La modestia di imparare di Pinin Farina

C’è un episodio nella vita di Giovanni Battista Farina – che dal 1961 si chiamò ufficialmente Giovanni Battista Pininfarina – che vale la pena di essere raccontato. Perché dimostra quanto la modestia sia una virtù dei “grandi”.
Dunque Giovanni Battista Farina, chiamato in famiglia Pinin per la sua somiglianza con il padre Giuseppe, si forma ed affina il suo gusto innato nell’officina di carrozzeria del fratello Giovanni.
Già a 18 anni propone alla Fiat un radiatore di forma inusuale per la “Tipo Zero”.
Oltre al gusto per il bello – ha una grande passione per l’arte – ha una mentalità manageriale che lo porta ben presto a dirigere l’azienda del fratello. Ma capisce che per fare il grande passo deve imparare a ragionare in maniera del tutto nuova.
Negli anni ’20 parte con il piroscafo per gli Stati Uniti dove la Ford ha applicato gli innovativi sistemi di costruzione in serie delle automobili. Vuole capire, imparare.
Scopre che la Ford organizza delle visite guidate all’interno dei suoi stabilimenti per mostrare il procedimento della catena di montaggio e si iscrive per effettuare il percorso.
I tempi della visita però sono piuttosto rapidi, per una conoscenza superficiale destinata a visitatori occasionali. Ed a Pinin questo non basta. Lui vuole capire bene cosa succede in quegli stabilimenti.
Allora si iscrive subito per un altro giro all’interno della fabbrica. Si mette in fila, aspetta, e riparte per una seconda visita. Nel corso della quale mette maggiormente a fuoco alcuni procedimenti che lo interessano parecchio.
Memore di quel che ha osservato nel corso della prima visita prende appunti e registra meglio alcuni passaggi importanti.
Però non gli basta. Deve capire di più, deve sapere come, dove approfondire.
Allora si iscrive per un terzo giro. Ma quando il gruppo viene avviato all’interno dello stabilimento uno dei sorveglianti lo riconosce a si accorge che quel giovanotto di bassa statura sta ripetendo il percorso per la terza volta.
Allora lo ferma, avvisa la direzione della sorveglianza, e Pinin viene portato negli uffici dove i responsabili vogliono sapere chi sia, per quale motivo stia ripetendo la visita per ben tre volte, che cosa nasconda questa sua continua presenza nei gruppi di visitatori. Una spia?
Al che Pinin spiega da dove viene, chi è, qual è il suo interesse per gli innovativi sistemi di costruzione delle auto, la sete di conoscere e sapere tutto della modernità industriale.
Confessa la sua voglia di imparare. La sua modestia è convincente.
E fa breccia in chi l’ascolta. Gli consentono di effettuare ancora una volta il giro di visita.
Potrà completare i suoi appunti. Potrà memorizzare, capire le nuove tecniche.

Tornato in Italia, nel 1930 potrà mettersi in proprio con la Società Anonima Carrozzeria Pinin Farina, che diventerà poi la Carrozzeria Pininfarina, ed avviare la storia della più apprezzata azienda di design ante-litteram.
Nel 1961 verrà autorizzato a cambiare ufficialmente il proprio cognome in “Pininfarina” con decreto del Presidente della Repubblica. Un riconoscimento a quella modestia.
Un ricordo personale: proprio in quel 1961 frequentavo il Politecnico di Torino ed abitavo in Corso Stati Uniti, proprio di fronte alla sede dell’ANFIA, l’associazione dei costruttori di automobili italiane.
Tutte le mattine Pininfarina parcheggiava la sua Coupé Lancia Florida 2.a, su base Aurelia e che doveva prefigurare la Flaminia, di fronte al portone del pensionato dove abitavo. Aspettavo alla finestra che lui arrivasse, parcheggiasse ed attraversasse la strada per andare all’ANFIA, e poi scendevo per godermi la bellezza, la purezza di quella creatura. Con quella originalità dei pedali con il riporto di una prolunga che permetteva al grande Pinin, ma di bassa statura, di arrivare ai comandi di acceleratore, freno e frizione.
Era il modo migliore di iniziare la mia giornata.

2 commenti
  1. Luca Rosso
    Luca Rosso dice:

    Dopo tanti anni scopro solo oggi per caso questa sua rubrica, che bello leggere queste storie e sapere che è ancora attivo. Grazie!

  2. Francesco Michele Masera
    Francesco Michele Masera dice:

    pininfarina eccezionale personaggio: si da il caso che abbia sempre avuto automobili disegnate da lui, col bel marchio in evidenza (giulietta spider a.r.; 1500 fiat spider).
    ancora oggi (124 sport spider fiat del 1967!!) la gente ammira e mi chiede se sono disposto a venderla!

    grande pinin

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *