La guida autonoma, ne siamo proprio sicuri?

Una delle nuove frontiere della tecnologia è quella della guida autonoma. Il sogno di salire in macchina, impostare la destinazione e farsi condurre nel luogo desiderato lasciando fare tutto a lei potrebbe diventare realtà nel giro di una ventina d’anni. Nel mondo dell’auto qualcuno ne è talmente convinto da avere dichiarato che il traffico del futuro sarà completamente governato dall’elettronica. E che gli esseri umani lasceranno il volante per sempre, facendosi trasportare da automobili intelligenti e completamente a prova di incidente. L’ipotesi è affascinante, anche per la possibilità di utilizzare il tempo in auto lavorando o divertendosi con l’attività preferita (sì, sì, anche quella, ovviamente a tendine oscurate…). Con l’indubbio vantaggio di farsi un baffo delle stressanti code che sfilacciano quotidianamente i nervi dei poveri pendolari. Da un altro punto di vista, però, l’idea è inquietante e non solo perché un genio come Stephen Hawking ha già messo in guardia l’umanità dallo sviluppare macchine troppo intelligenti. Saremo anche vecchi, anche se per fortuna ci consideriamo solo esperti, ma perché mai dovremmo rinunciare al piacere di guidare, magari anche un po’ più velocemente del solito, concedendoci una gioia che ha fatto felici tante persone dall’inizio del secolo ad oggi? E poi, siamo proprio sicuri di fidarci ciecamente degli algoritmi di un cervello elettronico piuttosto che delle nostre, pur fallaci, capacità al volante? Di sicuro ci diranno che è impossibile, ma non è difficile immaginare cosa succederebbe se, improvvisamente, il sistema di controllo impazzisse e lanciasse l’auto a tutta velocità nel bel mezzo di un mercato…

Non a caso, le prime vetture con guida autonoma che abbiamo provato da passeggeri sono sempre tassativamente sorvegliate da tecnici specializzati, pronti ad intervenire in caso di imprevisto. E per ora, il piacere della guida autonoma rimane privilegio di chi può permettersi un autista, a costi tra l’altro inferiori. In venti anni la tecnica farà sicuramente ulteriori passi da gigante ma tra il dire e il fare, forse per fortuna, c’è di mezzo il mare. Anche per una questione di costi, oltre che di infrastrutture. Per permettere alle auto di guidare da sole bisognerà infatti ridisegnare completamente le mappe delle strade di tutto il mondo, con nuovi dettagli e parametri che non sono attualmente previsti nella cartografia digitale. Poi ci sono da valutare le responsabilità civili e penali che comporta far guidare un’auto da sola. Come la metteranno le autorità in caso di incidente tra un robot e un essere umano? Persino il capo del marketing di una delle Case già impegnate nello sviluppo dell’auto chi viaggiano da sole ha riconosciuto che non sarà molto facile sviluppare un algoritmo di guida adatto al traffico di Roma o di Napoli. Sempre considerando che, come ha ricordato Martin Winterkorn, gran capo del gruppo Volkswagen, nessuno può imporre la tecnologia al suo cliente. Secondo lui è sempre il cliente a scegliere o scartare quello che gli viene proposto. Come non essere d’accordo?

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