I tanti misteri del boom del titolo FCA in borsa

In questi giorni tiene banco la crescita continua del titolo FCA in borsa, anche a dispetto dei numeri delle vendite di dicembre davvero poco esaltanti sia di qua che di là dell’oceano. Come può succedere un fatto così? Non sapendo dare una risposta credibile, sono ricorso al collega Fabio De Rossi che è il vicedirettore di Quattroruote e che, oltre a capirne di automobili, ha alle spalle una lunga e gloriosa carriera come giornalista di economia che lo ha portato anche alla vicedirezione del settimanale Il Mondo che ha lasciato proprio per la nostra rivista. Ecco che cosa mi ha risposto:
Buy the rumors, sell the news. Forse è questo l’adagio di Borsa (ma perché poi l’adagio se si usa quando le quotazioni schizzano in alto?) che fa il caso del titolo FCA a Piazza Affari, tra la fine del 2017 e le prime sedute del 2018. Qualche dato? Le azioni hanno toccato il 9 gennaio, un massimo storico nel primo pomeriggio a 19,13 superando così per la prima volta la barriera psicologica dei 19 euro (per poi ritracciare sotto la soglia tecnica e assestarsi intorno a 18,60). Le performance? Impressionanti: +25% a un mese, +92% a sei mesi, +89” a un anno. I motivi? Tutti e nessuno. Nel senso che i cosiddetti fondamentali non giustificano un boom di queste proporzioni, neanche sulla scia di una crescita generalizzata delle borse. Il dato industriale e produttivo men che meno. E allora? Buy the rumors, cioè “compra le voci” che sia dietro l’angolo un’operazione (o più operazioni) di finanza straordinaria. Dallo scorporo e la quotazione di Magneti Marelli, allo spin-off di Alfa e Maserati, oppure quello, ipotizzato l’8 gennaio da Morgan Stanley (che nello scenario migliore vede il titolo a 30 euro), di Jeep e Ram. E chissà che poi non rispunti dal cilindro di Marchionne il tanto sbandierato consolidamento, con un’alleanza non solo tecnologica nell’automotive. Tutto questo rappresenta una bolla speculativa? Forse sì, forse no. A darne una lettura maliziosa può anche voler dire: “tra i grandi gruppi automotive, FCA è quella che nel suo complesso sta messa peggio sul fronte tecnologico e, in parte, industriale. Compriamo, perché qualcosa di importante presto o tardi si dovranno inventare”. E il prossimo piano industriale (2018-2022) è già sul tavolo di Marchionne. L’appuntamento pare sia per giugno”.
Beh, di motivi ber sbizzarrirsi ce ne sono tanti. Quello che è sicuro è che chi aveva puntato sul titolo FCA la scorsa estate adesso vede il suo investimento praticamente raddoppiato! Mica male di questi tempi dove in banca, se vi va bene, vi danno l’1% di interesse annuo…(quattroruote.it)

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