L’Africa dal mio camion

Paesaggi diversi, climi differenti, popolazioni con culture diverse, piste che si incrociano e per la maggior parte si confondono con la natura selvaggia, tante difficoltà e molti imprevisti che si susseguono lungo il percorso.

Questi gli ingredienti principali di “L’Africa dal mio camion”, un libro-diario scritto da Giuseppe Francesco Simonato e pubblicato da BookSprint Edizioni, che è stato presentato nei giorni scorsi al Museo dell’Automobile di Torino. L’evento rientrava nell’ambito del ciclo di incontri che il Mauto organizza contestualmente alla mostra “MODUS VIVENDI-Trame di viaggi”, un’esposizione di veicoli diventati mitici per aver compiuto viaggi incredibili, ospite del museo sino alla fine di settembre.

L’opera è un racconto autobiografico dell’esperienza vissuta da Simonato in occasione di Overland 12 e narra l’esperienza di un viaggio oltre i confini del corpo e della mente, alla scoperta di un territorio nero quanto splendido, duro quanto romantico, spinoso quanto profondo, che va al di là di ogni immaginazione.

La spedizione in Africa è stata certamente la più dura ma anche meravigliosa della storia di Overland, un progetto nato nel 1995 per volere di Beppe Tenti che ha avuto come protagonisti i camion Iveco e gli autisti/viaggiatori, che hanno percorso ogni angolo del mondo in cui è stato possibile transitare, fino a questo viaggio nel continente africano. Dapprima i famosi “musoni” arancioni di derivazione militare , accompagnati recentemente anche dai veicoli della più moderna produzione di serie, appositamente preparati per affrontare le strade più difficili anche in condizioni estreme.

Il libro però non è soltanto la ricostruzione scritta, illustrata da splendide immagini, del tragitto che ha portato i camion da Torino al Sudafrica, passando per Roma e arrivando, dopo aver attraversato quasi tutti gli stati dell’Africa, esclusivamente attraverso le vie terrestri, a toccare il Capo di Buona Speranza.

È un viaggio dentro il mondo, dentro la natura, ma principalmente dentro se stessi, per esplorare, attraverso le parole e le emozioni di uno dei protagonisti della spedizione, territori, usanze, esperienze di vita, e soprattutto strade, percorse da chi ha avuto (e ancora adesso nonostante i chilometri e gli anni siano aumentati) la voglia di conoscere davvero il mondo fuori dalla finestra di casa. Si susseguono così le operazioni per sistemare i mezzi, le angosce per i rischi corsi, la sofferenza per la mancanza di acqua e di cibo, la preoccupazione di non farcela, per non farcela, con un pizzico di adrenalina nel momento in cui ogni volta si riusciva a superare il proprio limite personale. Il tutto con la sensazione fantastica di essere seduto, a fianco dell’autore del libro, a bordo di uno di quei camion che nel 2010 hanno percorso oltre 50 mila chilometri, partendo da Torino per arrivare all’estrema punta sud dell’Africa e ritorno.

Questo il merito Giuseppe Francesco Simonato, detto “Simon”, che dall’alto della sua esperienza è stato capace di trascrivere ogni piccolo pensiero della sua intera spedizione.

Simonato, torinese classe 1962, lavora da 29 anni in Iveco e si occupa di progetti speciali nel settore Motorsport ed Adventure. Grazie alla sua passione e alla sua tenacia è diventato anche pilota rally fin dalla giovinezza, di moto enduro e camion off road. Insomma, un uomo nato per stare in strada, che ha voluto raccogliere in “L’Africa dal mio camion” il racconto di una vita trascorsa lungo le strade del mondo.

CopLAfricadalmiocamion

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