R – 157 chec onsente ai veicoli dotati di ALKS, ADAS di livello 3, tra cui l’AEBS, il sistema avanzato di frenata di circolare in modalità automatica solo su strade a carreggiate separate senza pedoni, nè ciclisti, senza superare i 60 kmh. Mercedes è il primo costruttore al mondo, secondo quanto scrive Sicurauto.it, ad aver raggiunto i requisiti legali perla guida assistita di livello 3. Dunque la data del debutto nel mondo dell’auto senza pilota slitta ancora visto che ci sono da sciogliere i limiti legali ed etici ma anche i limiti emersi dall’intelligenza artificiale. A rincarare la dose il giudizio di Daniela Rus, responsabile del “ComputerScience and Artificial Intelligence Laboratory” del Mit di Boston.”Per approdare all’automazione c’è molta strada da percorrere”. La tecnologia esiste ma i dubbi aumentano a livello degli aspetti legislativi e delle infrastrutture da uniformare vede raffreddare gli entusiasmi.

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