Idee diverse e confuse sul futuro dell’automobile
Idee un po’ confuse nel mondo dell’auto dove il calo delle vendite è allarmante come si è notato nel primo mese del 2022 in particolare in Italia.
Alcuni numero uno dei brand sono schierati a favore dell’auto con la spina o a quella ibrida, altri che non bocciano del tutto benzina e diesel, nonostante il divieto di utilizzarli nel 2035, infine qualche timido spazio si intravvede per l’idrogeno. E poi si invocano incentivi dai governi per vivacizzare il settore auto.
Il Ceo Tavares (Stellantis) ha evidenziato che “l’elettrificazione è una tecnologia scelta dai politici, non dall’industria e che le auto elettriche diventeranno irrimediabilmente più care dei listini” Per l’italiano De Meo (Renault) “la legislazione deve rispettare la neutralità tecnologica, invece oggi questo dogma sta venendo sempre meno”. Per il Ceo Diess (Volkswagen) “per arrivare all’obiettivo imposto dall’Europa ci vorrebbero 30 Gigafactory. Quindi spegnere le auto endotermiche è arduo se non impossibile.
Le auto elettriche hanno senso se l’energia è rinnovabile”. Volkswagen, intanto, nel 2021 ha raddoppiato le consegne di veicoli elettrici, 369.000, + 73%, inclusi 106.000 ibride Phev, con un risparmio di 5,5 milioni di grammi di C02.
Audi è oggi il costruttore di vetture elettriche con la più ampia offerta di modelli, tutti realizzati presso stabilimenti carbon neutral.
“Lamborghini non vuole farsi trovare impreparata – ha detto il dinamico Ceo Stephan Winkelmann – e dal 2024 la gamma dei modelli verrà elettrificata, ma solo nella forma del plug-in hybrid”. Bmw Group punta ad avere più di un milione di veicoli elettrici e di lanciarne 25 modelli con queste caratteristiche da oggi al 2030. Il programma di sviluppo Mercedes per le auto ad idrogeno subisce invece uno stop ma proseguirà solo sui mezzi pesanti in partnership con Volvo Trucks.
Quindi si ferma il ciclo di produzione della GLC F-Cell. “Dal 2025 le vendite di auto elettriche si attesteranno sul 9,5 % il resto sarà appannaggio delle ibride – ha ribadito recentemente Matt Harrison, presidente e Ceo di Toyota Europa – e cinque anni dopo in linea con il piano Fit for 55 incrementeremo le vendite dei nostri modelli con la spina del 50%”.
La filosofia Toyota rifiuta il concetto dell’elettrico a batteria e punta sull’impiego di tecnologie diversificate: il brand giapponese lavora su ogni tipo di elettrificazione, sull’idrogeno (prototipi GR Yaris H2) e sui motori convenzionali.
Come viaggeremo nel 2030? A sentire l’ing. Yoshikazu Tanaka, uno dei responsabili del reparto Ricerca e Sviluppo della Toyota, l’idrogeno sarà il carburante del futuro. “Noi sviluppiamo l’auto ad idrogeno perchè siamo convinti che la possibilità di produrre questo combustibile da diverse fonti”. Toyota punta sull’idrogeno sin dal 1992 quando realizzò un veicolo a celle a combustibile, poi seguì Mirai.
Per Papa Francesco durante il suo viaggio apostolico in Giappone, Toyota ha allestito una Mirai in versione papamobile. Il Ceo di Honda, Toshihiro Mibe, ha invece criticato Toyota: “L’idrogeno non è la strada giusta. Entro il 2040 venderemo solo auto elettriche o fuel cell”. Un team di scienziati europei, Markus Antonietti, direttore del Dipartimento di Chimica colloidale a Berlino, la chimica Marcella Bonchio ed il biologo Pierre Joliot sono al lavoro per produrre idrogeno a basso prezzo.
Oltre a loro vanno segnalate le sfide Snam. “Stiamo preparando la nostra rete atrasportare gas rinnovabili – ha puntualizzato Marco Alverà, ad del Gruppo – anticipando che entro il 2040 raggiungeremo le zero emissioni”. In tema idrogeno, Snam si è affiancata a Edison, Saipem e Alboran Hydrogen per il trasporto di idrogeno verde in Italia. Il progetto prevede l’apertura di tre impianti a Brindisi, Taranto e Cerignola nel Foggiano per produrre 300 milioni di mc di idrogeno rinnovabili all’anno. In Italia opera una stazione di rifornimento a Bolzano ma si parla dell’apertura di altri punti a Milano, Mantova e Roma. Renault ha dato via libera all’idrogeno siglando un accordo con la compagnia americana Plug Power per dare vita a Hyvia. Corsa all’idrogeno anche per Landi Renzo che ha rilevato Idro Meccanica. Mercedes e Bmw nel 2006 hanno realizzato modelli ad idrogeno.
La casa tedesca aveva realizzato un mini lotto di Serie 7 ad idrogeno V12 (personalmente ho effettuato un test-drive da Verona all’aeroporto di Monaco di Baviera dove c’era l’unica stazione di servizio in Europa). La iX5 Hydrogen da 374 cv si era vista al salone di Monaco. Ed ancora il concept Mazda RX-8 Hydrogen RE. Mercedes insieme a ProLogium stanno da oggi sviluppando la futura generazione di batterie allo stato solido.
Secondo Irena nel 2050 il 12% dei consumi di energia potrebbe essere coperto da idrogeno pulito. Bosch investe sui veicoli elettrici e sull’idrogeno. Il principale vantaggio dell’auto ad idrogeno è quello di non produrre alcun gas serra dato che dallo scarico della vettura fuoriesce solo vapor acqueo.
L’idrogeno liquido ha scarsa applicazione in quanto va mantenuto a temperature inferiori a – 253°. Riguardo alla sicurezza è equivalente o superiore a quella di un veicolo a benzina. In Italia l’idrogeno potrebbe arrivare a coprire quasi un quarto della domanda totale di energia entro il 2050 secondo uno studio Snam-McKinsey.
Oggi circolano 22 mila ad auto ad idrogeno nel mondo. Al distributore (in Italia la rete commerciale ne conta addirittura 22 mila) andremo a fare il pieno di carburanti ma anche di biogas ed idrogeno. Si parla anche di collocare lì anche colonnine per la ricarica delle auto elettriche. Insomma il ventaglio si fa sempre più aperto e largo ma quello che preoccupa è il calo delle vendite di auto nuove in ogni angolo del mondo.
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