Le pagelle del GP di Canada: viva la pioggia!

Lando Norris – 10

Lui il suo l’ha fatto. Partito bene, ha gestito la pioggia iniziale, attaccato e superato gli avversari fino a portarsi in testa. E poi il team non l’ha fatto rientrare per il cambio gomme in regime di safety car e gli ha fatto perdere la prima posizione. Non è detto che avrebbe vinto, ma sarebbe stato davanti e avrebbe resistito fino alla morte prima di cedere la posizione a Verstappen.

Oscar Piastri – 10

Altra bella gara del giovane pilota McLaren, sempre tra i primi, nessun rischio con il compagno di squadra e una bella difesa della posizione contro Russell. Peccato il calo a fine gara che non gli ha permesso di resistere alle due Mercedes, ma la prestazione è stata decisamente positiva: ora gli manca la vittoria ma se continua così non dovrebbe tardare.

Max Verstappen – 10

Fa un po’ ridere affermare che l’età lo ha calmato, ma se pensiamo a come avrebbe condotto la gara qualche anno fa il cambiamento è evidente. Alla prima curva non si fa tentare in un sorpasso azzardato e inutile, resiste agli avversari il giusto, senza strafare, e alla fine porta a casa la 60esima vittoria in carriera, terza consecutiva a Montreal. Il mondiale è ovviamente suo, anche ora che la sua vettura non è più imbattibile come un tempo.

Lewis Hamilton – 9

Prove un po’ complicate, con il sir messo in ombra dal compagno di squadra. Avvio di gara attendista, lunga permanenza dietro un irriducibile Alonso e finale di gara esplosivo: nell’ultimo giro ce l’ha messa tutto per provare il sorpasso su Russell, che avrebbe significato il podio, l’ennesimo per lui in Canada. Alla soglia dei 40 anni un risultato oltre ogni aspettativa.

George Russell – 9

Ancora un bel voto, anche se il pilota inglese pur essendo velocissimo (ne è dimostrazione la pole position) ogni tanto esagera e perde il senso della misura. Bella la sfida con Piastri e il botta e risposta con Hamilton. Russell è un altro che merita un’auto che gli permetta di lottare sempre per la vittoria. Per ora si deve accontentare dei circa 20 giri in testa che, con una Mercedes, fino a poco tempo erano tutt’altro che scontati.

Fernando Alonso – 8

La sua Aston Martin non gli permette più di essere a ridosso dei primi e di sfruttare ogni loro defaillance per conquistare un posto al sole, ma il pilota non si discute. A un mese dal compiere 43 anni ha sempre voglia di lottare e la battaglia con l’altro nonnetto (Hamilton) ne è la dimostrazione. Sarebbe bello la vettura tornasse a essere competitiva come a inizio stagione…

Il team Haas – 7

Partire con le full wet (gomme da bagnato estremo) quando tutti gli altri lo hanno fatto con le intermedie è stato un azzardo che non ha portato nessun risultato se non quello di permettere ai piloti di giungere nelle posizioni di vertice con sorpassi a Red Bull, McLaren e Mercedes, vetture che di solito le Haas incrociano quando vengono doppiate. Per una volta nei quartieri alti, Magnussen e Hulkenberg non hanno fatto molto (neppure danni però), se non retrocedere lentamente nel corso della gara fino a terminare all’11simo e 12simo posto con oltre mezzo minuto di distacco dal vincitore. Giusto che sia un team come la Haas ad adottare queste strategie.

Daniel Ricciardo – 6

Un altro pilota non proprio di primo pelo (ha 34 anni e ha vinto la sua prima gara giusto in Canada 10 anni fa) ma che al contrario di Hamilton e Alonso deve dimostrare di valere un sedile per il prossimo anno. Con il suo sorriso alla Fernandel continua a millantare un ritorno in Red Bull, ma senza risultati da qui a fine stagione rischia di restare appiedato. Per una volta ottiene punti e fa meglio del compagno di squadra Tsunoda: speriamo per lui continui questo trend, altrimenti nel 2025 avrà molto più tempo da trascorrere a Ficarra con i parenti siciliani.

Il team McLaren – 5

Il voto è una media tra il 10 meritato per aver portato entrambi a piloti a lottare per la vittoria e lo zero assoluto per il mancato rientro ai box di Norris a cambiare gomme appena possibile, in regime di safety car. Averlo fatto con un giro di ritardo è costato al pilota inglese la testa della gara, rientrando terzo alle spalle di Verstappen e Russell. Un errore così non si deve fare se si hanno ambizioni di vittoria.

Il team Ferrari – 4

Facile dire – lo hanno fatto in molti – del passaggio dalle stelle di un monte alle stalle di un altro (da Montecarlo a Montreal, per intenderci), ma a parte i telecronisti Sky, convinti in una rimonta delle rosse anche dopo i loro ritiri, le avvisaglie sono state chiare: qualche sprazzo nelle prove libere, l’assoluta mancanza di competitività in qualifica fino a giungere alla inevitabile e totale latitanza in gara. Senza i problemi al motore che hanno assillato Leclerc è probabile che il monegasco avrebbe fatto esattamente come Sainz: lottare con Albon, Ricciardo e Tsunoda fuori dai punti.

Sergio Perez – 3

Lo ribadisco, mi sta simpatico e lo reputo veloce e competitivo, ma occupare un sedile prestigioso come quello della Red Bull a scapito di un pilota giovane che porterebbe ben altri risultati al team non è accettabile in un mondo competitivo come la Formula 1. Certo, il mondiale costruttori arriva lo stesso e SuperMax Verstappen non deve preoccuparsi di un avversario scomodo in famiglia, ma a queste condizioni è ora che Perez o si dia una mossa o si faccia da parte. Che ne dite di un dream team con lui e Ricciardo?

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