Ingranaggi e automobili

Che ci fanno due… “baffi”, direbbero molti, sopra la scritta Citroen? O, per restare in Francia, un “rombo” su quella “Renault”?

Le origini del “logo” di una casa automobilistica si collocano lungo una serie che va dalla curiosa originalità alla semplicità assoluta, passando per varianti di ogni genere. E spesso precedono la nascita delle stesse automobili che portano a spasso quel “logo”. E’ il caso del Leone di Peugeot, nato addirittura nel 1858 per raccontare le qualità… delle lame Peugeot, che all’epoca produceva, e avrebbe prodotto per decenni ancora, di tutto, fuorchè automobili.

Il “rombo” -o “diamante”- di Renault, dai valori puramente grafici, invece appare nel 1925, quando la prima Renault risaliva al 1898… E mentre Ford sostanzialmente ha conservato come logo la propria “firma” (dai caratteri ripresi dal biglietto da visita dell’ingegner Wills…), Daimler e Benz, all’atto della fusione nel 1926, unirono i loro marchi, una stella e una corona di alloro rispettivamente, fino all’attuale stilizzazione.

D’altro canto, se il marchio Cadillac delle origini si rifaceva allo stemma di famiglia di Antoine de la Motte Cadillac, fondatore di Ville d’Etroit (la futura Detroit), il primo schizzo del logo Porsche pare sia stato tracciato su un tovagliolo… Per non dire dei nomi, come Audi, traduzione in latino del cognome del suo fondatore, Horch, o degli acronimi notissimi di Fiat e Alfa, o, tornando ai simboli, dell’elica biancazzurra di BMW, allusiva di una precedente attività industriale, come i “baffi” di Citroen, che si collocano però in una strategia definita.

Nato insieme alla Tipo A, la prima Citroen consegnata nel luglio del 1919, il “double chevron” ricordava infatti la prima impresa industriale avviata con successo dal futuro “patron”, ma intendeva anche “far passare” un messaggio preciso. “Double chevron” significa “doppia cuspide”, con riferimento al tipo di ingranaggi – dalla struttura a doppia elica o a cuspide, per l’appunto – che Andrè Citroen aveva iniziato a produrre nel 1901. Soltanto l’anno prima il quasi ingegnere aveva trascorso le vacanze di Pasqua in visita alla sorella Jeanne, che viveva a a Varsavia, sposata al banchiere Bronislas Goldferer; il quale invitò il cognato a visitare con lui due aziende in una città industriale sulla strada per Lodz. Una di esse era specializzata nella produzione di ruote dentate a doppia elica, ovvero ingranaggi a cuspide.

Di queste faccende Citroen si era occupato un anno prima nel corso dei suoi studi al Politecnico e i vantaggi degli ingranaggi a cuspide gli erano noti: capacità di reggere carichi considerevoli (utile nella grande industria), trascinamento permanente che eliminava gli attriti, producendo un funzionamento più veloce e silenzioso…. L’unico svantaggio era una certa delicatezza di fattura. Citroen capì al volo il valore del procedimento pratico e nuovo che vide all’opera nella costruzione di ingranaggi a cuspide in ghisa, ma che era trasferibile all’acciaio.

Il giorno dopo il brevetto (russo) era suo, con l’aiuto di un prestito del cognato. Rientrato in Francia, dopo l’esame di fine corso e il servizio militare, Citroen passò immediatamente allo sfruttamento del suo brevetto, arrivando nel giro di tre anni a fondare la prima società, la “Citroen, Hinstin & C.”: Hinstin era un industriale già suo compagno di scuola ed ora divenuto socio, come Hughes Citroen, il fratello maggiore.

Nel 1913 nascerà la “Società anonima ingranaggi Citroen”, con capitale di tre milioni di franchi: la produzione si era intanto spostata dai piccoli laboratori dell’avvio a quelli grandi e moderni sorti al quai de Grenelle, poco lontano dal “fatale” quai de Javel, che nel 1915 avrebbe ospitato la fabbrica di shrapnels convertita quattro anni dopo alla produzione automobilistica. Citroen intanto depositava a sua volta brevetti, pubblicizzava i suoi ingranaggi e apriva succursali a Londra e Bruxelles (e una fabbrica: a Mosca!).

Insomma, un successo, che sarà ricordato, come si diceva, nel 1919, scegliendo da allora in poi la sagoma stilizzata degli ingranaggi a cuspide come “logo” delle automobili Citroen. Una scelta che, con il suo modernismo, andava controcorrente rispetto alla grafica floreale degli annunci pubblicitari dell’epoca, comunicando contemporaneamente un rassicurante messaggio di esperienza e contenuti tecnologici.

Della fortuna di quelle automobili parlano i novanta e passa anni della loro storia, ma gli ingranaggi? L’azienda continuò ad operare, accompagnando le evoluzioni ed i passaggi di proprietà della Citroen S.A., tanto che nel 1962 la “Società degli ingranaggi Citroen” acquisì il controllo maggioritario di un’altra azienda del settore, “Etablissements Robert Messian”.

Ne nacque la società “Engrenages e Reducteurs Citroen-Messian”, con novecento dipendenti, due unità produttive, una filiale industriale in Spagna ed una commerciale in Italia e metà della produzione esportata all’inizio degli anni ’70.

La società entrò a far parte naturalmente del gruppo PSA e acquisì nel 1991 il controllo della società Durand, specializzata anch’essa in riduttori. Nasce qui, e d’ora in poi vivrà di vita propria, la CMD (Citroen – Messian – Durand), che diviene una controllata prima del gruppo Dynaction-Mecadyne e poi, dal 2005, del gruppo CIF, continuando ad essere, nel settore, leader assoluto in Francia e uno dei sei leaders mondiali. Tutto sommato il “patron” aveva avuto l’occhio lungo quella mattina, in Polonia.

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