Le forme dell’auto
Una delle domande che sino a pochi anni fa i designer si sentivano rivolgere più spesso riguardava l’avvento dell’auto elettrica: come sarebbero cambiate le forme delle vetture grazie a una diversa propulsione?
La maggior parte dei creativi confidava in una buona dose di libertà espressiva offerta da questo nuovo capitolo. «Il pubblico ha sempre voglia di novità», ci spiegava un responsabile del design di un gruppo europeo, «e per un cambiamento radicale ci vuole una nuova architettura del veicolo, attuabile solo con una propulsione interamente elettrica. L’ibrido non consente una riorganizzazione abbastanza radicale degli organi meccanici».
Altri prospettavano un possibile cambio culturale in fatto di status symbol: «In città farà molto più tendenza essere visti a bordo di un veicolo elettrico e il compito di noi designer è di visualizzare chiaramente il diverso tipo di motorizzazione».
Nell’immaginario collettivo, insomma, l’auto elettrica era – ed è ancora – percepita come un oggetto futuribile. Ad oggi, però, anticipazioni e previsioni si sono rivelate abbastanza imprecise. L’elettrificazione di modelli a motore termico continua ad essere la scelta predominante. Persino quando le vetture vengono disegnate specificamente, come nel caso di Tesla, non si discostano molto dal format dell’auto contemporanea.
Niente astronavi a quattro ruote all’orizzonte, dunque. La vera novità sembra invece prospettarsi con un’altra, ben più rivoluzionaria, innovazione: la guida autonoma. Lo dimostra Mercedes-Benz con la concept car F 015 Luxury in Motion, in cui le sedute anteriori possono ruotare di 180 gradi per ottenere un abitacolo configurato come un salotto. Un tema per altro ampiamente esplorato dai designer da alcuni decenni (vedi la Dialogos di Lancia, per chi la ricorda), ma per un uso a veicolo fermo, mentre ora si prevede che gli occupanti anteriori possano viaggiare contromarcia perché sarà la vettura stessa a guidare.
Oltre che al futuro, questo nuovo utilizzo dell’auto sembra guardare anche alle origini della mobilità: non si viaggiava forse così anche in carrozza? Il posto di guida si trasforma per un doppio utilizzo, con il conducente che può diventare passeggero, scegliendo se e quando guidare.
Un bel salto in avanti, che farà discutere ma affascina. Perché il pubblico, dicevamo, è sempre a caccia di novità. Salvo poi continuare a comprare un Suv.
Precisa, essenziale, subito a fuoco e tagliente nel finale.
Un piacere leggere. E rileggere…
Una visione del futuro precisa e dettagliata da parte di una vera esperta come Silvia Baruffaldi