La differenza fra USA e Italia

C’è una differenza sostanziale tra il presidente americano Barack Obama e il premier italiano Matteo Renzi: riguarda la concretezza, le cose fatte e soprattutto i risultati che si toccano con mano. Prendiamo in esame l’auto, settore per il quale mi occupo.
Obama, in vista dell’Auto Show di Detroit, il primo importante appuntamento dei costruttori del 2016, ha ricordato , come l’”America debba essere orgogliosa di quello che la nostra industria icona ha fatto: sette anni fa era sull’orlo del collasso”. “Mi sono rifiutato di girare le spalle ai lavoratori americani – ha aggiunto Obama – e ho scommesso su di loro. Lo rifarei. E così l’industria dell’auto è tornata. Le imprese hanno creato 14 milioni di posti di lavoro. Abbiamo fatto investimenti storici nell’energia pulita. Abbiamo portato 17 milioni di americani nel sistema sanitario”. Tutto vero. E lo stesso Sergio Marchionne, ad di FCA, ha potuto completare l’operazione Chrysler proprio grazie alla fiducia della Casa Bianca.
In Italia, con le dovute proporzioni, le cose potrebbe andare più o meno alla stessa maniera. Un settore automobilistico a pieni giri darebbe importanti impulsi all’economia, all’occupazione (non solo per quanto riguarda FCA) e alle casse dell’Erario.
E guardando alle ultime affermazioni di Renzi si nota come, mentre Obama ha fatto, Renzi continua a “cavalcare” le iniziative degli altri e abbinare alle stesse il motto che dice: “L’Italia riparte”. Grazie agli altri, a Marchionne che ha salvato la Fiat, l’ha trasformata in un gruppo globale e ha deciso di scommettere sull’Italia, mantenendo e potenziando gli impianti, nonostante le polemiche innescate dalla Fiom (tra l’altro completamente asfaltata) e gli inghippi vari.
“Sette anni fa le vendite di  auto sono calate ai minimi degli ultimi 7 anni. Lo scorso anno sono salite ai massimi storici”, ha poi ricordato sempre Obama. Ebbene, anche in Italia le vendite sono risalite, ma solo e soprattutto grazie all’impegno del settore, ai sacrifici dei concessionari, alle promozioni e agli sconti. Dallo Stato solo parole, promesse, “cavalcate” e nuove tasse (le targhe), per non parlare delle vergognose accise sui carburanti. Stendiamo un velo pietoso sui piani anti-smog (o meglio anti-auto) di Milano, Roma e Napoli…

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